(T/N): tuo nome.
(T/S): tuo soprannome.
(C/C): colore capelli.
AVVISO: sono presenti scene LEMON, se non vi piacciono, non leggete!"A volte, ci da fastidio, proprio perché è quella cosa che il nostro inconscio vuole, ma che il nostro conscio, è deciso a non prendere. E per cambiare idea, basta solo chiudere gli occhi."
Era da due anni che Jude e (T/N), stavano insieme e convivevano tranquillamente. Entrambi, avevano ormai superato i vent'anni, e si erano decisi a fare questo grande passo; quando si erano conosciuti per la prima volta, non è stato tutto rose e fiori, quello che tutti definiscono amore a prima vista.
Lui era il classico ragazzo disinteressato all'amore, al tempo riusciva a pensare solo alla carriera calcistica, e al diploma con il massimo dei voti.
Lei, fu un fulmine a ciel sereno, si era trasferita dall'America a causa del lavoro del padre. Sembrava una ragazza tranquilla a prima vista, in realtà se la si conosceva a fondo, era praticamente l'opposto.
Furba, intrepida, intelligente e provocatrice, trovò in Sharp la vittima perfetta.
Capitò nella sua stessa classe, e destino volle, che venne scelto proprio quest'ultimo come compagno di banco.
Da lì, iniziarono per l'occhialuto i primi tormenti. Ogni scusa era buona per dare fastidio, parlare di qualcosa, distrarlo dalla lezione, oppure cercare di sciogliere quel groviglio di capelli.Finché un giorno, accadde tutto in un colpo.
Nell'aula erano rimasti soli e la (C/C), stava provando a convincerlo come al solito.
'E dai, ero seria. Posso piastrare i tuoi rasta?' Disse avvicinandosi all'interessante amico.
'Ti ho già detto mille volte, che la risposta è no' rispose, anche se non ne poteva veramente più di sopportarla.
'Ma cosa c'è di male? Guarda che poi, mi tolgo dalle orecchie' per il centrocampista, la pazienza aveva un limite.
La prese per le braccia, e la trascinò fino alla porta. La chiuse di colpo, e la sbatté contro di essa: (T/S) sbarrò gli occhi per l'impeto violento di tale gesto e provò a parlare, ma il giovane non volendola sentire, le tappò con una mano la bocca.
'Stammi bene a sentire, non ce la faccio più. Quindi, se non vuoi vedere la parte negativa di me stesso, lasciami in pace' quasi le ringhiò contro quelle parole.
'Finalmente l'hai cacciato questo carattere, mi chiedevo per quanto ancora avrei dovuto aspettare' gli fece notare avvicinandosi al corpo che aveva di fronte.
'Jude, tu mi piaci' si sporse di più e baciò la bocca del giocatore, che mai si sarebbe aspettato una cosa del genere.
Non si dissero nulla, era stato troppo strano, semplicemente lasciarono correre.Continuarono a vedersi tutti i giorni, ma dopo quella sorta di contatto, da ambedue le parti, iniziarono a desiderarne ancora.
Per lei, era normale, dato che glielo aveva anche confessato, per lui erano sensazioni del tutto nuove.
Quella piccoletta aveva acceso i suoi ormoni latenti da troppo tempo, e per la prima volta si ritrovò a pensarla.
Ogni scusa era lecita, per provare a stare soli nella stessa stanza e pian piano, tutto cambiò.'Amore sono tornato' una voce rauca, la ridestò il cammino nei ricordi.
'Allora com'è andata?' Domandò al fidanzato, mentre gli dava le spalle per cucinare la cena.
'Meglio di quanto mi aspettassi' si avvicinò da dietro, le scostò i capelli profumati di miele, mentre iniziava a baciarle il collo: dal lobo dell'orecchio a scendere sempre più giù, nel suo punto cruciale per farla impazzire.'Non mi saluti?' Sussurrò in un orecchio, appoggiando le grosse mani sui fianchi formosi.
'Ciao nuovo allenatore della Royal' girò la testa per baciarlo sulla bocca.
'Suona bene detto dalle tue labbra' interruppe il bacio, solo per sbottonarsi la camicia.
Se c'è una cosa che (T/N) aveva imparato, è che non bisogna mai provocare uno Sharp.
Gemette, quando ad un tratto, due dita furono premute esattamente al centro delle sue gambe, ancora coperte dai pantaloni.
Vennero sfregate con forza e sentiva di stare quasi per cedere dal piacere, Jude era imprevedibile, riusciva a sorprenderla ogni volta con qualcosa di diverso.
'Ti voglio' uscirono disconnesse queste due frasi, dal corpo in fremito.
'Questa volta non sarà così facile, voglio che mi preghi' si slacciò gli occhiali, e con una mossa, li allacciò al viso della sua ragazzina.
'Io ancora mi chiedo, come faccia tu a vedere da questi co...' non la fece finire di parlare, che colpì con un sonoro schiaffo la sua natica destra.
'Sta zitta, okay?' Amava quando si imponeva in quel modo, la faceva eccitare come non mai. E sapeva anche, che quella sorta di gioco, piaceva ad entrambi.
'E se non lo facessi?' Provò a girarsi per provocarlo, ma le braccia dell'altro la tennero ferma in quella posizione.
'Sai già cosa ti aspetta' la spinse a pancia giù sul bancone e con forza, le abbasso i pantaloni.
'Hai messo il pizzo rosso, sai quanto questo colore mi faccia impazzire' sfiorò il bordo, massaggiando poi le natiche.
Era presa dalla frenesia del momento, per accorgersi che con l'indice, il suo moscone preferito si era già fatto spazio. Non vedeva nulla a causa di "quei cosi" e quindi, le sensazioni erano amplificate al massimo.
Si muoveva abilmente, ormai conosceva tutti i punti deboli della sua amata e non c'era cosa più bella, di vederla contorcersi sotto di lui, con la fronte sudata e gli occhi lucidi.
Si appoggiò al suo posteriore facendole percepire quanto la desiderasse, e fu allora che disse: 'ti prego, fammi tua'.
Senza aspettare oltre, si slacciò i bottoni del jeans, estrasse le dita e senza alcuna delicatezza -perché a loro piaceva così- entrò in lei da quella posizione.
Nella cucina, risuonava soave la voce della giovane, l'altro spingeva forte bloccandole i polsi e si sentì finalmente appagato, soprattutto, dopo una dura giornata.
Arrivarono insieme, e quando provarono a ricomporsi per mangiare, scoppiarono a ridere.
'Non credo di riuscire a cucinare dopo quello che abbiamo fatto in questo posto' alzò le spalle, buttandosi tra le braccia muscolose della sua metà.
'Ordino d'asporto?' La strinse a se baciandole il capo.
'Non potevo incontrare persona migliore due anni fa' disse e si alzò in punta di piedi baciando la leggera barbetta sulla guancia.
'Oh anche io, sei la mia "fastidiosa" ragazza, e ti amo ogni giorno di più' le disse e non rispose, preferì stringere la testa nel suo collo e sorridere imbarazzata."Era riuscita a perforare quella dura corazza e ora, occupava tutto il grosso spazio nel suo cuore"
Spazio Autrice
Questa assurda One Shot la dedico a Morgana, perché è stata lei a volerlo così spinto.
Mi dispiace per la grossa attesa, ma ho preferito aggiornare la storia su Caleb!
-Scusate gli errori, li correggerò in seguito, spero comunque vi piaccia!
A presto, con un'altra avventura❤️
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One Shots - Inazuma Eleven
Short StoryIl titolo dice tutto! Divertitevi a leggere, se avete delle richieste, basta un messaggio! -Iniziata il 23/04/20-