Il ragazzo che diceva di chiamarsi Jimin teneva costantemente una buona parte del corpo tra le braccia nerastre del mistero.
-Allora eri tu ad ascoltarmi?- insistette Yoongi.
-Perché? Se non fossi stato io cambierebbe qualcosa?-
Il corvino storse il naso per quello strano ribaltamento di domanda.
-No, certo che no, ma in questa stanza mi sembri l'unico ad essere così tanto incosciente da nascondertici-
-Beh, a questo punto siamo in due Min Yoongi. Neanche tu mi sembri stato tanto arguto-
"Oh cazzo, mi ha messo all'angolo. Oh diamine ha sempre la battuta pronta sto biondo" si materializzò la sconfitta del dibattito nella sua mente.
-Cosa ci fai qui? E perché stai lì nell'ombra? Sei...sei forse timido?-
-No, altrimenti non sarei qui a parlare con te- indietreggiò lievemente.
-Ehi cos'è scappi?- scattò di pochi centimetri arrestandosi di fianco ai piedi del pianoforte.
-No, ma tu non ti avvicinare- gli tremarono le sottili corde.
-Ok d'accordo...- alzò le mani in segno di fiducia, come i padroni con i propri meticci da caccia non ammaestrati oppure come un bambino al cospetto di un grazioso animaletto selvatico, le interpretazioni erano delle più svariate, bisognava solo considerare quella più giusta -...guarda mi siedo, qui vicino-
Era Jimin un randagio senza civiltà oppure un cuore che soffriva più a ferire che ad essere ferito? Non lo sapeva, non ancora.
-È tuo il piano?- l'altro annuì -Quindi vieni qui a suonarlo, di che classe sei?-
Jimin abbassò il capo inabissando tutto il volto nel manto oscuro.
-Ehi, ma hai dei problemi a parlare? Senti, facciamo così...io ti dico perché sono qui e tu fai lo stesso, va bene? Bene, sono qui perché volevo conoscere chi mi spiava queste notti e soprattutto di chi fosse quella mano piena di anelli che era comparsa sulla tastiera dal nulla...ah ovviamente anche per vedere questa bellezza...- lisciò la fiancata, la pelle a ventosa sull'attrito della presa -...tu?-
Attese un po' prima di rispondere, le rughe frontali esprimevano la sua concentrazione nell'inventare o sincerarsi dell'affidabilità di Yoongi e raccontargli il vero, ma le sue parole non furono delle più piacevoli.
-Io...ecco...io non mi ricordo-
-Non ti ricordi di che?- condusse una delle sue solite espressioni incollerite.
-Io non ricordo bene perché sono qui-
-Hai appena detto che questo è il tuo pianoforte, quindi sarai qui per suonarlo immagino...aspetta un attimo non sarai mica uno di quei "foreigner"?- lo guardò amaramente sorpreso.
-Cosa? No, io sono di questa scuola...e poi usate ancora quel termine per definire quelli degli istituti nel circondario? È assurdo, è un termine che hanno inventato gli ignoranti- ribatté.
-Io non ne ho mai incontrato uno, ma mi hanno detto che in passato si divertivano a rovinare le aule e gli strumenti. Non vedo perché non dovrebbero farlo...questa scuola è talmente perfetta che da il volta stomaco...comunque non mi convinci, dimmi una cosa che solo un allievo di qui potrebbe sapere- lo mise sotto torchio.
Jimin era visibilmente frustato e blaterava in continuo piccoli sussuri.
-Lo sapevo, adesso vado a chiam...-
-No, aspetta. So una cosa che solo chi ha seguito il corso di pianoforte può sapere...fammi pensare...com'era? Ah trovato..."Se trovo degli spartiti sotto i banchi andranno a far compagnia alle cartacce della didattica"-
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ßℓαcк Yσυηg Cђαηg || Yσσηmιη
Fanfiction~My 5th BTS story~ Min Yoongi, giovane prodigio musicale, si troverà a suonare un piano non comune agli altri... ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ -Oh grazie...uff...- si piegò in due per riprendere fiato e la frangia si divise sulla fronte a causa della...