-{➋}-

235 21 19
                                    

-Yoongi sicuro? Non mi sembra il parcheggio dell'università questo- affermò l'uomo sporgendosi verso l'altro sedile ormai vuoto.

-Si vede che non frequenti posti simili...- si voltò a fatica a causa dello zaino sul petto come un pargoletto ingombrante -...laggiù- indicò delle inferriate dietro le quali si srotolava un manto erboso e un vialetto in mattonelle plumbee.

-Yoongi per quella questione...ti prego, non voglio che rovini il nostro rapporto- dovette riportare la schiena dritta a causa della mezza età, sempre lì a complicare la sua passata gioventù.

-Quale rapporto?-iniziò ad imboccare la strada della sua nuova vita universitaria -Ah una cosa...- piegò leggermente il collo.

L'altro si sporse nuovamente con il sorriso, sperando in parole scalfite da un po' di compassione per una volta.

-...potete anche non venirmi a trovare. A me non dispiacerà, non preoccupatevi- con quell'ultima frase si allontanò lasciando Tyler ubriaco di ira per un ripetuto conflitto.

Appena superati i cancelli smaltati di resina nera si sentì subito più leggero.

Non era il luogo in cui avrebbe scelto di conseguire i suoi studi, ma era dotato di ottimi corsi, perciò il dispiacere iniziale piano piano scomparve.

Era da poco cominciata la primavera, il viale era deliziato dai salici e dai marciapiedi innevati dai fiori di ciliegio.

Sapeva avrebbe dovuto faticare più di tutti gli altri per aver cominciato gli studi dopo due mesi dall'inizio delle lezioni, infondo sua madre lo aveva costretto.

La verità è che il suo talento era così vasto che egli stesso riteneva di non aver bisogno di apprendere da altre menti.

Incredibile quanto fastidio e fierezza si nascondessero in quel corpo, ma più che altro fu allontanato da casa, non per concentrarsi sulla musica, ma sul vivere e stare tra gli altri comuni mortali.

Le sue preoccupazioni in quel momento erano particolarmente concentrate su come sarebbero stati il suo insegnante e il suo compagno di stanza, ovviamente era troppo sperare in qualcuno di simile a lui, per il semplice fatto che era unico, come gli dicevano fin dalla tenera età.

-Ehi tu!- sentì una voce in lontananza e una mano levata che frullava in aria, un ragazzo gli stava correndo incontro.

Yoongi si girò incuriosito e meravigliato dal fatto di aver già attirato l'attenzione.

-Ehi fermala...lì...fermala!- lanciò lo sguardo verso quel cocomero grezzo, chiamato comunemente palla da basket, la quale acquistava sempre più velocità nella sua corsa.

Non era un asso nello sport, ma adorava il basket e poi il suo possessore sembrava disperato, così allungò quanto bastava il piede per catturarla.

-Oh grazie...uff...- si piegò in due per riprendere fiato e la frangia si divise sulla fronte a causa della fascia -...sei l'unico...ad averla bloccata...grazie amico...sti stronzi...hanno tutti paura di rovinare le scarpe laccate- afferrò la palla e se la portò sotto l'ascella.

Erano amici? Yoongi non lo conosceva e di sicuro aveva parlato fin troppo.

-Io vado in sta scuola di scarpe laccate- dichiarò il corvino mettendo in chiaro la sua posizione.

ßℓαcк Yσυηg Cђαηg  ||  YσσηmιηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora