Jude Sharp

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(T/N): tuo nome.
Stonewall: tuo cognome.
(C/C): colore capelli.

"La verità è che lui sente quelle fitte quanto te. Ma i guerrieri non mettono in mostra il cuore, finché non è l'ascia a rivelarlo"

Era arrivato un altro stancante giorno di intenso allenamento per (T/N). L'allenatore Sharp non aveva un briciolo di comprensione. Da quando Mark Evans aveva lasciato i calciatori per questioni personali, tutto era cambiato.
Il giovane uomo aveva solo qualche anno in più alla ragazza, ma grazie all'abbigliamento fin troppo elegante, al suo volto perennemente serio e arrabbiato, sembrava ne avesse una trentina.
Inoltre, sottoponeva i ragazzi ad esercizi fisici davvero pesanti, gli stessi ogni giorno da una settimana. Sembrava non aver capito che quella era la Raimon, non la Royal Academy.
'Stonewall ma dove hai la testa?' Ecco che le arrivava un'altra ramanzina. Certe volte non si limitava solo a rimproverarla, ogni mezzo era lecito per screditarla davanti agli altri.
La ragazza non ne poteva più di questo atteggiamento altezzoso e superiore, di certo si era calmata con gli anni a venire, ma se voleva, sapeva fare peggio di suo fratello Caleb.
'Non ci serve una centrocampista che non sa fare il suo lavoro, vedi di impegnarti se non vuoi perdere il posto da titolare' aggiunse ulteriore benzina al fuoco già divampato.
'Adesso basta! Sono stufa del suo comportamento, cosa vuole, che inizi a diventare come mio fratello? Perché ne sono capace e posso fare anche peggio' urlò contro il suo allenatore a pieni polmoni guardandolo dritto in faccia.
(T/N) sapeva dei vecchi trascorsi nella Inazuma Japan, di come all'inizio il suo adorato fratellone si era comportato con tutti.
'È una minaccia quella che mi stai facendo signorina?' La sfidò con le parole mentre gli altri, guardavano esterrefatti la reazione dell'amica non capendo a cosa si riferisse.
'La prenda come le pare. Mi impegno, non va bene. La assecondo, mi rimprovera. Do il meglio di me, e mi scredita davanti a tutti. Se vuole cacciarmi dalla squadra, lo faccia senza troppi giri di parole. Ma poi non si lamenti se le farò passare le pene dell'inferno, il calcio é tutta la mia vita!' Continuò ad urlargli contro incontrollata. Voleva vederla arrabbiata, beh, ci era sicuramente riuscito.
'Bene allora, fammi vedere questa esatta rabbia e voglia di colpire il nemico durante le partite, con la dolcezza non vai da nessuna parte' spiegò con calma alla giovane che lo guardava stranita.
Parve subito chiaro, che il mister si era comportato in quel modo solo per farle tirare fuori grinta e carisma. Forse, non era così cattivo come pensava.
'Bene' era l'unica risposta che le uscì dalle labbra, ma Jude sapeva che aveva recepito il messaggio.
La giornata era finita, la (C/C) alla fine, non aveva più ricevuto alcun fastidio. Si sentiva soddisfatta della giornata appena trascorsa e lo sembrava anche il ventiduenne, che non le aveva staccato gli occhi da dosso un attimo.
La diciassettenne se ne era resa conto, ma non le aveva dato poi così fastidio come si era immaginata.
Di certo poteva ammettere a se stessa, che il loro allenatore, era veramente affascinante.
'Ti sei calmata per prima?' le arrivò alle spalle la voce dell'uomo dei suoi pensieri.
'Sì, lei ha la capacità di far andare fuori di testa anche una persona calma come me' ammise e si girò per osservarlo.
'Era quello il mio scopo, ti voglio spietata in campo, non addormentata sugli allori' la provocò ancora con uno strano sorrisetto e le sembrava quasi di avere un'altra persona davanti.
'Allenatore Sharp, è sicuro di stare bene?' Si avvicinò poggiando una mano sulla sua fronte per controllare la febbre.
'Non ha la febbre, perciò perché sta sorridendo?' Lo prese in giro la ragazzina.
'Mai stato meglio' sorrise trattenendo una risata.
(T/N) non poteva credere ai suoi occhi, stava seriamente ridendo per una sua battuta?
'Beh, questa è la prima volta che la vedo stare così bene' fece due passi indietro per guardarlo e solo allora, si accorse che il ragazzo si era cambiato. Indossava una maglia nera a girocollo, dei pantaloni sportivi e uno smanicato beige. Sembrava sicuramente un ragazzo della sua età rispetto al solito.
'Comunque è ufficiale, dopo anche il cambio di look, il nostro mister ha perso definitivamente la testa' fece la parte di sbattersi una mano sulla fronte, per poi prendere il borsone dal pavimento per andare finalmente a casa.
'Mi sono cambiato per andare ad un appuntamento, sto così male?' Le chiese alzando un sopracciglio.
'No, al contrario finalmente non sembra un vecchio diavolo' si morse poi la sua "lunga" lingua, non riusciva mai a trattenersi quando pensava una cosa.
'Ah, quindi di solito mi vedi in quel modo?' Domandò ironico anche se aveva avuto già la risposta.
'La domanda giusta è: chi non la vede in quel modo?' Disse trattenendo una risata.
'Molto divertente ragazzina, che dici vogliamo andare?' Le chiese e subito dopo continuò: 'oh giusto, ti va di uscire con me?' Concluse leggermente imbarazzato.
La ragazza spalancò gli occhi, quindi l'appuntamento lo voleva con lei?
E da quando piaceva a Jude Sharp?
'Forse ho capito male, può ripetere?' Quante domande le frullavano per la testa in quel momento.
'Hai sentito benissimo, sono serio, esci con me? E dammi del tu, non voglio sentirmi un vecchio quando ho solo cinque anni in più di te'  si avvicinò porgendole la sua mano.
(T/N) la afferrò annuendo alla sua richiesta, dato che non sapeva davvero cosa dire o come comportarsi. Non si era mai trovata in una situazione del genere. Camminavano mano nella mano per le strade del paese e nessuno dei due, sembrava essere intenzionato a dire nulla ma entrambi, stavano bene in quel momento.
'Jude, posso chiederti il perché di questa uscita?' Era la prima volta che lo chiamava per nome e il ragazzo, non aveva mai sentito suono più bello.
'Era da tempo che volevo chiedertelo, precisamente dal primo giorno che ho affiancato Mark, ma non ne ho avuto il coraggio. Quando hai risposto in quel modo oggi in campo, mi sono detto che non potevo più aspettare. Sei troppo bella per prenderti gioco dei miei sentimenti' si girò a guardarla avvicinando il suo viso a quello della giovane.
'Mi hai stregato anima e corpo e vi amo, vi amo. E da oggi in poi non voglio più separarmi da voi' citò la sua scrittrice preferita facendola completamente arrossire.
'Se i vostri sentimenti sono gli stessi dei miei, ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre' e dopo queste sue parole sentì il cuore uscirle dal petto. Si era spinto a tanto solo per dichiararsi, l'uomo schivo e freddo che aveva conosciuto, era ora tormentato e innamorato di lei.
Non parlò, nemmeno una parola uscì dalle sue labbra e così come fece Elisabeth, lo baciò a stampo sulle carnose labbra.

"Bacio che fu sicuramente ricambiato"

"Bacio che fu sicuramente ricambiato"

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