Capitolo 24

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Niccolò
Mi sveglio tenendo Chiara fra le braccia ed è una sensazione bellissima. Controllo l'orario ed è tardissimo. Beh considerando che ci siamo addormentati all'alba...
La lascio dormire e mi alzo. Mi infilo i boxer e vado in cucina a preparare la colazione. Mentre sto facendo il caffè sento due braccia avvolgermi la vita.
-Buongiorno piccola-dico girandomi verso di lei per lasciarle un dolce bacio sulle labbra.

Oggi stiamo tutto il giorno a casa fino a quando non mi arriva una chiamata da Alessandro.
*chiamata*
A:Oi Nicco
N:Ale dimmi
A:Eh sono qui in ospedale. Niente, il padre di Adriano non ce l'ha fatta
N:Caz**
A:Adriano sta a pezzi. Non so se vuoi venire. Il funerale è domani
N:Ma quando è successo?
A:Stamattina presto
N:Va bene. Adesso veniamo
A:Ok. A dopo
*fine chiamata*

Sono sul divano con un braccio attorno alle spalle di Chiara. Mi guarda interrogativa visto che ho un'espressione rassegnata.
-Non ce l'ha fatta-dico. Lei mi abbraccia e piange insieme a me.
-Dobbiamo andare-dico. La prendo per mano ed usciamo di casa.
Andiamo in ospedale e troviamo Adriano disperato che abbraccia la madre messa altrettanto male.
-Adri-lo richiamo.
Lui alza la testa e viene ad abbracciarmi mentre si sfoga piangendo ulteriormente. Chiara si unisce a noi.

Oggi ho visto solo gente che porta dentro tanto dolore. Ho bisogno di scrivere. Mi metto al piano e finisco col comporre una nuova canzone.
La mattina vado a svegliare Chiara ma la trovo già sveglia.
-Hai dormito un po'?-dico sedendomi vicino a lei.
Fa cenno di no con la testa.
-Nemmeno io-dico. Lei si tira su.
-Ti ho sentito suonare. Hai scritto qualcosa?-mi chiede.
-Sì ma... non penso di farla sentire a nessuno-dico.
-Come mai?-dice.
-È più per sfogo personale-dico.
-Ok-dice.
-Te la senti di venire al funerale o mi aspetti qui?-chiedo.
-Vengo con te-risponde.
Le sorrido lievemente e mi alzo per vestirmi. Indosso un completo elegante nero che non usavo da anni. Lei si mette un vestito a maniche corte nero che le arriva sotto al ginocchio. Andiamo in macchina e passiamo dal fioraio per prendere un bouquet. Poi arriviamo in chiesa e troviamo fuori già molta gente.
Troviamo la madre di Adriano e le facciamo le condoglianze.
Di Adriano nessuna traccia quindi chiediamo a sua madre dove sia.
-Stamattina non aveva intenzione di venire. Spero solo che cambi idea e si presenti-dice.
Arriva il carro funebre e portano la bara sotto all'altare.
-Chia' io mi allontano dieci minuti. Tu aspettami qui-dico.
Lei mi guarda confusa.
-Dove vai?-mi chiede.
-A risolvere una cosa. Torno fra poco-dico.
Vado a casa di Adriano. Busso più volte e non mi apre. Lo chiamo al telefono.
*chiamata*
A:Che caz** vuoi? Sei te che stai bussando?
N:Sì, aprimi!
A:Se non apro ci sarà un motivo
N:Aprimi senza fare il cogl****
*fine chiamata*
La porta si apre rivelando la figura stanca di Adriano con gli occhi rossi dal pianto.
-Che vuoi?-dice.
-Che vieni a salutare tuo padre-dico.
-Mio padre è morto, non lo posso salutare. Non ha senso parlare con lui attraverso una bara-dice.
-Ricordi cosa ti aveva detto? Che lui ti avrebbe sempre ascoltato-dico.
-Quelle sono le caz**** che si dicono prima di morire-dice.
-Adriano vieni, per favore-dico.
-Perché dovrei?-chiede.
-Hai lasciato tua madre da sola-dico.
-E allora valla a consolare tu, visto che sei tanto bravo. Io non ci riesco-dice.
-Adriano vieni. Fallo per lui. Almeno pensaci-dico.
-Ok adesso lasciami stare-dice.
-Me ne vado-dico.
Esco da casa sua e torno velocemente in chiesa. Raggiungo Chiara e verso la fine della messa la porta del fondo della chiesa si apre ed entra Adriano. Interrompe il sacerdote per fare un discorso. Sale al leggìo e inizia a parlare.
-Buongiorno a tutti. Grazie per essere venuti qui. Sono sicuro che a mio padre farebbe molto piacere. Purtroppo non sono bravo con le parole. Non mi sono preparato nessun discorso ma volevo dire due parole visto che già ho fatto la mia bella figura arrivando quando la messa era quasi terminata. Beh volevo solo raccontarvi qualcosa riguardo a mio padre. Non era una persona molto aperta. Dava confidenza a pochissime persone. Era uno di poche parole. Di quelli che se gli chiedi di raccontare la loro giornata ti rispondono solo che è andato tutto bene. Anche se non era andata bene. Sono figlio unico e i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare niente. Sì mi sto dilungando troppo, scusate. Solo per dire che ho passato anni a pensare a quanto sarebbe stato bello vivere senza i miei genitori sempre col fiato sul collo. Per poi accorgermi che volevo solo averli vicini nei momenti del bisogno, quando invece li respingevo. Non potevo chiedere un papà migliore di quello che mi è stato dato. Forse avrei voluto che restasse con me un po' più a lungo. Ma c'è sempre stato quando glielo chiedevo. Ed è stato un ottimo padre. Vi chiedo solo di non dimenticarvi di lui così da farlo vivere ancora tra noi. Nei nostri ricordi-dice. Siamo tutti commossi dal suo discorso. Scende dal leggìo e si siede vicino alla madre che lo abbraccia.
Il sacerdote dà la benedizione finale ed usciamo tutti dalla chiesa. Con le macchine seguiamo il carro funebre fino al cimitero per dare l'ultimo saluto al padre di Adriano.

Una volta finito, noi miserabili andiamo al parcheggio. Io e Chiara ci sediamo sul cofano della mia macchina.
Alessandro e Gianmarco vanno a prendere delle birre e tornano dai noi.
Ne prendo una per me e una per Chiara. Andiamo avanti e ne beviamo tre o quattro a testa. Non ricordo. Verso sera tardi ce ne andiamo.
-Adria' se stai a piedi ti diamo un passaggio-dico.
-Grazie mille-dice lui. Sale in macchina davanti con me e Chiara si mette dietro.
-Adri vuoi dormire da noi?-chiede Chiara.
-Non vorrei disturbare-dice lui.
-Nessun disturbo-dico io.
-Va bene, allora grazie-dice.
Arriviamo a casa mia. Sistemo la stanza degli ospiti e la mostro ad Adriano.
-Grazie davvero, Nicco-dice lui.
-Di niente, frate'-rispondo.
-Senti se per favore non fate cose sconce mentre sono a casa vostra... almeno non fate troppo rumore-dice.
-Va bene frate', stai tranquillo. Oggi non è la giornata adatta-dico.
-Grazie-dice. Gli dò una pacca sulla spalla ed esco dalla sua stanza. Vado in camera e mi metto a dormire con Chiara.

Due mesi dopo...
Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo ritrovati a dover stare in casa per una pandemia.
Niccolò è appena tornato da Los Angeles. È andato nella sua casa in campagna ed io lo sto raggiungendo in macchina. Resteranno con noi anche Gabriele, Adriano e Pierlu, da quello che ho capito.
Come aveva detto Niccolò, con Adriano non c'è più stato niente. Siamo solo buoni amici. Mentre con Niccolò le cose vanno a gonfie vele anche se lui è spesso fuori per lavoro. Riusciamo a sentirci tutti i giorni quando non ci vediamo e quando è a Roma mi convince sempre a restare a dormire da lui.
Non ho bisogno di nient'altro. Sono felice.

Ecco sto entrando dal cancello della villa. Niccolò mi viene incontro e mi bacia. Non ci vedevamo da tre settimane.
-Ciao, piccola-dice.
-Ciao amore mio-rispondo sorridendo.
Mi porta dentro e saluto gli altri.
Non sappiamo quanto tempo dovremo stare qui insieme. Non sappiamo nemmeno se il tour negli stadi si farà. Ma nella vita bisogna saper aspettare. Le cose si faranno quando si potranno fare bene. Certo non vediamo l'ora. Ma per adesso stiamo bene così e l'importante è quello.
Non sappiamo come andrà a finire. Intanto ci godiamo queste settimane di "riposo forzato".
Sperando che la voglia di sorridere non passi mai.

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Ciao a tutti!
Questo è l'ultimo capitolo ma ho scritto un piccolo epilogo per concludere definitivamente la storia. Grazie a tutti per averla letta, per aver votato, per i commenti. In poco tempo siamo riusciti a superare le 500 views e vi ringrazio infinitamente. Non so se scriverò altre storie. Mi piacerebbe molto ma ci vuole tempo e impegno e non vorrei creare un prodotto fatto male. Nel caso vi terrò aggiornata.
Ci sentiamo domani con l'epilogo.
Vi voglio bene❤️

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