Capitolo 13

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Chiara
Mi alzo e vado ad aprire. Niccolò mi saluta con un veloce bacio sulle labbra.
-Ciao bella-dice.
-Ciao-dico io timidamente.

Adriano
Mi irrigidisco vedendoli. Un gesto così piccolo. Un bacio così intimo mi fa pensare davvero che stiano bene. E non posso distruggere la felicità di due persone a cui voglio molto bene.
-Ciao Nicco-dico.
-Ciao Adria'-dice venendomi a dare il cinque.
-Allora sei tu eh-dico.
-Proprio io amico-dice allargando le braccia.
-Ma tra voi due c'era già qualcosa?-chiedo. Niccolò abbassa il viso. Chiara sta maledicendo il momento in cui mi ha fatto entrare a casa sua.
-Quando non stavamo insieme ci siamo visti-dice lei.
-Va bene. Daje Nicco che finalmente hai trovato una più bassa de te-dico scherzando.
-Ma hey-dice Chiara offendendosi.
-E comunque, nonostante la proporzione a L giochi a suo favore, dubito che il suo sia più grosso-dico uscendo.
-Ma che?-dice Niccolò.

Chiara
-Lascia stare-dico chiudendo la porta.
-Secondo te l'ha presa bene?-chiede Niccolò.
-Non me ne frega niente! Può prenderla come gli pare, io adesso sto con te-dico.
Lui sorride alla mia reazione.
-Sei la mia bimba. Non ti inca****, non serve-dice in tono dolce. Quasi mi sciolgo.
Mi sfiora una guancia con le sue manine morbide. Arriva a sfiorare il mio labbro inferiore.
-Stasera ti porto in un posto-dice sussurrando.
-Che posto?-chiedo.
-Un bel posto-dice.
-Se non me lo dici non ci vengo-dico.
-Ti porto in quel posto dentro me-dice.
-Non vedo l'ora-dico. Posa le sue labbra sulle mie in un bacio dolce e profondo.

Si fa sera.
-Dai vatti a cambiare che adesso usciamo-dice.
Vado nella mia camera. Opto per una gonna a ruota nera e una camicetta rosa cipria abbastanza trasparente. Torno in salone. Niccolò mi squadra.
-Per caso stai cercando di provocarmi con quella camicetta?-dice.
-Perché?-dico guardandomi allo specchio.
-Si vede tutto-dice.
-Che scandalo, sono una ragazza e porto il reggiseno. Arrestatemi-dico.
-Scherzavo, sei molto carina-dice.
-Grazie-dico.
Andiamo in macchina e partiamo.
-E comunque ti stanno benissimo i capelli così-dice riferendosi al mio nuovo taglio.
-Ah pensavo non te ne fossi accorto ahah-dico.
-Mi accorgo di tutto quello che fai. Anche quando arrossisci mentre ti faccio un complimento e sto guidando. Tipo adesso-dice spostando per un secondo lo sguardo dalla strada a me. Divento ancora più rossa.
Dopo un po' Niccolò ferma la macchina.
-Ma è casa tua-dico.
-Esatto-dice lui. Scende dalla macchina e viene ad aprirmi lo sportello. Mi fa scendere. Entriamo in casa sua.
-Sei delusa?-mi chiede forse accorgendosi della mia espressione.
-Nono. È che pensavo saremmo usciti-dico.
-Lo so, scusami. È che non posso andare in posti pubblici o affollati se voglio stare tranquillo. E so che non ami stare al centro dell'attenzione quindi non volevo metterti in situazioni imbarazzanti in cui veniamo sorpresi da paparazzi o da ragazzine che vogliono una foto.-dice.
-Tranquillo. L'importante è stare insieme-dico.
-È difficile stare con me, Chia'. Sei sicura di volerlo?-dice mettendomi le braccia attorno alla vita e avvicinandosi. Mi guarda negli occhi e io ricambio lo sguardo.
-Correrò il rischio-dico sicura di me. Lui mi mette una mano sulla guancia e avvicina il mio viso al suo per baciarmi. Il bacio parte dall'essere un innocente e dolce bacio all'essere un bacio passionale e pieno di intensità.
Quando, dopo un bel po' di tempo, ci stacchiamo, andiamo in cucina e Niccolò si mette a preparare l'amatriciana. Mi piace troppo vederlo muoversi di fretta tra i fornelli e il lavandino, tra la penisola e il frigo. È così carino quando cerca di rendere tutto speciale. E ci riesce, ci riesce perfettamente.
Non mi ero accorta che lo sto fissando. Lui mi guarda indagatorio e poi con le sue labbra forma un sorriso dolcissimo contornato da innumerevoli fossette che lo rendono ancora più bello. Anche Adriano era pieno di fossette, ma sorrideva raramente in modo così spontaneo.
-Che te guardi, piccola?-probabilmente sto sorridendo a mia volta ma come un'ebete.
-Sei carino quando cucini-dico.
-Solo quando cucino?-chiede alzando un sopracciglio.
-Sei sempre carino-dico.
Lui viene distratto dalla pentola che inizia a fare rumori strani. Scola la pasta e ci mette il condimento preparato poco prima. Impiatta e penso che forse sia sprecato come cantante, dovrebbe essere uno chef stellato. Giro anche a lui questa mia opinione ma sembra non approvare.
-Preferisco di gran lunga mangiare. Dà più soddisfazione. Pensa a quei poverini degli chef che stanno tutto il tempo a cucinare e non mangiano quello che preparano.-dice.
-Vabbè ma quando non lavorano mangiano loro-dico.
-Vabbè ma a me piace cantare oh! Che mi stai boicottando?-dice.
-Nono ahahah. Comunque hai un piano B-dico. Lui si gratta scatenando la mia risata.
-Dai Niccolò, siamo a tavola-dico senza riuscire a smettere di ridere.
-Mi dispiace ma quando dicono ste cose bisogna sempre grattarsi-dice.
-Va bene scusa, stavo solo scherzando-dico.
-Ah mbè-dice.
Finiamo di mangiare e aiuto Niccolò a sparecchiare. Apro il lavandino e lavo i piatti mentre Niccolò è andato in un'altra stanza.
-CHIAAAAA VIENI DI QUA-urla.
-ASPETTA UN ATTIMO. FINISCO DI LAVARE I PIATTI-urlo a mia volta.
-LASCIA I PIATTI. LI LAVO IO PIÙ TARDI-dice. Tuttavia una delle cose che odio è lasciare in disordine. Quindi mi sbrigo a lavare e corro da Niccolò.
-Che c'è?-chiedo vedendolo spaparanzato sul divano.
Lui batte un braccio sul posto libero affianco a lui invitandomi ad occuparlo.
Mi siedo e lui mi porta un braccio dietro le spalle.
-Ho una sorpresa-dice in un sussurro al mio orecchio. Si alza e va a sedersi al pianoforte a mezza coda in salone.
Fa qualche accordo e inizia a cantare:
-C'è una farfalla bianca che prova a nuotare
Ha l'aria di chi sa che il mondo mente
Vorrei darle di più di quel che posso dare
Farle sentire di più di quel che sente
Si posa una farfalla sulla spalla
Oggi mi siedo e resto ad ascoltarla
Poi dice che non è più tempo di parlare
Che poi domani ha un'altra vita da incontrare
Dice ti prego mi porti al mare
Avrei solo bisogno di capire
Se è giusto vivere quel che rimane
Ed io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In un posto dentro
E io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In quel posto dentro me
Si posa una farfalla sulla spalla ed io
Non posso darle altro se non un addio
Che il suo destino è fragile come la forza
Ma dice che oggi vola ed è lì la ricchezza
Rinchiude in un minuto vent'anni di cose
Il tempo in fondo è quello che noi gli affidiamo
Di quelle ali tra cent'anni chissà che rimane
Mi dice "lascio ai bimbi il sogno di volare"
Ma ora ti prego mi porti al mare
Qualsiasi posto purché sia altrove
Dove non servono più le parole
Ed io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In un posto dentro
E io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In quel posto dentro me-
Io lo osservo e sorrido durante tutto il brano.
Lui finisce di cantare ma non alza lo sguardo verso di me. Allora mi alzo io dal divano e mi metto davanti al pianoforte. Poggio i gomiti su di esso e guardo Niccolò.
-Questa l'ho già sentita molte volte. Fammi sentire quella nuova-dico. Lui sorride lievemente.
-Tanto domani ti devo dare lo spartito perché la devi suonare con me-dice.
-Allora fammela sentire così mi faccio un'idea-dico.
Lui inizia a cantare. Caspita! Questa canzone è davvero bella. Ed è diversa da tutte le altre.
Niccolò canta la prima parte ad occhi chiusi e poi il suo sguardo arriva su di me. Continua a cantare e suonare e i suoi occhi sono sempre addosso a me.
Finisce di cantare.
-È... è... è bellissima Niccolò-dico.
-Ti piace davvero?-chiede.
-Certo. È forse una delle più belle che tu abbia mai scritto-dico.
-Bene... allora prepara le valigie che fra tre giorni andiamo a registrarla a Londra-dice.
-Come mai tutta questa fretta? Lo so che ti piace mettere ansia e non la farai uscire prima di dicembre-dico avvicinandomi a lui.
-Sì ma mi piace risentire i pezzi tante volte. Deve essere tutto perfetto-dice. Si batte le mani sulle cosce e mi fa cenno di mettersi su di lui. Io lo faccio e porto un braccio dietro le sue spalle.
-Resti stasera? Resti di sera? Che il mondo è strano e non lo voglio incontrare stasera-dice in un sussurro facendomi rabbrividire.
-Se me lo chiedi così... come si fa a rifiutare?-dico mettendomi a cavalcioni su di lui.
-Chia' ti amo. Ti amo da quando ti stavo facendo cadere il violino fuori dal taxi. Ti amo da quando hai iniziato a suonare. E da quando ti sei staccata dal mio bacio quella sera. Il sapore delle tue labbra mi è rimasto impresso nella mente per tutto questo tempo e ogni giorno pensavo a quando avrei potuto sentirti di nuovo così vicina a me. Adesso non mi sembra vero di stare qui con te. E non mi sembra vero che stanotte rifaremo l'amore. Sei tutto ciò di cui ho bisogno-dice spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi sfiorandomi le labbra con il pollice.
Io chiudo gli occhi e poi realizzo. Sono stata una stupida. Ho fatto soffrire molto Niccolò. Lo leggo nei suoi occhi. Ancora mi chiedo come mai mi sia staccata da quel primo bacio. Ho perso tempo e Adriano è sempre stato bravo a farsi perdonare ogni cosa. Fino ad ora. Solo adesso mi sono resa conto che non ne è valsa la pena di perdonarlo ogni volta. E Niccolò non avrebbe dovuto soffrire così per me. Non mi sono mai accorta di quanto stesse male effettivamente.
Mi scende una lacrima. Lui si affretta ad asciugarmela con un dito.
-Hey piccola, che succede?-mi chiede. Io mi alzo in piedi e mi allontano.
-S...scusa Niccolò io... io non volevo farti star male-dico.
-Piccola sto bene ora. Va tutto bene. Adesso io e te siamo qui insieme. Non dobbiamo più pensare al passato-dice tornando ad avvicinarsi.
-Scusami-dico prendendo la borsa e dirigendomi verso l'uscita.
-Chia' fermati. Per favore fermati. Se ti dico che ti amo e che sono felice di essere qui con te è perché lo sono davvero. Resta qui però. Ti sto dicendo che non mi importa di quello che è successo prima-dice.
Mi riavvicino a lui.
-È che io ho paura. Tu sei... sei perfetto e io ho paura di incasinarti la vita-dico.
-Me la incasini di più se te ne vai perché non riuscirei a smettere di pensarti-dice arrivando davanti a me e posando le mani sui miei fianchi. Lo bacio. Lentamente. Dolcemente. Mentre lui cerca di accedere alla mia bocca con la lingua. E io glielo concedo.
Mi solleva e io, istintivamente, avvolgo le gambe attorno alla sua vita. Le nostre intimità si scontrano per un istante e noto che lui è già pronto. Ed io sono pronta ad accoglierlo. Lo provoco un po' scontrandomi nuovamente contro di lui.
-Dio!-dice lui sospirando. Sorrido sulle sue labbra.
-Che c'è?-chiedo facendo finta di nulla.
-Adesso me la paghi-mi porta in camera e mi mette coi piedi per terra. Arriviamo al letto e gli levo la maglietta. Stessa cosa fa lui con la mia camicetta per poi slacciarmi il reggiseno e stringere con una mano il seno sinistro. Abbandona le mie labbra e si dirige verso il collo. A questo contatto rilascio un gemito e butto la testa all'indietro mentre stringo i capelli disordinati di Niccolò tra le dita. Lo faccio tornare verso le mie labbra che bacia prontamente. Faccio scendere la mia mano lungo il suo petto fino ad arrivare ai suoi jeans che sbottono e sfilo mentre lui mi spinge per farmi sdraiare nel letto. Seguo i suoi movimenti e mi ritrovo lui sopra di me che mi sfila la gonna e si abbassa all'altezza della mia intimità che inizia a sfiorare con due dita attraverso il tessuto delle mutandine. A quei tocchi divarico istintivamente le gambe lasciandogli libero accesso. Inizia a toccarmi l'interno coscia con la punta delle dita facendomi il solletico. Poi riempie di baci quello stesso punto fino a salire. Lascia baci sulla mia intimità ancora coperta dalle mutande. Tiene lo sguardo fisso su di me ed è davvero eccitante il modo in cui mi guarda. Pieno di desiderio.
Mi accarezza il fianco con la mano. Ad ogni suo gesto rabbrividisco ed è una sensazione bellissima sentirmi sua.
Mi sfila finalmente l'unico indumento che mi era rimasto. Niccolò riempie di baci quella parte per poi passarci sopra la lingua e penetrarmi con essa. Rilascio un gemito di piacere e spingo il bacino verso il suo volto. Lui mi afferra dai fianchi per farmi stare ferma e mi stringe. Ansimo ripetutamente quando arriva al mio punto più sensibile soffermandocisi. Gli tiro i capelli. Lui interrompe quello che stava facendo e io lo guardo quasi delusa. Poi si leva i boxer e lì capisco il motivo per cui si è interrotto. Mi tira il labbro inferiore con i denti e contemporaneamente entra dentro me. Mi sfugge un breve urlo che viene messo a tacere dalle labbra di Niccolò che si premono sulle mie. Man mano le sue spinte diventano più veloci e intense. Allaccio le gambe attorno il suo bacino e inizio a muovermi all'unisono con lui. I nostri corpi si fondono insieme perfettamente. Il respiro affannato di Niccolò contro il mio orecchio è qualcosa di meraviglioso. Scende a baciarmi il collo e io butto la testa all'indietro, in mezzo si cuscini. Affondo le mani nella schiena di Niccolò e sento le gocce di sudore sparse qua e là sul suo corpo. Fare l'amore con lui è la cosa migliore del mondo. Sento che diminuisce la velocità delle spinte. Infatti dopo poco viene e io con lui. Si accascia sul mio corpo mettendo una mano tra i miei capelli e muovendola dolcemente.
-Ti amo, Niccolò-sussurro.
-Anche io, piccola-dice.
Si sdraia accanto a me e io poso la testa sul suo petto. La mia mano intrecciata alla sua. Uso un dito per ripassare il contorno dei suoi tatuaggi.

Niccolò
Guardarla dopo aver fatto l'amore è meraviglioso. Con quell'espressione un po' imbronciata ma felice. Avrei voglia di ripetere tutto da capo. È stato veramente fantastico. E so che è piaciuto anche a lei.
Dopo un po' mi accorgo che si è addormentata allora le lascio un bacio fra i capelli e chiudo gli occhi per addormentarmi.

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

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