Ci metto qualche minuto a riprendermi dopo quelle parole.
Hanno tentato di uccidermi decine di volte. Avevo tredici anni.
Mi viene da vomitare.
Barcollo fino a un cespuglio e ci deposito tutto quello che ho ingerito a cena a casa di mio padre.
Come gli è venuto in mente di mettere una pistola nelle mani di Ginevra e chiederle di sparare?
Sarei dovuto rimanere zitto ma non sopporto le armi e volevo che smettesse di parlarne. Non avrei mai immaginato che gli venisse in mente un'idea del genere.
Ginevra è corsa via dopo avermi gridato in faccia quelle cose. Aveva ragione, come sempre.
Non è stata colpa sua ma ero talmente arrabbiato... Ho infranto la mia promessa, di nuovo.
Comincio a correre verso casa sua mentre la preoccupazione per lei prende il sopravvento.
Quando arrivo alla villa, noto che il portoncino è spalancato; sarà entrata come una furia senza preoccuparsi di chiuderselo alle spalle.
Mi precipito dentro e sento delle urla provenire dalla palestra. Ho paura che abbia una crisi come quella dell'altra volta; forse è con Alex e sta meglio con lui lì, piuttosto che con me.
No, non mi interessa, devo vederla.
Spalanco la porta e la individuo subito. Indossa solo un paio di pantaloncini e un reggiseno sportivo e sta tirando violenti pugni al sacco.
Ogni volta che lo colpisce, butta fuori una grande quantità di aria e il sacco oscilla davanti al suo viso.
Interrompe la serie di pugni per eseguire un perfetto circolare, lanciando un urlo quando sferra il colpo.
Mi avvicino ma lei non mi guarda nemmeno; le fermo una mano mentre sta tirando l'ennesimo gancio e la porto verso di me.
Mi mette le mani sul petto e mi spinge via; mi piace quando mi tocca, anche se lo fa per allontanarmi.
<<Vattene>> sibila, è infuriata.
<<Mi dispiace, okay? Ascoltami, per favore!>>
Ma lei riprende la sua serie di calci e pugni.
La afferro di nuovo per un polso per staccarla dal sacco e avvicinarla a me.
Prima che possa darmi un altro spintone le poso i palmi sulle guance e appoggio la fronte alla sua.
Chiudo gli occhi e la stringo delicatamente, come se fosse fatta di porcellana. Ma chi voglio prendere in giro? Ha una corazza di titanio a proteggerla. Sotto, però, è così fragile... Solo io so quanto.
<<Mi madre è stata uccisa da un proiettile, Gin. Da allora non sopporto le armi. Solo sentirne parlare mi evoca ricordi orribili...>>
Vedendo che non risponde apro gli occhi e la guardo. La scintilla di rabbia che aveva prima è scomparsa rimpiazzata da un velo di tristezza e lacrime.
<<Mi dispiace...>> sussurro, il suo viso è così vicino al mio che devo concentrarmi per mantenere la lucidità.
Le sue labbra si posano sulle mie e la sua lingua irrompe dentro di me. È così preda delle sue emozioni...
Le cingo i fianchi e la sollevo, mettendomi seduto su una panca mentre la tengo tra le braccia.
<<Mi dispiace... Avrei dovuto capirlo subito>> confessa, il suo fiato sul viso mi fa girare la testa.
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Naked Feelings
Storie d'amoreGinevra si è da poco iscritta alla UCLA insieme ad Alex, il suo gemello. Si sono trasferiti a Los Angeles, insieme al loro padre adottivo, per cercare di iniziare una nuova vita lontana dagli orrori che hanno caratterizzato gran parte della loro ado...