CAPITOLO 10 - Luce

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Il cielo era grigio, anche se per me lo era sempre stato, ero seduta sull'erba, la mia mente era vuota e allo stesso tempo c'erano mille pensieri che entravano e uscivano.

Era passato qualche mese da quando pestai a sangue McCow, anzi, da quando cercai di ucciderla; nessuno parlava più con me, era come se fossi diventata il vaiolo nel 1700, persino Alex e John erano spaventati quando alzavo la voce con loro, non lo facevano notare ma si vedeva chiaramente. Avevo incominciato a farmi delle domande su me stessa, su come mi vedessero gli altri, su tutto; ogni singolo aspetto della mia vita era un dubbio, un enigma complesso che doveva essere risolto.

Stavo valutando i pro e i contro, cosa sarebbe successo se l'avessi fatto? Cosa gli altri avrebbero detto? Sarebbero stati contenti o no? I miei pensieri si stavano facendo più fitti e oscuri ogni secondo che passava. Mille voci che sussurravano, che parlavano e che urlavano tutto quello che era successo fino ad arrivare a quel giorno. I lividi che le avevo lasciato erano oramai spariti, la sua faccia era ritornata come prima ma lei no, lei era diversa, aveva paura; paura del buio, paura delle ombre che nascondo i mostri... paura di me, e me l'aveva dimostrato col tempo, col modo in cui mi guardava, col modo in cui parlava di me, col modo in cui era costretta a parlare con me.

Io non volevo che avesse paura di me, volevo che mi rispettasse. Io non volevo che mi guardasse con terrore, volevo che mi lasciasse in pace. Io non volevo che mi parlasse con voce tremante, volevo che non mi insultasse.

Io non volevo ucciderla, non volevo picchiarla, volevo difendermi.

Le voci si stavano intensificando, stavano dicendo mille cose e io riuscivo a capire ognuna di loro indistintamente, ma una tra tante era riuscita a catturare la mia attenzione.

"Non lo vedi? Davvero non l'hai notato? Sei seriamente così ceca? Ti è stato tolto tutto, ti hanno preso quello che per te era più caro e l'hanno dato al rogo. Ti hanno lasciato morire interiormente all'aperto, affamata, disidratata e nuda. Tu avevi una sola possibilità per risalire, potevi scalare una montagna che fino a poco fa sembrava insormontabile ma l'hai sprecata e hai fatto a vedere a tutti chi eri veramente, un disgustoso, viscido e malvagio mostro.

Quindi ripeto, davvero non l'hai ancora capito? Nessuno, dopo quello che hai fatto, ti vorrà intorno. Cosa diranno Matt e Mello quando verranno a sapere quello che hai fatto? Pensi che ti vorrebbero ancora come amica? O tua sorella? Cosa mai dirà tua sorella quando lo verrà a sapere? Credi che si fiderà di te o che ti vorrà bene come una volta? Già non la vedi da 6 anni e potrebbe essere cambiata, ma se aggiungiamo quello che volevi fare a quella ragazza possiamo stare freschi! "

Quando finì le altre voci si erano zittite, era rimasto solo il silenzio, non riuscivo nemmeno a sentire il vento o il fruscio dei rami. Mi sentivo una marionetta, un contenitore vuoto, senza emozioni.

"Alzati" disse la voce. E io mi alzai.

"Cammina" disse la voce. E io camminai. Adesso davanti a me c'era il precipizio.

"Fallo" disse la voce. E io chiusi gli occhi

"Fallo! " disse la voce. E io allargai le braccia come farebbe un uccello per spiccare il volo.

"FALLO! " disse la voce. E io alzai il piede, come per camminare, come se davanti a me ci fosse effettivamente il terreno.

La mia vita scorreva veloce, ogni cosa, ogni oggetto, ogni persona scorreva veloce in un senso che credevo fosse cronologico.

"-Mi puoi promettere che, non importa chi o cosa si metta nel bel mezzo della tua vita, tu troverai vivrai per me e per altre mille ragioni? -".

Aprii gli occhi di scatto e feci qualche passo veloce all'indietro cadendo sul fondoschiena. I miei occhi erano spalancati, il mio respiro irregolare e la mia testa faceva male. Le mie orecchie tornarono a sentire e la mia testa tornò a ragionare.

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