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Mentre tutti ascoltavano attentamente il professor Jeong, una mente viaggiava nel lago dei suoi molteplici grattacapi incontrando pinne di alborella intrise di spinose verità e scoperte, così vicine ed inafferrabili.

Ardeva dal desiderio di aprire quel diario, l'incontro con sua madre lo aveva reso più leggero di una questione insabbiata per troppo tempo, ma gli aveva fatto perdere di vista la pista di tracce che stava inseguendo.

Quando attendi qualcosa insistentemente anche pochi secondi sembrano un'infinità e quelle tre ore di lezione furono un cosmo senza termine per Yoongi.

Aveva già in programma di passare tutto il pomeriggio tra quelle pagine piene all'orlo di confessioni, segreti e perché no? Indizi.

Suonata la campanella uscì dall'aula prima di tutti e giunto nell'atrio scovò una delle più improbabili combinazioni.

Jungkook e Hoseok parlavano in un cantone ad una spanna di distanza. Fu quest'ultimo, che appena lo vide, si dileguò salutando velocemente.

Eccolo, il probabile oppositore armato delle sue maligne minacce di carta e il nuovo consigliere di rapporti sbagliati.

Hoseok era sicuramente più grande di Jungkook ed inoltre non apparteneva a quell'istituto, il suo comportamento poi era assai più sospetto.

Non c'era dubbio che stessero parlando di lui.

Hoseok, pensava il corvino, era sicuramente venuto ad avvertirlo della scomoda visita del giorno precedente e magari questa volta non sarebbero arrivati più bigliettini, ma agguati in luoghi poco pattugliati.

Jungkook scosso dal tempestivo andarsene si girò ed individuandolo prese ad andargli incontro con un sorriso fittizio.

Yoongi non poteva farsi cogliere impreparato e perciò approfittò della steppa scolara presente nel corridoio secondario depistandolo.

Superata tutta la gentaglia si precipitò all'esterno sperando di ritrovare quell'insolente mora riccioluta e per un battito di ciglia la intravide allontanarsi rapidamente verso i cancelli aperti di mezzogiorno.

Aveva con sé solo il telefono colorito di una batteria purpurea al 20% e se avesse avuto bisogno di aiuto? Non sapeva dove l'avrebbe portato quel pedinamento.

Non conosceva Hoseok e nemmeno le sue intenzioni, poteva essersene accorto come no, poteva essere un agnello come uno squilibrato.

Perché stava facendo tutto quello? Per Jimin o per un personale soddisfacimento?

Lo seguì a debita distanza trovando un nascondiglio ogni qualvolta si girasse titubante.

Attraversarono un paio di strade e sottovie, un ponte ed un lungo viale prima di addentrarsi in una piccola fazione di campagna.

-Goha?- lesse a bassa voce il cartello arrugginito.

Le abitazioni cominciarono a scarseggiare, quindi decise di inoltrarsi nel boschetto pur di trovare un piccolo riparo.

Giunsero ai piedi di un vecchio rudere.

Quel posto aveva l'aria e la fama di essere pericolante sotto ogni punto di vista umano ed animale, il moro ci entrò con indifferenza costeggiando lo steccato.

"Ma perché sto cercando di ammazzarmi?" continuava a pensare dopo aver fatto gli stessi movimenti tra quelle macerie.

Si nascose dietro la fontana gravida di tegole e pezzi di colonnato, mentre Hoseok era stazionato incessantemente in un preciso punto del giardino.

-Non sapevo che dopo il curiosare ti piacesse pedinare anche le persone!- urlò alzando le spalle.

Yoongi stette ancora più in silenzio, dove aveva sbagliato? Che stesse parlando con qualcun altro?

-Dico a te...Yoongi se non sbaglio, non sei tanto furbo quanto credi, dai esci fuori...credo che tu voglia farmi un paio di domande- girò le spalle ed ispezionò confuso in giro, per poi fermarsi proprio su quello scudo decadente improvvisato.

-Come?- smascherò il nascondiglio.

-Vieni...non ti faccio niente- frullò il palmo accennandogli di avvicinarsi.

L'interessato dubitò a tal punto che prese un pezzo di cemento seghettato e lo nascose tra le mani, non sarebbe caduto in trappola facilmente e tanto meno malmenato.

Lo raggiunse affiancandosi.

-Cosa sei andato a fare nella stanza di Jimin quando ti sei intrufolato in casa nostra?- alzò un sopracciglio allo sguardo falsamente smarrito del minore -Oh avanti...il pomello era sporco di polvere, pensi che le ditate non si siano viste? Per fortuna solamente io ci faccio ancora caso, se lo fosse venuto a sapere mia madre...- storse le labbra preservando gli occhi su quei legnetti uniti a T al pari delle loro ginocchia.

"Che maledetto coglione" si maledì per una dimenticanza simile.

-Jungkook mi ha detto cosa stai cercando di fare-

-Lo conosci?-

-Me lo fece conoscere Jimin durante un loro allenamento notturno...- travolse l'argomento con uno diverso -...questa è la nostra vecchia casa, l'hanno abbattuta per costruirci un supermercato un anno fa, ma come vedi alle persone piace più distruggere che costruire e così hanno lasciato marcire i ricordi di qualcun altro...i miei- osservò una parte crollata del piano superiore e le spranghe di ferro perforare quel manto di malta come tentacoli -Vengo qui spesso e siccome tu mi stavi seguendo ho pensato di fartela vedere-

-Perché? Può aiutarmi in qualche modo?- incrociò le braccia.

-Sì, è pertinente alla storia che sto per raccontarti. Non troverai tracce tra quelle mura pericolanti, ma voglio farti sapere comunque come Jimin sia diventato mio fratello- con la punta delle Jordan lanciò una pietrina verso quel surrogato di croce.

-Tu non mi conosci e io non conosco te...inoltre ho raccontato un sacco di bugie e frugato in casa tua, come puoi fidarti di me?- non si spiegava quell'uscita brillantemente logica quanto intuitiva.

-Tu ti fidi di me?-

-No, non mi dai l'aria di uno affidabile- sputò sincero.

-Peccato...tu invece mi hai dato prova di essere incredibilmente diretto. Io non vedo nulla di male, sto solo per raccontarti la storia di due bambini, non un segreto di Stato-



Hoseok non ha ucciso Yoongi...niente the end mi dispiace per voi ahaha. Cosa racconterà il nostro Hobi?

ßℓαcк Yσυηg Cђαηg  ||  YσσηmιηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora