Sono le quattro e sto guardando la porta della palestra per convincermi ad entrare. Ci ho pensato per tutto il giorno, sono stata sul punto di mandare una mail al professore per dirgli che stavo male, ma alla fine eccomi qui.
Tiro un profondo respiro per calmarmi ed entro: sono sola. Vado nello spogliatoio a cambiarmi e, quando esco, i ragazzi sono già tutti vestiti e disposti a semicerchio.
Cominciamo con il riscaldamento e mi preoccupa un po' il fatto che non si siano ancora visti né Liam né suo padre. Dopo diversi giri di campo, vedo entrare il professor Radford e tiro un sospiro di sollievo; non avrei saputo come gestirli da sola.
Mi dice che Liam non verrà e che mi darà una mano lui. Dividiamo i ragazzi in due gruppi e iniziamo a farli allenare nel corpo a corpo, invece che al sacco.
Una ragazzina minuta e bionda di nome Catherine riesce a mettere al tappeto quello che finora era il più forte del gruppo. Applaudo entusiasta e lei mi corre incontro; la sollevo e le faccio fare una giravolta.
Quando l'allenamento finisce e tutti si dirigono negli spogliatoio, lei è ancora lì con le fasce ai polsi che tira pugni al sacco.
<<Ehi, Cathy. L'allenamento è finito>> le dico con un tono rilassato, ma lei mi ignora e prosegue quello che stava facendo. Sembra arrabbiata e mentre mi avvicino noto che sta piangendo. Le blocco un polso un attimo prima che sferri il colpo e la faccio voltare verso di me.
<<Che succede?>> chiedo mentre le asciugo le lacrime. Ha un viso piccolissimo e i capelli biondi sono legati ai lati della testa con due codini. Mi inginocchio davanti a lei e le tengo le mani per rassicurarla, poi lei di slancio mi getta le braccia al collo. Superata la sorpresa, la stringo a me; non mi sarei mai immaginata di fare una cosa del genere.
<<Ahi>> bisbiglia lei ritraendosi da me e io scatto in modalità allarme. Sono sicura di non averla stretta così forte da farle male e durante l'allenamento non è mai stata colpita, o almeno credo.
<<Fammi vedere>> sussurro mentre mi avvicino per sollevarle la maglietta ma lei si ritrae e scuote la testa.
<<Cathy, devo vedere se ti sei fatta male durante l'allenamento>>, cerco di rassicurarla.
Riprovo a prenderle l'orlo della t-shirt e questa volta non oppone resistenza, così gliela sfilo dalla testa.
<<Ma cosa...>> non riesco nemmeno a finire la frase, sono senza parole, e non mi capita spesso. Cathy è più magra di quanto pensassi, dimostra almeno tre anni in meno di quelli che ha. Ma non sono le costole sporgenti a farmi rabbrividire, bensì i lividi che le cospargono gran parte dell'addome e del costato. Se anche avesse preso un calcio per sbaglio prima, non sarebbe di certo ridotta in questo stato. Inoltre, alcuni ematomi sono recenti ma altri, di colore giallognolo, sono vecchi di almeno qualche settimana.
<<Tesoro chi ti ha ridotta così?>> sussurro mentre le rimetto la maglietta per evitare di prolungarle il disagio; so esattamente come ci si sente quando qualcuno fissa il tuo corpo martoriato.
Per tutta risposta, continua a piangere e a scuotere piano la testa. La prendo per mano e la porto nel corridoio; di fianco all'ufficio del professor Radford c'è una specie di infermeria. La aiuto a lavarsi via il sudore dalla pelle, poi la faccio sdraiare sul lettino e le controllo le costole.
Per fortuna non ce ne sono di rotte, così prendo un sacchetto di ghiaccio e glielo appoggio sul livido più gonfio e recente. Sussulta quando la sua pelle viene a contatto con il freddo ma, senza lamentarsi, lo tiene appoggiato con delicatezza.
<<Cathy devi dirmi cos'è successo>> la supplico ma capisco benissimo perché non ne parla, ci sono passata anche io.
<<È stato qualche bambino a scuola?>> provo a indovinare, ma lei non fa altro che scuotere la testa.
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Naked Feelings
Любовные романыGinevra si è da poco iscritta alla UCLA insieme ad Alex, il suo gemello. Si sono trasferiti a Los Angeles, insieme al loro padre adottivo, per cercare di iniziare una nuova vita lontana dagli orrori che hanno caratterizzato gran parte della loro ado...