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Sembrava tutto in ordine, la sua camera, il letto, gli spartiti che fino a poco prima soggiornavano nella stanza come turisti scomodi e la valigia adagiata sopra il piumone.

Aveva appena disinserito l'alimentatore della pianola dalla presa, quando una voce lo richiamò dalle scale -Yoongi la colazione è pronta, vedi di non farmelo ripetere se no il caffè si raffredda-

Non sentiva né la necessità né l'obbligo di risponderle, ecco perché continuò a raccogliere il cavo.

I minuti passarono e dopo aver frugato nei meandri più oscuri dell'armadio riportò alla luce un pacchetto di cartine e tabacco, complici di quel rilassamento errato.

I suoi non sopportavano vederlo fumare e a detta sua questa astinenza continuava da 7 mesi, almeno così veniva raccontato loro.

-Yoongi ti ho detto di venire di sotto...non costringermi a salire, smettila di comportarti in questo modo, diamine hai 21 anni- sentì tuonare la donna dal piano inferiore.

Non lo divertivano le urla di prima mattina e sicuramente nemmeno durante l'ultima in quella casa.

Scese le scale scocciato, desiderava solo pace nella sua passione e indipendenza assoluta.

-Felice ora?- si fermò sull'ultimo scalino, con le mani in tasca e gli occhi smorti la fissò.

-Grazie...- fu superata dal figlio con quelle solite spalle ricurve per il troppo stress della sua prolungata fase adolescenziale -...sorridi un po', almeno oggi che finalmente parti- puntò gli indici sulle labbra stirandole.

-Sorriderei se fossi stato io a scegliere l'università- le mostrò falsamente una risata.

-Yoongi...- si dispiacque vocalmente.

-Devo fare colazione...ci si vede- alzò la mano in segno di congedo ed evaporò in cucina.

Era del tutto normale, un ragazzo con problemi che si sminuiva nei momenti più difficili, introverso, freddo, distaccato, caratterialmente simile ad un sasso di fiume: poteva scorrergli addosso una quantità infinita di acqua dolce, ma egli restava sempre compunto ed impassibile.

Il tipico ragazzo tenebroso e realista nei momenti meno opportuni, fin troppo sincero e senza peli sulla lingua come si suol dire.

Figlio unico e per grazia divina, un doppione di un tale malumore sarebbe stato insostenibile ed inoltre entrambi sarebbero sprofondati nelle terribili realtà scagliate l'uno contro l'altro.

Non si faceva problemi, talmente tanto trasparente che a soli 11 anni, per un rimprovero alla sua musica da parte di sua zia, rispose a tono:

-Yoongi sicuro che il pianoforte sia adatto a te? Magari puoi concentrarti su altri hobby...che ne dici dell'elettronica?- osservava con occhio futuro e saggezza commerciale.

-No, a me piace questo- si sgranchì le dita.

-Non crederai mica di diventare famoso, lo sai quanta concorrenza?- smantellava crudamente.

-Zia a giudicare dagli anni che ti restano da vivere sicuramente non potrai vedermi diventare famoso-

Ora da neo ventunenne il suo rapportarsi con gli altri verteva sui soli aspetti di negazione ed isolamento.

-Yoongi buongiorno- addentò un piattello di cereali secchi Tyler.

Il ragazzo non gli prestò la minima attenzione e iniziò a versarsi l'aroma bollente e tostato nel thermos argenteo.

-Hai già caricato le tue robe in macchina?- afferrò le chiavi dal taschino.

-Posso benissimo andare da solo- appoggiò le labbra sorseggiando.

-Tua madre vuole che ti accompagni e poi mi fa piacere passare del tempo con te. Parliamo un po' che ne dici?-

-Preferisco di no- corse nuovamente in camera per caricarsi degli ultimi bagagli.

La tastiera sulle spalle come sua croce e lo zaino sul petto come possedimento, imboccò il vialetto da poco imbiancato.

Non capiva l'utilità di imbiancare dei ciottoli e non sostituirli semplicemente con dei nuovi, ma questa non era politica sua come diceva la madre.

-Hai preso tutto?- gli chiese Tyler dal finestrino.

Come era consuetudine Yoongi evitò di rispondere e richiuse senza troppa fatica il bagagliaio, per poi salire sulla vettura.

-Yoongi aspetta, non me lo dai un abbraccio prima di partire?- divaricò le braccia la donna a metà strada.

-Su vai- lo incitò l'uomo con le mani già a tre quarti sul volante.

Il corvino in risposta fissò il vetro per poi sigillarlo del tutto con una leggera pressione del dito -No parti-

-Ma Yoongi non vi vedrete per un po', non vuoi...-

-No, non voglio. Potrà venirmi a trovare quando avrà tempo, parti- incrociò le braccia e fu irremovibile.

Tra il guidatore e la madre ci fu uno sguardo di reciproca comprensione, arrendevolezza, null'altro si fece largo emotivamente.

Il viaggio non era lungo, ma nemmeno troppo corto.

In ogni caso era meglio prevenire che curare, così il giovane optò per il silenzio più totale.

-Allora potrò venirti a trovare anche io?- chiese con una punta d'ansia ed imbarazzo.

-Le porte sono aperte a tutti in quella scuola- tagliò corto facendo passare un'altra decina di minuti.

Era tortuosa la strada per intraprendere un dialogo duraturo con un ragazzo apatico verso ogni forma di vita e per di più sotto effetto di caffeina.

-Perché ti comporti così con lei?-

Nessuna risposta.

-Ti vuole bene e lo sai...è così difficile essere umano con tua madre ogni tanto?-

-Tu parli troppo e a vanvera, di quale affetto stai parlando? Quello per te o per me?- sputò acido senza scomporsi.

Nei dibattiti era innegabile la sua gelida tattica.

-Ok...- respirò trattenendosi -...per un po' non ci vedremo, perciò non intendo darti corda e litigare ancora. Sorvoliamo questo discorso va bene? Passiamo ad altro...- accese la radio sintonizzandola sul canale del notiziario -...come procede con il piano? Progressi?-

-Mi hai sentito suonare ogni singolo giorno. Hai colto dei progressi?-

Sulle sue capacità era molto ferreo e soprattutto sul suo migliorare che non sembrava mai raggiungere l'apice.

-Tasto dolente scusa. D'accordo riprovo...ehm...la fidanzata...-

-Parli tanto per dare fiato alla bocca? Mi prendi in giro?- sgranò gli occhi ricomponendosi.

-Yoongi ora basta, mi stai mettendo a dura prova con questo tuo rispondere del cazzo. Io ci sto provando con tutto me stesso e vienimi incontro, no?- sbatté i palmi sulla pelle del cruscotto.

-No- rispose secco.

-Basta ci rinuncio- cambiò in fretta argomento -Tua madre non potrà venire questa settimana a trovarti, lo sai già perché-

-Deve concludere altri viaggi a New York Tyler?- lo punzecchiò.

-No allora Yoongi...non è andata come credi...- le parole uscirono sotto forma di farfugli.

-Sono arrivato, può lasciarmi anche qui- slacciò la cintura appena il pedale del freno fu schiacciato da quella suola americana.



Ehiii eccomi con una nuova ff, per la prima volta Yoonmin wooow. L'inizio non può sembrare così tanto intrigante, ma ho molti progetti per il seguito, quindi vi prego di non giudicare subito. Ovviamente sapete che adoro mettervi in difficoltà con capitoli confusionali, perciò non scappate neppure sta volta ahah. Detto questo buon continuo❤️

ßℓαcк Yσυηg Cђαηg  ||  YσσηmιηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora