TERZA PARTE - POLMONI
ASFISSIA: Sintomi
Inspirazioni forzate, "fame d'aria", agitazione, cianosi al volto, sudorazione e convulsioni.
«Bucky-bukaroo?»
La voce di Kobik è un sussurro appena udibile che scivola sotto la porta e si piazza sull'orecchio di James come un tarlo fastidioso, spezzando il suo sonno leggero facendogli spalancare gli occhi allarmato, strappandolo da un limbo vuoto che nell'ultima settimana si era gradualmente sostituito alla calma piatta data dai sonniferi – disturbandolo con frammenti caotici e chiacchierate fantasma che James non riusciva a cacciare nonostante la sua buona volontà.
«Bucky... sei sveglio?» la voce della bimba torna alla carica mentre James si sorprende che non abbia già fatto irruzione in camera, facendo attenzione a non calciare Liho da un capo all'altro della stanza mentre scende dal materasso e si appende alla maniglia della porta.
«Che vuoi?» afferma James scorbutico quando le apre la porta, ritrovandosi a fissare due zaffiri annacquati che lo supplicano dal basso di non sbatterle la porta in faccia, mentre Kobik solleva tra di loro un orsetto di peluche malconcio strappandogli controvoglia un timido sorriso. «È un'offerta di pace?»
«Baloo ha fatto un incubo, non vuole dormire da solo...» spiega la bimba abbassando le braccia, continuando a fissarlo speranzosa.
«Credo sia un problema di Baloo, non mio.» ribatte James schivo indicando distrattamente l'orso di peluche, mentre la piccola punta i piedi e gonfia le guance indispettita, stringendosi il pupazzo al petto.
«Sei proprio un... un cane rabbioso!» sbotta Kobik con tono arrabbiato convinta di aver partorito l'insulto del secolo, mentre James soffoca una risata per buona educazione e si abbassa sui talloni con fare accondiscendente.
«E tu sei la mia pulce rompiscatole.» ribatte perfido sgonfiandola come un palloncino, allungando una mano per fermarla quando Kobik da segno di voler rinunciare alla trattativa, riesumando una punta affetto malcelato andando contro alla sua tendenza rancorosa dell'ultima settimana che sotto sotto non le aveva ancora perdonato la sua ultima bravata notturna, abbassando lo sguardo sul peluche tradendo un microscopico sorriso rassicurante. «Cosa ha sognato Baloo di così spaventoso da chiederti di trascinarlo fino alla mia porta?»
«Lei... e un sacco di vernice rossa.» mormora Kobik azzardandosi ad allungare una mano per tirare la catenina che spariva sotto l'orlo della maglietta di James, rivelando la fede dorata con inciso all'interno il nome di Natalia, ritraendosi di scatto come se si fosse appena procurato un ustione di terzo grado, affrettandosi a nascondere di nuovo l'anello sotto la stoffa. «Scusa... ma dovevo dirlo a qualcuno e sapevo che mi aprivi la porta.»
«Non è stata fortuna?» chiede James diffidente reggendosi allo stipite della porta, mentre Kobik abbassa lo sguardo sulla punta delle scarpe e risponde con tono vagamente imbarazzato.
«No, l'ho sognato... tra le altre cose.» ammette la piccola tornando a sollevare lo sguardo su di lui, schiarendosi la voce quando James non da cenno di voler reagire, il cervello fermo in cortocircuito all'immagine di Natalia ricoperta di sangue ed il petto vuoto dove risuona il suo battito mancato, specchiandosi negli occhi di Kobik che lo pregano per una briciola di quel contatto umano che le ha scioccamente negato per una settimana intera, indietreggiando di un passo quando deduce dalla sua reazione che "Baloo" deve sbrigarsela da sola per scacciare via gli incubi. «Non dovevo... scusa.»
«No, dove vai...?» la ferma James prima di mordersi la lingua, scrollando la testa pentendosi già della sua scelta, allargando le braccia pronto ad afferrarla al volo. «Salta su.»
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Studi di Anatomia
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