Another potion( Dramione)

- capitolo tre-

Durante tutto il tragitto Ginny non poté fare a meno di essere nervosa.
Non lo sarebbe stata se fossero andate in un posto qualunque in una zona qualunque di un quartiere qualunque nel bel mezzo di Londra.

Temeva che Hermione alla vista di Malfoy si sarebbe ricordata e sapeva che per questo non l'avrebbe mai perdonata.

«Ginny, andiamo sbrigati!» esclamó Hermione che era già dentro al camino.
Di solito le due ragazze volavano sulla scopa che puntualmente veniva guidata da Ginny, una delle poche cose in cui la Grifona non riusciva infatti erano cavalcare un manico di scopa e stare attenta alle lezioni di Divinazione della professoressa Sibilla Cooman, che fin da subito, aveva ritenuto inutili.
Molto meglio Rune Antiche, quella si che è una materia interessante.
Questa volta però, al posto di spostarsi a cavalcioni di una scopa, nonostante la Firebolt di Ginny, regalatole da suo marito Harry, fosse davvero veloce, per mancanza di tempo, scelsero di usare la Polvere Volante.

«Dove hai detto che dobbiamo andare?» domandó ancora una volta Hermione, mentre prendeva una grossa manciata di polvere dal vaso.
«Malfoy Manor.» disse la ragazza in risposta lasciando cadere la polvere sul pavimento, scomparendo poco dopo lasciando alle sue spalle una fiammata verde.
«Ginny, aspetta dovevamo viaggiare insieme! Malfoy Manor.» esclamó Hermione e queste furono le ultime parole che riuscì a pronunciare prima di trovarsi in un vortice che la trascinò con lei girando vorticosamente.
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Draco Malfoy era seduto in soggiorno ad aspettare, fissando in maniera maniacale il grande orologio a pendolo in salotto.
Teneva un bicchiere di Whiskey Incendiario in mano ed era seduto su un enorme divano in pelle nera.
Qualsiasi mobile o accessorio nelle stanze di Malfoy Manor era nero, argento oppure verde scuro.
La grossa villa era rimasta intatta, perché nonostante Draco avesse provato a convincere sua madre Narcissa, le sue richieste erano state puntualmente ignorate.
Da quando Lucius Malfoy, ex Mangiamorte era stato rinchiuso ad Azkaban, la prigione di massima sicurezza del Mondo Magico, la famiglia Malfoy non se la stava passando molto bene.
Antiche famiglie di Purosangue sembravano essere sparite nel nulla e Draco, non sapeva proprio come avesse fatto a concludere l'ultimo anno di studi ad Hogwarts.

A dire la verità lo sapeva.
E questo lo aveva tormentato ogni giorno.
Aveva saputo da Ginny che Hermione adesso era diventata la Signora Weasley, il solo pensiero gli dava la nausea, ma ai tempi in cui aveva capito di amare Hermione, il futuro per loro due sembrava tutt'altro che sereno.
La ragazza gli mancava tutti i giorni e poteva vivere solo di ricordi e affidarsi a Ginny Weasley.
Mai nella vita un Malfoy si sarebbe permesso di dare la sua fiducia ai Weasley, ma per Draco, che non la pensava più come suo padre da molto tempo, era stato ben diverso.

L'orologio segnava le due del pomeriggio quando Ginny finalmente comparve tutta coperta di fuliggine per via del viaggio, in fondo al camino in salotto.

«Peró, sempre puntuale Weasley, questo mi ricorda quando Lenticchia ha perso il treno per sbaglio insieme a San Potter.» disse il biondo sarcastico.
«Risparmia il sarcasmo Malfoy e togliti di mezzo.» ribattè la rossa inviperita.
«E perché mai? Il mio camino non sembra una reggia in confronto a casa tua?» disse Malfoy completamente divertito nel vedere Ginny infastidita.
«Non sto scherzando Malfoy, togliti sub...» la rossa non fece in tempo a concludere la frase, perché Hermione in quel momento le atterró esattamente sulla schiena spingendola a terra.

«Peró è più morbido del previsto questo pavimento...ma dov'è Ginny? Ginny dove sei?» chiese Hermione che non si era assolutamente accorta di essere atterrata proprio sulla schiena della ragazza.

«Hermione, spostati.» riuscí a dire Ginny.

«Oh, Ginny scusami tanto! Ti sei fatta male?» disse Hermione sollevandosi immediatamente cercando di pulire al meglio che poteva il suo mantello e la divisa.

«Non ti preoccupare, sta attenta la prossima volta.» disse Ginny ancora indolenzita.