Scelgo io le regole ora

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Bakugou p.d.v. 

Era notte fonda quando sentì dei rumori sospetti provenire dal bagno; in punta dei piedi vi entrai e scorsi dalla fessura della porta socchiusa (T/n), che era ferma davanti allo specchio e si guardava con nostalgia. Aprì la porta e scricchiolò; la maledissi mentalmente mentre la ragazza si girava verso di me spaventata. Quando capì che ero io si calmò sospirando appena. Sorrisi guardando il suo riflesso nello specchio 

"Che è successo?" Chiesi a bassa voce. Abbassò lo sguardo sorridendo leggermente 

"Sono solo molto stanca, Kacchan non preoccuparti." Scossi la testa prendendole le spalle 

"Stai tranquilla... dimmi che ti prende così di tratto che sei sveglia alle tre di notte a piagnucolare in bagno da sola... invece che stare con il tuo magnifico fidanzato" Dissi. Sorrise guardandomi dallo specchio 

"è vero che ho ucciso la mamma di una bambina innocente? A-avevo il suo lobo frontale tra le mani me lo ricordo... vero?" Chiese in tono grave. Annuì sospirando 

"Non potrei dire il contrario" Una lacrima le solcò il viso 

"Sono solo un mostro. Ho ucciso persone innocenti senza motivo, per pura cattiveria!!" La zittì; poi le diedi un forte abbraccio da dietro e la riportai a letto insieme a me. Avevo in mente di raccontarle il mio sogno su di lei in forma marionetta assassina. Doveva sapere, capire se c'entrava con lei quella forma così strana e inquietante. La riposi sotto le coperte e sospirai abbassando lo sguardo 

"L'altro giorno ho fatto un sogno.... su di te." Mi guardò perplessa 

"Io... io ero un bambino, piangevo senza un apparente motivo. Giravo per una stanza piena di scatoloni enormi da regalo e accanto a una di loro c'era sdraiato un pappone giallo." Ridacchiò guardandomi negli occhi 

"Un pappone?" Annuì serissimo 

"Si! Era un orsetto peluche tutto giallo con una tuba viola e il papillon abbinato. Era sdraiato accanto al pacco e mi fissava con due piccoli occhietti bianchi che non scorderò mai più. Ti giuro mi perforavano nell'anima. Comunque il pacco regalo su cui era sdraiato si mosse, e mi avvicinai senza smettere di frignare. Mi facevo pena da solo, ma questi sono solo dettagli; quindi levai il pacco che bloccava quello sotto e uscì tu. Eri ancora più alta, e mai scorderò i tuoi occhi gialli, (t/n). A un tratto spalancasti le braccia e dalla bocca usciva la stessa frase a ripetizione: "Domani è un altro giorno" e così all'infinito. Io presi il pappone e corsi via da te, mentre vedevo un braccialetto verde lime intorno al mio polso. Mi trovai in un'altra stanza e tu mi stavi inseguendo. Barcollavi per via delle gambette secche. Poi quando mi raggiunsi l'orso mi guardò cominciando a muoversi, e diceva anche lui qualcosa. Era tipo: "Non sarai mai più solo" e cose simili. Tu dicevi una cosa e lo stronzo altre, completamente diverse oltretutto! E io ero lì che piangevo come un deficiente" Dissi infine. Quel sogno mi aveva letteralmente traumatizzato perché ritraeva un qualcosa di inesistente. (T/n) annuì appena poggiando la testa sul cuscino 

"Non so cosa dirti porcospino; non credo di essere stata una marionetta in passato e poi... siamo noi e tutti i nostri amici! Il pappone aveva ragione, non sei solo" Le diedi un bacio e entrambi chiudemmo gli occhi addormentandoci all'istante. 

Bakugou's dream

Era notte fonda e nella casa non si vedeva niente. Avevo solo una torcia elettrica e sentivo la pioggia battente sbattere furiosa contro le finestre. Mi guardai intorno con il respiro affannato. Poi sentì dei grossi passi farsi sempre più vicini e venni travolto da un fulmine rosso; era in realtà un robot, privo di viso e corpo. Non aveva un arto e lo scheletro era evidente. Mi ruggì contro prima di darmi un potente pugno in faccia. Nero, poi caddi per terra trovandomi in un'altra stanza tetra. Stavolta davanti a me spuntò un altro robot, con il muso allungato e piuttosto storto. Il corpo possente era spezzato da due gambette secche con dei piedi piatti. Mi buttò a terra e alzò il braccio destro dotato di uncino: caddi di nuovo nell'oblio prima di trovarmi steso sull'erba umida nella notte. Il forte vento piegava i rami dei pini immersi dal buio. Aprì la torcia trovandomi di fronte a un sentiero smozzato da un ammasso di pietre. Lo seguì ma all'improvviso il terreno prese a tremare e un altro robot mi saltò addosso aprendo la bocca dentata. Al risveglio ero dentro una casa, piena di corridoi. Davanti a me sentivo dei click metallici e una sagoma alta e scura si avvicinava sempre di più a me. Poi si fermò accanto a un vaso, e con dei rumori simili a un orologio si accese, compresi gli occhi, si puntarono su di me come fanali. Cominciai a correre nella speranza che non mi vedesse più. Spensi la luce e mi accucciai dietro un angolo della casa. Sentì poi dei ticchettii rumorosi farsi sempre più vicini e un'alta figura snella mi porse la mano. Non riuscivo a credere che mi vedesse, però la presi nella speranza che mi aiutasse. Mi portò fino a una porta aperta, e fuori c'erano i tre robot che mi avevano ucciso nei loro modi. La marionetta mi spinse fuori con forza e i tre cominciarono a corrermi incontro come dei siluri. La marionetta era sempre (t/n), e mi voleva morto. Cercai di aprire la porta ma era chiusa; quindi chiusi gli occhi ormai cosciente del destino che mi spettava. Ma ciò non accadde, e tutto a un tratto ero insieme a lei e mi stava trascinando via da una caviglia. Cercai di staccarmi ma ero troppo debole e non avevo più il mio quirk, ero inutile. Mi guardai intorno spaventato e sentivo l'erba fredda strusciare violenta contro il mio corpo.

"ᴋɪɴɢ ᴇxᴘʟᴏꜱɪᴏɴ ᴍᴜʀᴅᴇʀ🔥" ʙᴀᴋᴜɢᴏᴜ x ʀᴇᴀᴅᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora