Byron Love

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(T/N): tuo nome.
(C/C): colore capelli.
(C/O): colore occhi.
(E/P): elemento preferito.

-Ti do fastidio?- Non esattamente.
Sono io stessa a darmi fastidio.

Era finalmente arrivata la finale del Football Frontier e (T/N) stava per sfidare, insieme ai suoi compagni, la famosa Zeus. I calciatori, si erano allenati tanto per questa partita e speravano, con tutto il cuore, di portarsi a casa la vittoria.
'Alla fine siete riusciti a presentarvi, un punto per il coraggio. Tuttavia, sarà inutile, non potete battere degli Dei' erano appena usciti dallo spogliatoio, e si erano ritrovati davanti il capitano della squadra avversaria.
'Non perderemo contro di te Byron' rispose con grinta il nostro capitano Mark.
(T/N) lo osservò bene, i suoi compagni avevano avuto già modo di conoscerlo e osservarlo per bene. Portava dei lunghi capelli biondi e aveva uno sguardo da far paura anche ai più temerari, però la giovane, lo trovava stranamente interessante.
'Tutto è da vedere sul campo, non cantare vittoria troppo presto' entrò anche lei all'interno della conversazione facendo dei piccoli passi avanti.
Byron la osservò per bene, era bassa per la sua età ed una voce per nulla spaventosa.
'Avete anche una giocatrice? Sarà ancora più facile battervi' rise insieme ai suoi compagni per prenderla in giro e scoprire la sua reazione.
La ragazza percepì il sarcasmo ed irritata da questi atteggiamenti di superiorità, rispose: 'Dio da strapazzo, se ne sei così tanto convinto, dimostramelo in campo. Con le parole siamo bravi tutti' disse provocando a sua volta e aggiunse anche un mezzo inchino.
'Stupida umana, come osi prendermi in giro?' Era furioso, nessuna ragazza si era mai permessa di prenderlo in giro in quel modo.
'Fammi capire bene Love, tu puoi farlo ed io no?' Gli rise in faccia per la sua stessa frase.
'Mocciosa, fossi in te mi preoccuperei. Di certo non mi tratterrò in campo, anzi...' si avvicinò pericolosamente al volto di (T/N) percependo il profumo della sua pelle 'credo che sarai la mia vittima preferita' si allontanò stordito da quel forte odore di ciliegia, quasi non riusciva a sopportarlo.
Dopo questo breve incontro, tutti insieme si avviarono in campo per ascoltare la formazione dei titolari dell'allenatore Seymour.
La partita stava per cominciare e la (C/C) si sentiva osservata, guardò intorno a se capendo che colui che la stava guardando così insistentemente, era il bel biondo della Zeus.
Era riuscita inconsapevolmente ad attirare la sua attenzione.
La partita era iniziata, la palla era subito finita sui piedi del Dio.
'Conosciamo molto bene le vostre capacità e quindi, so che nessuno di voi è in grado di fermarmi' disse per poi effettuare una delle sue super tecniche il "salto temporale" che spazzò via sia Axel che Kevin.
Avanzava sicuro con il pallone ai suoi piedi, ed i componenti della Raimon iniziavano a preoccuparsi di questa sua sconfinata forza, tutti tranne (T/N).
Avanzava imperterrito, superando tutti con una facilità incredibile davanti a quegli' occhi (C/O) che lo scrutavano interessati.
'Non dovete provare vergogna se avete paura di noi, la vostra è una reazione comprensibile' prese in giro Jack e Bobby.
'Fatti avanti, io non ho paura di te!' Urlò a gran voce la giovane donna sfidandolo con lo sguardo.
Byron provò un certo rimorso per quello che stava per farle, ma era necessario per mettere in chiaro chi tra loro due, fosse più forte.
'Hai mai sentito battere le ali di un angelo? Inchinati al potere dei campioni, colpo supremo!' Si levò in cielo con due grosse ali bianche, per poi tirarle la palla contro.

La ragazza venne sbattuta in aria e così, anche il portiere Evans

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La ragazza venne sbattuta in aria e così, anche il portiere Evans.
Fece fatica a rialzarsi, ma non voleva dargli la soddisfazione di vederla stare male.
'Hai capito adesso? Poveri illusi, credevate sul serio di poter sfidare una squadra della nostra potenza?' La derise, ma dentro di se, a vederla in quelle condizioni, il suo cuore fece un tuffo e non si spiegava il motivo.
La Zeus a questo punto, lascio campo libero ai loro avversari ed in questo modo, li avrebbero fatti cadere nel baratro molto facilmente.
(T/N) era preoccupata, nessuna delle loro tecniche sembrava essere abbastanza forte per battere il portiere.
Il primo tempo si concluse con un vantaggio di due goal per la squadra degli dei e inoltre, molti giocatori della Raimon dovevano essere sostituiti per infortunio. Tuttavia, grazie alle manager della squadra, ora sapevano cos'era a rendere quei giocatori così forti: una sorta di sostanza dopante. 
Il secondo tempo era iniziato e le sorti non erano poi così diverse. Ella guardava i suoi compagni stesi a terra, esattamente come lei.
'Vuoi davvero continuare? No, è una domanda superflua, so già quale sarà la tua risposta' parlò questa volta il ragazzo, nella speranza di una resa.
Non voleva più farle del male.
'Mettiamola così Mark, sei ancora disposto a vedere i tuoi amici soffrire?' Continuò ancora il suo discorso per fare pressione.
'No, capitano rialzati' si udì la voce dolce della piccoletta mentre a fatica si rialzava da terra. La seguirono anche il resto dei suoi compagni, e si davano forza gli uni con gli altri guardandosi negli occhi.
'Continua quanto vuoi Love, tanto noi non molliamo' e si guardarono.
Fuoco contro (E/P).
'Colpo supremo' stava per fare il terzo goal e (T/N), non poteva assolutamente permetterlo. Così si oppose a quel tiro con tutta la forza che il suo piede destro possedeva. Sentiva delle fitte alla caviglia ma non se ne preoccupò più di tanto, il suo obiettivo era di non far entrare quella palla in rete.
Riuscì nel suo intento, ma Hillman fu costretto a sostituirla e a chiamare dei medici per portarla in ospedale.
Byron non riusciva a credere ai suoi occhi, quella mocciosa si era sacrificata senza pensarci due volte. Era immobilizzato, vedeva due uomini portarla su una barella fuori dallo stadio.

La Dea del calcio ribaltò i risultati di quella partita, alla fine i ragazzi per non rendere vano il sacrificio della loro amica, si fecero forza a vicenda e riuscirono a battere quella squadra che sembrava invincibile. Inoltre, gli inganni di Dark vennero fuori ancora una volta, e fu portato in carcere.
(T/N) si stava man mano riprendendo dall'infortunio, avrebbe dovuto solo portare il gesso per un mese e poi eseguire un'intensa riabilitazione.
I suoi amici erano tutti passati a trovarla e le riferirono della vittoria, della resa del biondo che aveva perfino chiesto scusa a tutti.
Si trovava sul letto e si annoiava profondamente, avrebbe solo dovuto resistere due mesi, poi sarebbe ritornata a giocare con i suoi amici.
'Non ne posso più di stare in questo edificio, maledizione a me e al giorno in cui ho deciso di dover bloccare quel tiro!' Urlò arrabbiata anche a causa delle infermiere che la tenevano chiusa in quella stanza tutti i giorni.
'Mi dispiace averti causato tutto questo, se avessi saputo che ti saresti buttata, avrei evitato di tirare così forte' la voce era calda ma la riconobbe facilmente.
'Non potevi saperlo, non fartene una colpa... sono stata io a rischiare, ero consapevole di ciò a cui andavo incontro' gli rispose con il dolce sorriso per rassicurarlo. In fondo aveva compreso i suoi sbagli.
'Ma ero comunque accecato dal voler essere il più forte di tutti' si siede di fianco alla ragazza accarezzandole i capelli.
'Puoi sempre esserlo, solo non in quel modo' rispose lei ormai rossa come un peperone.
'Posso chiederti perché avresti evitato di tirare così forte visto che sembrava esattamente il contrario?' Era curiosa di sapere il motivo di tanta preoccupazione.
'Non lo so nemmeno io, è da quando ti ho vista che nutro un certo istinto di protezione nei tuoi confronti. So di essere stato io a causare questo, però non riesco a non sentirmi in colpa quando si tratta di te' sembrava quasi una confessione d'amore che le stava facendo.
'Beh per farti perdonare, puoi sempre venire a trovarmi in ospedale ogni tanto' era ironica nella risposta, ma si capiva che non provava rancore.
'Posso venire anche tutti i giorni e lo faccio perché voglio e mi piace la tua compagnia, non di certo per farti un contentino' sapeva essere molto diretto, e la ragazza pensò che probabilmente nemmeno se ne accorgeva.
'Ora però devo andare, l'orario delle visite è finito. Ci vediamo domani?' Si alzò e rimase in attesa di una risposta.
'Va bene' disse e con un veloce movimento, Byron le baciò l'angolo delle labbra, per poi andare via.
(T/N) si toccò quello stesso punto e sorrise.
Quello era sicuramente un nuovo inizio.

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