(T/N): tuo nome.
(C/O): colore occhi.
AVVISO: Importante leggete lo spazio autrice!"E adesso? Qual è la rotta, capitano?"
"Seguiremo le stelle. Ho un appuntamento oltre il mio amato orizzonte"
Il Cammino Imperiale era iniziato da un po', Riccardo grazie all'aiuto di Arion, insieme a quasi tutta la squadra, stavano lottando per sconfiggere il quinto settore e portare a termine la rivoluzione.
(T/N) si era da poco trasferita dall'Italia al Giappone, a causa del lavoro dei suoi genitori; loro avevano deciso di iscriverla alla Raimon, e da lì a pochi giorni, avrebbe iniziato a frequentarla.
Il suo obiettivo era entrare a far parte del famoso club di calcio e non come manager, come giocatrice.
Suo padre, Paolo Bianchi, soprannominato la "meteora bianca", le aveva insegnato tutto quello che conosceva; lei come lui, aveva occhi ovunque e sapeva controllare perfettamente il centro campo: molti di loro, la definivano una stella nascente di quello sport.
Tuttavia, la ragazza non poteva definirsi tale, è sempre stata molto chiusa e con poche persone riusciva ad essere veramente se stessa: dolce, gentile e coraggiosa.
Il giorno del suo debutto in quella scuola arrivò troppo presto, indossare una gonna, inoltre, non rendeva le cose più facili.
Non sopportava quell'abbigliamento così scoperto, voleva essere libera di muoversi, non dover star attenta ad ogni minimo movimento.
'Molto piacere mi chiamo (T/N) Bianchi, sono italiana, spero che andremo d'accordo' si abbassò in segno di rispetto davanti ai suoi nuovi "amici", dopo essere stata chiamata in causa dal professore.
'Si accomodi di fianco al suo nuovo compagno' indicò un posto vuoto.
Annuì e camminò lentamente verso il suo posto, al lato sinistro c'era seduto un ragazzo dai capelli lunghi castani: i lineamenti erano fin troppo seri, sembrava quasi con la testa altrove, e non si degnò nemmeno di presentarsi.
Durante le ore di lezione, scoprì che il moro era davvero molto intelligente, e che provava una certa simpatica per il maestro di musica. Osservò a lungo le sue mani, le dita lunghe erano degne di un pianista; lei preferiva suonare la sua amata batteria, ed anche se non si direbbe, quando prendeva quelle bacchette in mano, si trasformava in un'altra persona.
Durante l'intervallo, tutti si avvicinarono a presentarsi alla nuova bella arrivata, in particolare, la colpì uno con due codini.
'Molto piacere, mi chiamo Gabi Garcia. Scusali, è che sei molto carina e non hanno perso l'occasione di farsi notare' le spiegò indicando il resto della classe.
'Sì, ho notato ma non mi interessa. Piuttosto, sai come arrivare alla sede del club di calcio?' Chiese portando alla bocca un bel boccone di pasta fatta in casa.
'Io sono uno dei membri e lui' prese per il braccio lo sconosciuto al mio fianco e disse: 'è il nostro capitano Riccardo'.
Strabuzzò gli occhi al suono di quelle parole, iniziava bene la giornata, ma si fece coraggio e affermò: 'okay, molto piacere... voglio giocare anche io' si girò di lato ammirando finalmente anche gli occhi rossicci del giovane accanto.
'Stai scherzando vero?' Potè ascoltare anche il suo tono di voce, leggero e calmo.
'Affatto, solo perché sono una ragazza non significa che non so giocare, forse, anche meglio di voi' parlò sicura delle sue abilità.
'Se sei così sicura ce lo mostrerai' dichiarò freddo il castano guardandola quasi a farle uno scanner.Cosa voleva?
'Bene, allora seguici che ti presentiamo il nostro allenatore' la tirò per la mano il rosa, facendola quasi cadere a terra.
Si incamminarono in silenzio all'interno della palestra, dove si stavano radunando già alcuni giocatori.
'Ragazzi non mi presentate la vostra nuova amica?' Sentirono una voce gentile, e quando si girò, non potè far altro che sorridere nel vedere che davanti a lei, si trovava il famoso Mark Evans.
'Tu devi essere la figlia di Paolo, (T/N) dico bene?' Non la lasciò neanche presentarsi, perché a quanto pare, sapeva già tutto.
'Sì, papà mi ha parlato molto di lei, ma non credevo di trovarla qua come allenatore' confessò arrossendo leggermente.
'Tuo padre voleva farti una sorpresa, comunque so già le tue intenzioni: sei dentro' le fece un occhiolino ed ella, non potè far altro che ringraziarlo.
'Ma mister, non sappiamo nemmeno come gioca, come può farla entrare così?' Parlò ad alta voce il suo nuovo capitano.
'So benissimo come gioca, credimi, non ne ha bisogno. Ora iniziamo con l'allenamento, tieni piccolina questa è la tua divisa' le piacque sapere che aveva già tutta quella fiducia, e voleva assolutamente ripagarlo per questo.
Si recò allo spogliatoio e mentre indossava la maglia con il numero quattordici, la porta alle sue spalle si aprì.
'Chi sei tu veramente?' Le si avvicinò minaccioso il regista prendendola per le braccia.
'Sono una semplice ragazza a cui piace il calcio, ora per favore, lasciami' abbassò la testa impaurita, mentre lui, spalancava gli occhi spaventato dalla sua stessa reazione.'Mi dispiace, non so cosa mi sia preso... ultimamente tendo a perdere la calma molto facilmente. Spero ti troverai bene con noi' ammirò perdendosi -solo per un attimo- negli occhi (C/O) della ragazzina che aveva davanti, per poi uscire da quel luogo abbastanza stordito.
Cosa gli stava accadendo quel giorno?
L'allenamento pomeridiano andò avanti senza intoppi, (T/N) mostrò a tutti quando in realtà fosse forte e temeraria rispetto a come si era mostrata.
I giorni passavano, e Riccardo, sembrava ogni giorno interessarsi sempre di più alla nuova arrivata; egli non sapeva come poterla avvicinare per conoscerla meglio, dal primo giorno che si erano presentati la sola cosa che aveva fatto era stata trattarla con sufficienza.
In realtà quella sua sconfinata dolcezza e il carisma, che poi mostrava durante le partite, non avevano fatto altro che aumentare il livello di attenzione nei suoi riguardi.
Fino a quel momento nessuna ragazza era mai riuscita a distrarlo dai suoi obiettivi: la musica e il calcio.
Si sa che l'amore arriva quando meno te lo aspetti, e per una volta la sorte volle toccare a lui.
Aveva cercato in tutti i modi di auto-convincersi di non essere innamorato di lei, ma alla fine, gli toccava ammettere a se stesso quanto la realtà fosse ben diversa.
'Ehi, tutto bene?' Si avvicinò la donna dei suoi pensieri.
'No, non sto bene' rispose girandosi dandole le spalle.
'So che non sono la persona adatta e che non ti sto molto simpatica, ma se hai bisogno sto qua' disse, ma in realtà non aveva capito nulla.
'Il mio problema sei tu' e appena sentì quelle parole abbassò la testa sconfitta.
Lui non l'avrebbe mai accettata, le aveva provate tutte per farsi notare, ma nulla sembrava ridestarlo.
'Mi dispiace causarti disturbo' si scusò sinceramente con il ragazzo che in fondo, le aveva rubato il cuore.
'Causarmi disturbo? Io non ne posso più di stare lontano da te' si girò, ammettendo dopo settimane i suoi veri sentimenti.
'Cosa?' Non riusciva a credere ai suoi occhi.
'Mi sono comportato in quel modo perché non volevo accettarlo, non volevo accettare il fatto che tu mi piacessi' si avvicinò per tirarla a se in un abbraccio.
'Io ci stavo male, perché anche tu mi piaci direttore d'orchestra' sussurrò soffocata dall'odore della sua maglietta.
'Avrei dovuto accettarlo prima' le alzò il mento con due dita, per poterla finalmente osservare da vicino.
'Non importa, è oggi che conta' a sua volta annuí, appoggiando finalmente le labbra rosse sulle sue."Il bacio più bello della loro vita"
Spazio Autrice
Per prima cosa, scusate degli errori, li correggo appena ho un po' di tempo.
Secondo, vi stanno piacendo queste One Shots?
Non vedo così tanta affluenza come mi aspettavo e un po' mi dispiace... non so se smettere e continuare solo la storia su Caleb.
Fatemi sapere nei commenti, non mi offendo tranquille😂
A presto, forse!
La prossima dovrebbe essere su Axel!
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One Shots - Inazuma Eleven
Short StoryIl titolo dice tutto! Divertitevi a leggere, se avete delle richieste, basta un messaggio! -Iniziata il 23/04/20-