È stata una vacanza... wow.
Quando torniamo in America, sento nostalgia dell'Italia per la prima volta dopo tanto tempo. Sono stata contenta di portarci Liam, di fargli vedere i posti in cui sono cresciuta, scuola compresa, anche se per la casa non ho avuto il coraggio; sarebbe stato troppo.
Siamo appena atterrati al LAX e veniamo accolti dal bellissimo sole della California. Liam tiene le dita intrecciate alle mie mentre camminiamo sul marciapiedi alla ricerca di mio fratello o di Boris. Non c'è nessuno, il che comincia a risultarmi strano, così estraggo il telefono dalla tasca dei jeans e li chiamo. Niente.
Mi sbraccio per attirare l'attenzione di un taxi e rimugino per tutto il tragitto su cosa potrebbe essere successo.
<<Non può essersi dimenticato>> ripeto per la centesima volta.
<<Gin stai calma, può capitare>> cerca di tranquillizzarmi Liam, ma non riesco a dargli ascolto. È successo qualcosa, me lo sento nelle ossa, e non posso far niente per ignorare quella macabra sensazione.
Arriviamo in Ocean Avenue e vedo la Corvette di Alex parcheggiata al solito posto, tutto sembra normale e ordinario. Tuttavia, quando entriamo per lasciare le valigie, mi rendo conto che non c'è nessuno, siamo soli.
Li chiamo di nuovo, Olga compresa, ma non risponde nessuno.
<<Cazzo!>> urlo mentre prendo a pugni il bancone. Liam mi circonda da dietro ma non dice niente, segno che sta iniziando a preoccuparsi anche lui. Esco di casa come una furia, gli anfibi che rimbombano nel vuoto della villa. Scendo di corsa le scale e proprio lì, sulla pedonale, mi scontro con qualcuno che non avrei mai e poi mai pensato di rivedere.
<<Ciao, principessa>> mi saluta con uno sguardo viscido e sinistro.
<<V-Vladimir?>> balbetto, incredula.
<<In carne ed ossa.>>
Mi guardo intorno ma mi rendo conto che, nonostante la bella giornata, non c'è in giro nessuno. Mi gira la testa, non riesco a razionalizzare e capire cosa sta succedendo.
Poi, all'improvviso, la rabbia pura e selvaggia che avevo imparato a controllare torna da me come un'ancora di salvezza. Afferro Vladimir per il collo e lo sbatto contro un palo della luce.
<<Che cazzo hai fatto?>> urlo, la mia faccia a pochi centimetri dalla sua.
<<Fossi in te mi darei una calmata>> mi minaccia lui con quegli occhi taglienti che avevo imparato a conoscere così bene. Un tempo lo temevo, mi faceva davvero paura, ma ora sento che potrei ucciderlo in cinquanta modi diversi solo con l'uso delle mani.
Mi spinge via con un colpo secco e a quel punto Liam si frappone tra me e lui.
<<Chi è questo bel faccino californiano, eh? Qualcun altro da portarti via, presumo...>>
A quelle parole, vengo colpita da un violento senso di nausea e il mio stomaco si contorce.
<<Dov'è la mia famiglia?>> sillabo una parola dietro l'altra, un po' per rabbia e un po' per terrore di cosa possa essergli successo.
<<Oh stanno bene, per ora. Il tuo adorato fratellino conosce già i termini, dovresti parlarci.>>
Le sue parole sono come manna dal cielo perché mi rendo conto che quanto meno Alex è vivo.
<<Se tocchi mio fratello, Vladimir...>>
<<Tieniti le minacce per un altro momento, principessa. Non sei nella posizione per poter negoziare.>>
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Naked Feelings
Любовные романыGinevra si è da poco iscritta alla UCLA insieme ad Alex, il suo gemello. Si sono trasferiti a Los Angeles, insieme al loro padre adottivo, per cercare di iniziare una nuova vita lontana dagli orrori che hanno caratterizzato gran parte della loro ado...