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Aveva appena concluso gli esercizi serali ed unico passo rimastogli da compiere era quello di tornare in camera e prepararsi per l'arrivo della nuova settimana.

Quella volta si era trattenuto brevemente rispetto alle altre, erano appena le 22.

Sapeva che se fosse tornato, Seokjin, ancora desto per i mancati rintocchi delle 23:30, lo avrebbe inondato di domande sulla sua famiglia e fatto esempi della propria.

Fu per sfuggire a quella spiacevole conversazione che scese le scale andando incontro a problemi ben maggiori.

La luce era come al solito brillante e Yoongi non si fece scrupoli ad entrare come un amico in casa altrui -Jimin ora mi devi spiegare come fai ad accendere la luce-

-Yoongi? Perché sei ancora qui? Non ti spaventa stare con me?- emerse tutto d'un tratto da dietro la coda a cassa del pianoforte.

-Ah sei lì...no che non mi spavento, sei la cosa più eccitante che mi sia capitata da quando ho messo piede in sto posto di merda e poi ti sentirai solo immagino- adagiò la pianola per terra e fece lo stesso con il suo corpo vicino ad essa.

-A me questa scuola piace e comunque ti ringrazio di farmi compagnia, quaggiù c'è poco da fare- si avvicinò innescando nel corvino un forte stato di disagio, sia per le condizioni cadaveriche dell'altro che per la poca distanza.

-Scusa, ma che fai di solito?- strisciò indietro di poco.

-Vedi quelle stelle dipinte?- indicò sopra la testa.

-Quelle sono stelle? Io pensavo fosse crepato il soffitto- piegò gli occhi in due mezzelune.

-Ma no che dici, sono stelline. Sono arrivato a contarne quasi due milioni...è che sono tantissime quindi sembra un tutt'uno il colore- sorrise servendo le sue gonfie gote.

-Bah io mi sarei già stufato dopo la ventesima- tirò fuori una sigaretta -Ti do fastidio?-

-Come potresti, io non respiro...- alzò le spalle -...ma prima mi suoneresti qualcosa?- incrociò le gambe.

-Ora? Ho appena finito e tirato fuori...ah va bene, non posso di certo dire no ad uno strumento simile- balzò in piedi facendo scrocchiare le giunte delle ginocchia.

Il pianista diede fuoco alle polveri melodiose, una sobria ed austera propaganda musicale che portò Jimin a sedersi, con le sue inconsistenti gambe, sulla tastiera e fissare l'agilità di quelle mani e quel ragazzo che d'improvviso lo aveva distolto dal contare le stelle di quel teatro.

-Cosa è stato!?- urlò Yoongi dopo aver udito il cadere di una scopa nello sgabuzzino -Jimin non eravamo soli? C'è qualcun'altro?-

-No no Yoongi, non c'è nessuno...io sono sempre solo, non ricordi?...e poi chi vorrebbe stare con me- rise nervoso.

"Taehyung" pensò iracondo ed ebbro di una non comune gelosia.

Si voltò e si sentì come perforato nella ragione e nello spirito da quello sguardo nascosto dalle ciocche platino -Cosa? Taehyung?-

-Taehyung?...- raggelò -...io non ho detto nulla...ho solo chiesto se ci fosse qualc...-

-Tu hai incontrato Taehyung? E...il nostro appuntamento, io l'ho portato in quella sala...Namjoon, il mio compagno di stanza...mi ha mentito...tu mi avevi detto che non avresti indagato!- il suo volto si mascherò di una livida acredine ed indietreggiò all'avanzare di Yoongi.

-Jimin ti è tornata la memoria, come fai a sapere tutto questo?- rispose meravigliato.

-No, non è tornato niente...solo guardandoti l'ho scoperto...tutto grazie a quella sensazione che ho provato durante il nostro primo incontro-

-Quindi vuoi dire che si è creato una sorta di legame tra noi due?- controllò i polsi involontariamente.

-Io non so cosa sia successo, ma una cosa è certa...tu sei un bugiardo Min Yoongi. Hai detto che avresti rispettato le mie volontà, me lo avevi promesso, ma hai preferito tirare fuori il mio nome ancora una volta nel vostro maledetto mondo...io non voglio sapere il perché e tanto meno chi siano i colpevoli della mia morte...cazzo sono già abbastanza tormentato e tu mi vuoi far rivivere tutto quell'orrore. Smettila! O giuro che...- alzò il pugno.

-Giuri cosa?...- gli si avvicinò minacciosamente -...non puoi fare più nulla e sai perché? Perché hai dato vinta a delle teste di cazzo togliendoti di mezzo, sei stato un debole Jimin. La vita per quanto possa essere ingiusta è il dono più grande, perché tu invece di un altro? Perché doveva andare così, ognuno ha un posto preciso e tocca a quella persona occuparlo e fare in modo che tutto non sia stato un errore. Io sto cercando giustizia per te, non so come e non ne so il motivo, ma ho la necessità di scoprire cosa diamine ti abbia spinto ad impiccarti. Se non avessi dato peso a quei soggetti ora potresti ancora studiare, vedere la tua famiglia ed io potrei conoscerti per quello che eri...un ragazzo come me e non quello che sei adesso. Quindi mi dispiace se non acconsentirai, ma tu non hai più una vita e se è il contrario non ti appartiene, hai fatto in modo che ognuno potesse ipotizzare chi fossi, perciò, per una volta, se uno come me tenta di denudare chi fosse realmente Park Jimin, non devi far altro che appoggiarlo- confessò anche il più arcigno dei pensieri.

Sarà stato per il vincolo intangibile creatosi tra i due che Jimin non proferì parola, ma solo una serie di sguardi accigliati, come se quello che veniva chiamato profondo fosse emerso in un istante.

Molte volte quello che si pensa e si afferma non corrisponde a quello che si prova nell'intimo abisso e ciò ne era stato un chiaro modello.

Lasciò cadere le funeree spalle sul muro e Yoongi fece lo stesso con le sue briose.

Trascorsero la notte affiancati.

Ognuno riflettendo singolarmente sulla propria idea di giusto, ma sempre insieme, continuamente collegati da quel lieve sentore di telepatia.



Scusatemi tantissimissimo per il ritardo, ma la campagna chiamava e così mio babbo ahaha. Spero che la storia continui a piacervi e se avete domande I'm here ahaha❤️

ßℓαcк Yσυηg Cђαηg  ||  YσσηmιηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora