Strizzo leggermente gli occhi quando mia madre scosta le tende dalla finestra lasciando filtrare la luce del sole in camera.
Faccio un piccolo sbuffo, attenta a non farmi sentire, e mi giro su un fianco, dandole le spalle, mentre tengo socchiusi gli occhi quanto basta per poter vedere i suoi movimenti.
Quando mi accorgo che sta camminando verso il letto mi giro di nuovo mettendomi a pancia in su, roteo gli occhi quando il materasso si piega sotto il suo peso.
Mi alzo sui gomiti e la guardo, aggrotto le sopracciglia e scuoto quasi impercettibilmente la testa, assumendo un'espressione infastidita.
- Ora neanche la domenica posso dormire? -
Mia madre è sempre stata una bella donna, un fisico atletico, capelli color mogano che le ricadono sulle spalle perfettamente lisci, il viso dai lineamenti dolci, le labbra sottili ma non troppo, il naso alla francese e due grandi occhi verdi, da cui ho ripreso.
Anche se dopo la morte di papà è dimagrita, non si trucca e non si aggiusta i capelli, rimane comunque una delle donne più belle che abbia mai visto. E non lo dico perché sono di parte, anche perché non la sopporto.
- C'è la donazione del sangue oggi, ricordi? -
Mi tiro su facendo leva con le braccia, mi poggio allo schienale del letto e incrocio gambe e braccia.
Abbasso lo sguardo e mi mordo il labbro inferiore, lasciandolo per qualche istante tra i denti.
La donazione del sangue.
Se me ne fossi ricordata avrei inventato qualche scusa credibile, ed invece ora mi trovo nei guai.
Ogni due anni, la nostra parrocchia organizza la "Giornata delle Donazioni del Sangue", ed io con la mia famiglia abbiamo sempre partecipato.
Mi è sempre piaciuto sapere che facendo una piccola donazione potrei salvare qualcuno.
Ma quest'anno non posso farla, e solo io so il motivo.
Deglutisco mentre cerco di inventarmi una buona scusa per evitare di andare.
Mi schiarisco la gola e rialzo gli occhi sul viso di mia madre, scuoto piano la testa e scrollo le spalle cercando di sembrare più disinvolta possibile.
- Non posso. -
Mia madre, Meredith, alza le sopracciglia e gira leggermente il viso da un lato, con un'espressione confusa e sopresa in volto.
- Come sarebbe? -
Sposto lo sguardo sull'orologio digitale appeso al muro difronte a me. Sono le 10.23, di solito le donazioni iniziano verso le 12.
Mi schiarisco di nuovo la gola tornando a guardarla: è ancora in tenuta da notte quindi non mi resta che sperare che si sia alzata da poco.
Mi inumidisco le labbra passando velocemente la lingua tra di esse, scuoto la testa e scrollo le spalle sperando di sembrare più disinvolta possibile.
- Ho preso un antidolorifico più o meno un paio d'ore fa, mi sono svegliata con delle fitte all'altezza dello stomaco. -
Inizio a sentire caldo, quindi mi sposto la coperta da sopra le gambe, cercando di non sembrare agitata.
Guardo mia madre con la coda dell'occhio, ha ancora un'espressione confusa sul volto, e noto che dopo qualche istante alza un sopracciglio.
Mi alzo dal letto dalla parte opposta dove è seduta lei e ci giro intorno, camminando verso la porta.
Accellero leggermente il passo quando sento il materasso scricchiolare, segno che anche lei si è alzata dal letto.
Faccio per aprire la porta ma sento la sua mano chiudersi attorno al mio polso.
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Dope
FanfictionSposto lo sguardo da Harry a Camila e viceversa, prendo un respiro e mi asciugo gli occhi. - Devo raccontarvi una cosa. - ( Tratto dal capitolo 18 )