Epilogo

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EPILOGO

«Vieni a giocare, K?» chiede innocente Nathaniel Barton, un guantone da baseball in mano e l'aria di chi non capiva cosa stesse combinando la cugina adottiva, seduta sui gradini del portico in palese attesa di qualcosa. «Mi dici che stai aspettando?»

«Bucky-bukaroo.» annuncia la bambina sicura di sé, puntando un indice al cielo indicando un puntino nero rumoroso appena apparso all'orizzonte, ignorando le grida di Nate mentre chiamava a rapporto i fratelli, aspettando diligente che lo Zephir-One tocchi terra prima di materializzarsi in un glitch sulla rampa di accesso abbassata. «Bucky-bukaroo!»

«Pulce!» esulta James in risposta caricandola di corsa, sollevandola da terra con slancio per strappazzarsela meglio in un abbraccio. «Hai fatto la brava mentre non c'ero?»

«Ovvio. Ho fatto un sacco di disegni, devo farteli vedere!» esclama la piccola gettandogli le braccia al collo per ricambiare l'abbraccio, ritirandosi infastidita quando la propria guancia si scontra con quella ancora ruvida dell'uomo. «Ahia... la tua barba punge.»

«Te l'ho detto io che dovevi tagliarla.» rimarca la voce di una donna alle spalle del suo papà, ignorando l'obiezione di quest'ultimo in merito all'assenza di un rasoio in tutto il velivolo, sporgendosi oltre la sua sagoma individuando una Natasha imbarazzata per via della sua improvvisa attenzione, che si limita a sollevare una mano sfarfallando con le dita in segno di saluto. «Ehi, Kobik...»

«Mamma!» urla la bambina perforando un timpano a James, il quale si ritrova a stringere aria tra le braccia quando lei si dissolve in un glitch e si riassembla a meno di un metro dai piedi della donna, portandosi una mano alla bocca allarmata a distanza di una frazione di secondo quando si rende conto del come l'ha chiamata, contemplando la figura di Natasha ridotta ad una statua di sale. «'Talia...?»

«любовь моя...» mormora la donna sorridendo basita in risposta, cadendo in ginocchio senza preavviso ed obbligando James a riscuotersi dal medesimo stato di trance sentendosi chiamare in causa solamente per rendersi conto di non essere il soggetto della frase, mentre Kobik si ritrova stretta in un abbraccio a tratti soffocante fatto di boccoli rossi e braccia esili, presto raggiunte da un secondo tonfo di ginocchia ed un altro paio di braccia un po' più robuste che circondano entrambe. «È finita davvero...»

«È finita davvero.» conferma James in una vibrazione calda che rimbomba contro la spina dorsale di Kobik, posandole un bacio sulla testa invitandola a sciogliere l'abbraccio, aiutando la moglie a rimettersi in piedi ed indicandole la plancia di comando. «Il pilota vuole salutarti prima di andarsene... io e Natalia scendiamo a terra, tu raggiungici appena vuoi, okay?»

«Okay.» conferma la bambina schizzando euforica fino al parabrezza frontale, individuando la sagoma irsuta di Mikhail ben prima di scorgerne il muso, prendendo la rincorsa e seppellendo il naso contro la sua pelliccia.

Kobik gli aveva confessato quanto gli fosse mancato e quanto fosse felice di vederlo, chiedendogli notizie di Alexei non vedendolo da nessuna parte... riuscendo ad identificare la natura della punta di rimpianto che aveva percepito sotto tutti gli strati di sollievo provati da James e Natasha, avvertendo il proprio sguardo riempirsi di lacrime quando Mikhail le aveva nascosto la verità dietro l'ultima favola dal finale ingiusto, spiegandole il perché dopo ciò che era successo non volesse rimanere con le zampe ancorate al suolo, accettando il posto vacante allo SWORD lasciato da James. Mikhail aveva sottolineato come quella fosse la soluzione migliore per tutti loro, garantendole di lasciarla in buone mani, ricordandole che Alexei si era sacrificato per permettere un futuro più roseo a tutti loro.

Quando Kobik era rientrata alla Fattoria aveva cercato Natasha, attirata dai suoi sentimenti in subbuglio come una calamita poteva sentirsi attratta da un campo magnetico, trovandola fresca di doccia intenta a cambiare le lenzuola nella camera degli ospiti mentre James terminava di radersi la barba nel bagno privato... scontrandosi con un muro insondabile di tristezza, preoccupazione e rabbia appena varcata la soglia, percependo nettamente il calo di tensione in entrambi appena Kobik si era ancorata alla gamba di Natasha infondendole pace, sentendo i livelli ansiogeni di James colare a picco nella stanza a fianco come se il suo stato d'animo fosse direttamente proporzionale a quello della moglie e fossero collegati per via di un qualche strano meccanismo.

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