Psicosi - Sintomi

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SECONDA PARTE - CERVELLO

PSICOSI: Sintomi
Difficoltà di concentrazione, insonnia, depressione, deliri, ansia, allucinazioni, pensieri o azioni suicide.





Tony spegne il suo sorriso insieme alla caduta della linea telefonica, abbandonando il cellulare con lo schermo all'ingiú sopra il proprio stomaco, respirando profondamente mettendosi nell'ordine delle idee di dormire... ma non ci riesce in nessun modo, forse perché il materasso singolo che gli hanno assegnato è troppo duro, forse perché la camera da letto in cui l'hanno confinato è claustrofobica o, semplicemente, forse perché ha appena terminato una telefonata con le sue donne di casa e si era guardato bene dal menzionare il fatto che la cugina fosse tenuta in ostaggio per non farle preoccupare.

Se voleva essere sincero con sé stesso Tony non avrebbe dovuto preoccuparsi affatto lui per primo, in un qualche modo Sharon era riuscita ad appropriarsi di un telefono e gli aveva spedito un SMS con un resoconto dettagliato sul vento che tirava tra le mura della residenza del Leader Supremo, stilando un piano d'azione che prevedeva delle ricerche sul campo in solitaria e richiedeva la loro completa fiducia nelle sue capacità, oltre ad una dose sostanziosa di pazienza – inesistente, per quanto lo riguardava. Era ancora tutto sotto controllo, l'incarcerazione era una delle possibilità vagliate ed avevano concordato tutti insieme delle direttive precise da seguire per ogni scenario ipotizzato – principalmente per evitare di richiamare l'attenzione indesiderata di Ross, tramutando la faccenda in un caso nazionale declinabile in una reiterazione degli Accordi ormai aboliti da anni –... Tony prova di nuovo a ripeterselo mentalmente nella speranza di riuscire a convincersene, ma l'intento fallisce miseramente di fronte all'ennesimo dubbio che gli attraversa il cervello, minando la sua tranquillità ed attentando volutamente alla propria psiche ripensando alla Legge di Murphy con un accanimento che aveva del allarmante.

Tony rinuncia definitivamente a tentare di dormirci sopra buttando giù i piedi dal letto, defilandosi silenzioso dall'ala dei dormitori in punta di piedi puntando alla zona giorno dell'orfanotrofio, tristemente sprovvisto di un laboratorio in cui rifugiarsi a lavorare e non trovando altra soluzione se non quella di ripiegare in una missione esplorativa della cucina alla ricerca della macchinetta del caffè, imbattendosi in una Natasha insonne quando si affaccia sul cortile interno, la quale si stava concedendo una sigaretta seduta sul muretto e puntellata ad una delle colonne del chiostro.

«Non riesci a chiudere occhio nemmeno tu?» lo interroga la donna illuminando il mozzicone con un gesto svogliato, facendo cenno di un'offerta sfilando il pacchetto di Marlboro da una tasca.

«La cosa ti sorprende in che modo?» chiede scrollando la testa rifiutando il tabacco, prendendo posto accanto a lei adocchiando il thermos abbandonato lì affianco, requisendolo e sgraffignando un sorso di caffè tiepido, sollevando il recipiente in segno esplicativo. «Cercavo questo, grazie.»

Natasha si limita a sorridere enigmatica, portandosi nuovamente il filtro alle labbra, assaporando il silenzio denso senza dar segno di volerlo spezzare nuovamente in tempi brevi.

«Dalla mia ho un'insonnia cronica e un probabile jet-lag, ma tu perché sei in piedi Nat?» si ritrova a chiedere Tony quando l'assenza di rumore diventa insopportabile, iniziando a tamburellare con le dita contro il thermos placando l'ansia latente che gli intorpidisce i nervi tesi fino allo spasmo, osservando il modo composto in cui la donna disintegra il mozzicone contro il muretto.

«Turno di guardia, ho dato il cambio a Yelena mezz'ora fa.» riassume spiccia, indicando prima il cortile vuoto e poi le porte d'uscita dalle camerate. «Clint è appostato sul tetto a controllare che le ragazzine non sgattaiolino fuori dalle finestre... l'asservimento di Steve non garantisce che ora la Dark Room non abbia più bisogno di reclute, Anya è un pericolo che non va sottovalutato.»

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