CAPITOLO 5 - Una passeggiata in città

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Era il tardo pomeriggio, il sole stava iniziando a tramontare e i ragazzi giocavano a palle di neve nel parco; io ero seduta su una panchina e mi guardavo intorno, era l'ultima occasione che avevo per farlo visto che la mattina seguente sarei partita per l'America.

Tutto intorno a me era calmo e pacifico, ma più mi guardavo intorno, più mi saliva un senso di nostalgia, avevo già lasciato indietro la mia vecchia casa, i miei vecchi amici e la mia famiglia e adesso stavo per andare dall'altra parte del mondo e mi chiedevo cosa il destino riservasse per me, mi chiedevo se sarei mai riuscita a tornare in Irlanda, se fossi mai riuscita a vedere di nuovo di persona Matt e Mello o mia sorella. Chiusi gli occhi e iniziai a viaggiare con la memoria.

Lei era ancora là che sorrideva, non se n'era andata, i suoi occhi viola mi fissavano con sguardo dolce, era così reale che quasi riuscivo a sentire la sua mano sulla mia spalla ma quando muoveva le labbra, la sua voce era come un'eco, qualcosa di lontano e che continuava ad allontanarsi.

Riaprii di nuovo gli occhi, stava iniziando a nevicare così mi misi il capello e mi diressi verso casa. Durante il percorso, incrociai un bar che faceva cioccolata calda, era quasi ora di cena ma ormai la nostalgia e i ricordi avevano preso il controllo, così entrai e ne presi una da bere mentre camminavo verso casa.

Loro camminavano di fronte a me, due tazze di cioccolata calda erano nelle loro mani, lei mi guardava con i suoi occhi bordeaux e mi parlava, i suoi lunghi e ricci capelli castani uguali ai miei avevano della neve sopra che li faceva risaltare parecchio; lui invece stava parlando con mia sorella, la guardava con il suo solito sguardo paterno, i suoi capelli nero pece gli ricadevano un pochino sulla faccia risaltando i suoi occhi blu scuro.

Arrivata a casa, mi sedetti sul mio sacco a pelo a mangiare la cena, il tavolo era già stato spedito e non avevamo altre superfici su cui mangiare. Quella sera Hermione ci aveva preparato la lasagna, era il suo forte, essendo stata cresciuta in Italia, la sua cucina era imbattibile, ancora oggi ringrazio il cielo che lei non sia stata cresciuta in Inghilterra perché la cucina inglese non è sicuramente tra le migliori.

Una volta che finimmo di sistemare le ultime cose andammo a dormire, ma per me fu impossibile chiudere occhio, continuavo a pensare alla mia famiglia, a tutti i momenti trascorsi insieme, a tutte le idiozie che andavo a fare con la mia sorellona. Ad un certo punto chiusi gli occhi e iniziai a cantare mentalmente la nostra ninna nanna, quella che ci cantava nostra madre tutte le sere, quella che le aveva insegnato la nonna, quella che avrei cantato ai miei futuri figli.

"Dopo tutti gli errori, dopo tutta la slealtà

Pensavo di essere rimasta sola nella mia viltà

Ma ora anche se, il paradiso non chiama me

Ho trovato un perché

Ho trovato mille perché

Per essere felice.

Ho messo l'anima nelle cose cercando il perdono

Ma ho capito, sì l'ho capito

Che non era il divino che doveva farmi questo dono

E adesso che

Ho un perché

Ho mille perché

Per essere felice

Posso tornare a vivere. "

Al tempo non avevo capito il significato di quelle parole, ma ben presto le avrei capite.

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