Ho un appuntamento alle dieci con Jan nel mio nuovo studio. E' in terapia con me da otto mesi. Ha diciannove anni ma ha già sofferto molto a causa della sua "disgrazia".
In realtà è un bel ragazzo molto educato e, soprattutto, mentalmente stabile. Il suo problema ha un nome. Jakob, suo padre. Jan è omosessuale e, secondo l'ottuso genitore, dovrei curare questa terribile malattia che ha colpito il figlio verso i quattordici anni e non incoraggiarlo a proseguire nella strada deviata che ha intrapreso.
Non vedo l'ora che arrivi in studio, voglio sapere come ha trascorso il suo primo giorno di lavoro. Jan ha trovato un posto come barman in un pub in Castle street. Per la verità c'è il mio zampino. Il proprietario è un amico. Cercava un ragazzo serio ed affidabile per il lavoro dietro il bancone assieme a lui. Sono certa che andranno d'accordo. Stare a contatto con le persone aiuterà Jan ad uscire fuori dalla sua timidezza e paura dell'altro. Con i soldi guadagnati potrà affittare un piccolo appartamento ed andare a vivere da solo, lontano dalle grinfie del suo ostico genitore. Il bruco sta lasciando il bozzolo e la splendida farfalla sta per spiccare il volo.
Sono davvero felice per lui e... per me. E' una bella soddisfazione aver contribuito a liberare un paziente dalle sue psicosi e manie. Il mio ego è profondamente soddisfatto dell'operato.
Senza neppure accorgermene sono arrivata a North Wall Quay. Parcheggio la macchina, apro il portabagagli e prendo un grosso scatolone che contiene alcuni miei oggetti personali.
Richard, il portiere mi accoglie con il suo solito caloroso saluto. Ho scoperto che i custodi dello stabile sono quattro e che la reception è sempre aperta per volere del proprietario Egan Connor. Sinceramente non ne capisco l'utilità. Questo posto ha un circuito interno di videosorveglianza eccellente, sembra Fort Knox. Mancano solo i soldati con le baionette ed i cannoni!
Richard mi vede in difficoltà e mi viene incontro per offrirmi il suo aiuto che, ovviamente, rifiuto. Non sono mica una timida fanciulla bisognosa del cavaliere.
Prendo, per la prima e forse ultima volta, l'ascensore. Attendo che arrivi al piano. Alzo gli occhi e vedo che è al quinto. Rifletto sull'offerta di Richard, forse era meglio accettarla. Credo di aver riempito un po' troppo lo scatolone, spero di arrivare un ufficio prima che lui decida di cedere sotto il peso degli oggetti che ho stipato dentro.
Inspiro lentamente l'aria che mi circonda. Le mie narici sono colpite da un profumo forte e speziato. Un mix di menta e muschio bianco direi. Vorrei girarmi in direzione della nuvola profumata, ma ho paura che il cartone si apra in due a causa del movimento di torsione.
L'odore si fa sempre più intenso, percepisco la presenza di una persona alle mie spalle. E' un uomo sicuramente visto che la sua altezza è di molto superiore alla mia. Le porte dorate si aprono davanti a me, entro e faccio spazio alla persona dietro di me.
<A che piano va?>
Ha una voce roca e possente.
<Al secondo, grazie> rispondo allo sconosciuto in modo incolore.
Le porte si chiudono e l'ascensore inizia a salire. Lo osservo attraverso lo specchio. Vedo il suo viso riflesso. I suoi impenetrabili occhi, neri come la pece, sembrano nascondere qualcosa di oscuro e selvaggio. Una ciocca di capelli gli cade morbida sulla fronte ed un leggero accenno di barba gli adorna l'ovale perfetto.
Arriviamo al piano dopo pochi istanti e, non so il perché, ma ne sono felice. Gli rivolgo un cordiale buongiorno e giro i tacchi pronta per sorpassarlo ed uscire, ma non riesco a fare nemmeno tre passi in direzione della mia stanza. Lo scatolone mi si piega in mano e si apre lasciando cadere per terra tutto il suo contenuto. Vorrei sprofondare in questo preciso momento per la pessima figura che ho appena fatto.
Sento un lieve risolino di divertimento, altro che dottoressa Dallahan, ora mi sento tanto una liceale al primo giorno di scuola. Faccio finta di nulla e mi piego per raccogliere gli oggetti caduti.
Mi sfiora un respiro caldo pericolosamente vicino al mio orecchio. Il suo corpo emana più calore di una stufa. E' strano, ma è una piacevole sensazione. Non riesco a descriverla a parole e questo, per me, è inusuale.
<Mi permette di aiutarla?>
Afferra il quadro con la mia laurea incorniciata. Osserva la scritta ed abbozza un mezzo sorriso.
<Dottoressa Dallahan> lo dice scandendo le parole.
Il mio cognome è una carezza detto dalla sua bocca.
<Sono una psicologa> rispondo per guadagnare del tempo e permettere al mio cervello di ritornare alla sua naturale lucidità.
Rattoppa la scatola e la tira su. Nelle sue braccia muscolose sembra pesare un grammo.
Lo precedo ed infilo le chiavi nella serratura che si apre immediatamente con un clic metallico.
<Molto bello il suo studio> mi dice posando il cartone sulla scrivania.
<Devo ancora terminare di arredarlo, ne ho preso possesso solo ieri>
Allungo la mano per presentarmi e darmi un tono.
<Samanta. Il mio cognome lo conosce già>
Prende la mia mano per ricambiare il saluto. La presa è salda e forte, ma giurerei di aver percepito un lieve tremito. Il calore che ne scaturisce è simile a quello di una candela accesa passata troppo vicino ad un dito. Ustiona!
<Piacere mio. Egan Connor>
Sussulto. Sono riuscita a fare una figura del genere proprio con l'eccentrico miliardario proprietario dell'intero edificio?
Sembra leggermi nel pensiero, ha le labbra leggermente piegate in una divertita smorfia.
Mi volto verso la porta. Qualcuno ha appena bussato. Vedo Jan, rosso in viso, sull'uscio in attesa di un mio comando ad entrare.
<Jan, accomodati. Un minuto e sono da te>
Si siede composto sul divano consegnato ieri. Mi rigiro nuovamente verso Egan Connor.
<Signor Connor, la ringrazio per l'aiuto>
<Solo Egan. E' stato un piacere, spero di incontrarla presto>
Se ne va chiudendosi la porta dietro le spalle, senza attendere una mia risposta.
<Bene Jan, cosa mi racconti di bello? Com'è andato il tuo primo giorno al pub?>
Prendo il mio block notes dallo scatolone e comincio ad appuntarmi le cose.
Mi butto a capofitto sul mio paziente, ma sono ancora stordita. In genere riesco in due minuti a capire la personalità di chi ho davanti è deformazione professionale la mia. Eppure non sono riuscita a decifrare alcun aspetto caratteriale di Egan.
E' come se in lui fossero racchiuse due persone insieme.
E' enigmatico e, per una indagatrice della personalità come me, questa è una bella sfida!
In ogni storia metto sempre qualcosa di mio. La storia di Jan e Jakob è reale (i nomi no). Temo quelli che, come il padre del mio amico, ritengono l'omosessualità una malattia da curare con una (non si sa quale!!) medicina😱Per la cronaca, il mio amico ha superato tutte le fobie e psicosi grazie al suo meraviglioso, unico e stratosferico compagno🥰
STAI LEGGENDO
Legend
WerewolfLa vita di Samanta sta per essere stravolta dal misterioso ed enigmatico Egan. Può una leggenda diventare realtà? ⚠️Attenzione: contiene scene di sesso esplicito🔞