Capitolo 5

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(Scusate il ritardo ma ho avuto problemi con il Wi-Fi e avevo anche finito il 3G ahaha buona lettura!)

- Io.. ehm.. - distolgo lo sguardo dai suoi occhi e mi mordo il labbro inferiore. - Che intendi? -
- Non saprei, ti sono simpatica? Cioè vorrei sapere solo come ti sembro. -
- Non.. non lo so.. sei molto bella.. -
Accenna una dolce risata.
- Oh... grazie mille Lauren, anche tu lo sei, ma io non intendevo di aspetto fisico.. -
Torno a guardarla, mentre mi mordo l'interno della guancia, e il suo sguardo è dolce, accogliente.
- Oh, beh.. -
Vengo interrotta da Harry e Louis che irrompono nel salone proprio in quel preciso istante. Si lanciano brevi sguardi furtivi che nessuno noterebbe, a meno che non sappia tutto ciò che so io. Tiro un sospiro di sollievo, anche se non sono sicura del fatto che Camila rinunci a sapere cosa penso di lei. Infatti mi guarda ancora, dritta negli occhi, ignorando completamente i due ragazzi appena entrati nella stanza. Amplia poi il sorriso e mi fa un breve cenno con la testa, facendomi capire che il discorso è rimandato. Ha capito che mi piace? Spero di no.
- Ho finito con le domande, a chi tocca? - chiede la brunetta.
Harry alza la mano e la agita - A me! - ci guarda tutti e tre e poi posa lo sguardo su Camila. - Giuri di dire la verità? - chiede e la ragazza annuisce.
- Meglio l'America o l'Europa? -
La brunetta ridacchia, poggia i gomiti sul tavolo e si poggia con la guancia destra sul palmo di una mano. Alza e riabbassa velocemente le spalle, mentre il suo sguardo vaga tra le strade di tutte le città in cui ha vissuto e che ha visitato, alla ricerca di una risposta da dare al suo fratellastro.
- Non saprei, davvero, questa è la domanda più difficile che potessi farmi! Entrambe hanno i loro pro e i loro contro. Ma se dovessi decidere dove andare a vivere, probabilmente sceglierei l'Italia. Quindi la mia risposta è: Europa! -
- L'Italia? - chiede Louis, con un'espressione sorpresa in volto - Tutti gli italiani che conosco, sono scappati dalla loro patria. Parlano male della politica adottata e dicono che è diventato quasi impossibile viverci, per le tasse e i prezzi e.. -
- Hanno ragione Louis, - lo interrompe Camila - ma sono sicura che se vedessi il Duomo di Milano, i paesaggi della Toscana, i monumenti di Roma e il mare delle isole, anche tu vorresti viverci. -
- Qual è la tua città preferita? - chiedo senza pensare.
Harry mi punta l'indice contro e scuote la testa - Aspetta il tuo turno principessa. -
Roteo gli occhi accennando una risata, e con me ridono anche tutti gli altri.
- Anzi, visto che hai tanta voglia di parlare te la faccio io una bella domanda. - mi sfida.
- Spara. -
- Aspetta. Posso fare anche domande imbarazzanti? -
- Preferirei di no, ma se proprio devi.. -
- Tanto siamo in famiglia! - replica.
- Appunto.. - sussurro cercando di non farmi sentire.
- Giuri di dire la verità? -
- Lo giuro. -
- Sei vergine? - chiede, poi preme le labbra tra di loro per trattenere una risata. Louis sgrana gli occhi e guarda prima Harry e poi me, con un'espressione indecifrabile. Camila ha abbassato lo sguardo e si morde il labbro, in evidente imbarazzo. Ed io vorrei sprofondare nella sedia, e poi nel terreno; sento il mio viso andare in fiamme, sono sicura di essere diventata dello stesso colore dei peperoncini che coltivava mio padre sul balcone della camera di Louis. Non so come rispondere, anche perché qualunque risposta sarà imbarazzante allo stesso modo. Non riesco a credere che Harry mi abbia messo in questa situazione così imbarazzante, e per qualche istante mi pento di essermi preoccupata per lui, quando Camila doveva fargli la sua domanda, sperando che non gli chiedesse nulla sul suo orientamento in presenza di mio fratello. Mi mordo l'interno della guancia e guardo prima mio fratello - che mi sta ancora fissando a bocca aperta - e poi Camila, che tiene ancora lo sguardo basso. Lancio poi uno sguardo assassino ad Harry, che ricambia con un'espressione innocente.
- No. - rispondo velocemente. Non voglio guardare Harry, né tantomeno Camila. Ma in special modo, cerco di evitare lo sguardo di Louis. È sempre stato un fratello geloso e protettivo, e sicuramente aver scoperto che non sono più l'innocente bambina che ha visto crescere lo ha scosso parecchio.
Harry si schiarisce la voce, interrompendo il silenzio. - Okay. Niente domande imbarazzanti. Sinceramente mi aspettavo una risposta diver.. -
- Oh, davvero Harry? Ti aspettavi che ti rispondessi di sì? Per quale motivo, eh? - mi alzo in piedi allargando le braccia.
- Perché sono il tuo migliore amico, e pensavo che una cosa così importante me l'avresti detta. - il suo tono è calmo, e posso sentire il senso di colpa nella sua voce. Ma in realtà sono io che mi sento in colpa. Non gli racconto più nulla di ciò che mi accade, mentre lui lo ha sempre fatto. Semplicemente ci sono cose che non gli posso dire, e questa è una di quelle.
Mi risiedo e incrocio le braccia al petto. Poso lo sguardo su Louis, che ricambia, i suoi occhi sono pieni di sdegno.
- Lauren, hai sono 17 anni. - ringhia.
- Veramente ne ho 18. - ribatto.
Batte le mani sul tavolo.
- Cazzo, non significa niente! Sei piccola, diamine! -
- Non sono più una bambina Louis. -
- Non capisci? Non capisci Lauren?! -
- Cosa dovrei capire? - cerco di mantenere un tono pacato. Non voglio fare scenate davanti a Harry e Camila, loro non c'entrano niente con tutto questo. Mio fratello chiude gli occhi e si massaggia le tempie, prendendo dei bei respiri.
- Con chi sei stata, Lauren? - chiede, calmo.
Deglutisco.
- Non sono affari tuoi. -
Lui riapre gli occhi. E mi guarda. È arrabbiato. E molto.
- Lauren, hai 18 fottuttissimi anni, sei piccola, queste cose sono pericolose se non ci si sta attenti, voglio sapere con chi sei stata. Quindi dimmi: chi è stato? -
- Perché devi per forza avere questo tono accusatorio? Non mi ha mica uccisa! Abbiamo preso le precauzioni necessarie, puoi stare tranquillo che io un figlio a quest'età non ci tengo ad averlo. E poi perché ne stai facendo un affare di stato? Tu a 16 anni avevi già fatto tutto. -
Diventa tutto rosso, ma non per l'imbarazzo per ciò che ho appena detto.
- PORCA TROIA LAUREN È UNA COSA DIVERSA! DIMMI CON CHI SEI STATA! -
- Ti rendi conto della scenata che stai facendo? Non siamo neanche a casa nostra. Non ti vergogni neanche un po'? -
Mi alzo dal tavolo, lancio uno sguardo a Harry e Camila che assistono alla scenata a testa bassa, esco dal salone a passo svelto e mi dirigo verso la porta di ingresso.
- Dove stai andando?! - urla Louis.
Ignorandolo, mi infilo il giacchetto e prendo la borsa per poi uscire di casa senza né salutare né dare spiegazioni.

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Sono le 18 in punto ed è già buio, come se non bastasse, il retro dell'Hard Rock Café non è illuminato, ed è già tanto che riesca a vedere a un palmo dal naso.
Sento un rumore di passi provenire dalla mia destra. Mi giro istintivamente e vedo Frank, seguito da due suoi scagnozzi che gli illuminano la strada con due torce elettriche. Mi mordo l'interno della guancia per il nervosismo. Non ho i soldi che lui si aspetta, ed ho paura di come potrebbe reagire.
- Jauregui, ci si rivede. -
Faccio un cenno del capo e deglutisco. Mi si avvicina, con un ghigno orribile sulle labbra. Prende una ciocca dei miei capelli e se la arrotola attorno al dito, sento il suo respiro sulla mia pelle. Arretro di qualche passo e lui scuote la testa, contrariato.
- Non te ne andare, piccola. Hai qualcosa che mi spetta. -
- Non ce li ho i soldi Frank. - sputo fuori, con una voce tremante.
La sua espressione cambia, le sopracciglia si incurvano e formano un'orribile ruga di rabbia al centro della sua faccia.
- Scusa? -
- Hai capito bene, non ho i soldi. - ripeto.
Abbassa la testa e la scuote, mentre dalla sua bocca esce una risata che mi fa rabbrividire. La mia bocca diventa secca all'istante.
- Mi stai dicendo che io ti dò la mia roba migliore.. Gratis? - torna a guardarmi, i suoi occhi sono delle fessure. - Così non va bene, principessa. -
Prima che possa accorgermene, mi prende e mi sbatte al muro, tenendomi i polsi con una mano e avvolgendo il collo con l'altra. Faccio fatica a respirare e non riesco a muovermi. Probabilmente se combattessi riuscirei anche a liberarmi, ma sono come impietrita. E poi i suoi due scagnozzi non mi lascerebbero scappare in qualsiasi caso.
- Devi pagarmi stronzetta. - sposta la mano dal collo alla mascella tenendo fermo il mio viso.
- Sai cosa succede a chi non mi paga, piccola? -
Altri brividi mi corrono lungo la schiena, e le lacrime iniziano ad inondarmi gli occhi. Cerco di trattenerle, ma sentire di nuovo le sue mani sulla mia pelle è troppo per me.
- Oh, ma certo che lo sai. - avvicina maggiormente il suo viso al mio - Ma tu hai anche un altro modo per pagarmi, principessa. -
Poggia le sue labbra sulle mie e insinua la sua lingua nella mia bocca. Sa di fumo e vodka. Mi dimeno e cerco di sottrarmi a quel bacio rubato.
- LASCIAMI! - urlo non appena riesco a staccarmi, mentre cerco di liberarmi dalla sua presa.
- Mi piacciono le ragazze testarde. -
- LASCIAMI HO DETTO! -
- Ehy ehy ehy. L'altra volta non hai fatto tante storie. - ride maliziosamente.
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso.
- Che succede laggiù? - è una voce lontana, proviene da sinistra. Frank si gira cercando di individuarne il proprietario, ed io approfitto della sua distrazione.
- AIUTO! AIUTATEMI! - grido con tutto il fiato che ho in gola. Qualcuno corre verso di noi. Frank mi guarda con occhi non solo pieni di rabbia, ma pieni anche di sete di vendetta.
- La pagherai, stupida ragazzina. -
Mi libera dalla sua presa ed io cado a terra. Mi guarda ancora una volta, poi sparisce nel buio con i suoi due scagnozzi, che avevano già spento le torce. Scoppio a piangere e sussulto quando qualcuno si piega al mio fianco e mi poggia una mano sulla spalla.
- Lauren? -
Riconosco la sua voce calda e accogliente.
- Lauren che è successo?! Che cazzo ti hanno fatto?! -
È il mio migliore amico.
Harry.
Come ha fatto a trovarmi? E come faccio a spiegargli quello che è successo?

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