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-Ah Jimin di che ti preoccupi? Siamo venuti fuori città apposta, tranquillo l'università non lo saprà- lo rincuorava il più alto del trio.

-Io non sono sicuro...dai ragazzi per favore non andiamo...c'è una sala giochi qua vicino aperta tutta la notte e fanno degli hamburger buonissimi...- puntò le suole e gli altri due proseguirono -...Subyl...Changul, fermatevi vi scongiuro-

-Oh Jimin è sabato sera e domani abbiamo la giornata libera, ora non rompere il cazzo e muoviti, vedrai che sarà divertente- afferrò a braccetto l'insicuro che continuava ad esitare.

-Volete spendere così tutti i soldi che vi hanno dato i vostri?-

-Jimin sono dannatamente ricchi i miei, se non li spendono loro i soldi chi lo dovrebbe fare?- si pettinò i capelli oleati di qualche strana fragranza pregiata, sottolineando il fatto che fosse lui la voragine di sperperamento creatasi nelle dorate tasche del capitale di famiglia.

La Vie en Rose non aveva mai badato al trattare un solo genere di soddisfacimento per i propri clienti, era sì un locale prettamente omosessuale, ma all'interno potevano trovarsi anche altre fantasie parallele.

Era così acclamato per la sua stupenda raffinatezza e quella era la punta di classe a capo di un iceberg che si espandeva in tutta l'area notturna, la così conosciuta ciliegina sulla torta, tra la glassa della concorrenza.

Dopo aver pagato uno dei tavoli migliori della sala ed essersi accomodati il suddetto divertimento iniziò.

Subyl fece cenno ad una ragazza con una tuta rosa da maid di avvicinarsi e dopo averle sussurrato diversi comandi all'orecchio le diede una sculacciata.

Quell'esile corpo riceveva simili ordini quotidianamente e mentre Jimin restava sconvolto dal comportamento dell'amico ella era già avvinghiata al palo da lap-dance.

-Perché mi guardi male? Funziona così qua dentro Jimin, non fare il santo e vedi di trovarla te la prossima- divaricò le gambe in segno di totale rilassamento, consumando con le pupille quei fianchi e seni già troppo consunti per la sua giovane età.

Si muoveva in maniera erotica tanto da intimidirlo, la pelle strisciava contro il metallo nascondendone il lamento sotto la musica, lo sguardo fingeva di adorare quell'esibizione.

-Tesoro sei sta grandiosa...- le infilò una banconota all'interno delle mutandine -...resta nei paraggi- le depositò una seconda pacca.

Subyl più che un ragazzo di 19 anni pareva un magnate di 49 per i suoi rozzi atteggiamenti e Changul più il suo attendente che amico.

Molti si chiedevano come mai un ragazzo educato come Jimin trascorresse del tempo con lui, la verità era che il crescere lo aveva cambiato.

Erano stati amici invidiabili fin dalle elementari, fino a che entrambi, entrati in università, mutarono, chi migliorando e chi peggiorando.

-Allora Jimin, chi è la prossima troia?- solo già sentirlo chiamare in quel modo chi magari una scelta non aveva e tanto meno un Patek Philippe sul polso come il suo, aveva voglia di troncare all'istante quella tossicità.

-Subyl, smett...-

-Aspetta...- alzò due dita per ammutolirlo e poi indicò qualcuno dietro le sue spalle -...trovato-

Jimin accortosi del gesto si voltò e vide un ragazzo appoggiato nell'angolo di un corridoio che tratteneva le braccia come a volersi riscaldare.

ßℓαcк Yσυηg Cђαηg  ||  YσσηmιηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora