(T/N): tuo nome.
(T/C): Sherwind.
(C/C): colore capelli.
ATTENZIONE: In questa One Shot, siete la sorella gemella di Arion."Tu che indietreggi se io avanzo e poi ritorni quando scappo, siamo parole dette a caso da un pazzo che non gli da peso"
Era da poche settimane che (T/N) aveva iniziato a frequentare, insieme a suo fratello, il primo anno alla Raimon. Arion si era subito fatto valere, non solo aveva sfidato un ragazzo - a sua detta formidabile - appartenente al quinto settore, ma aveva fatto pure la prova per entrare in prima squadra.
Lei invece, molto più tranquilla, si era iscritta al club di disegno; nonostante ciò, non mancava mai alle loro partite e qualche volta, le piaceva andare ad assistere agli allenamenti.
Ella si sedeva sotto ad un albero, e senza farsi vedere, se ne stava lì per ore con occhi sognanti.
Nessuno la vide mai, fino al giorno in cui non osservò un ragazzo dai capelli a punta blu, colpire di proposito alcuni membri, tra cui anche il suo amato fratellone.
Sembrava essere imbestialito, tirava contro chiunque si trovasse davanti a lui, senza curarsene più di tanto.La ragazza non si fece intimidire, si alzò dal terreno, e camminò a passo lento verso un pallone a bordo campo.
Quando era più piccola, il suo amato idolo Axel Blaze, le aveva insegnato il famoso "tornado di fuoco", e questo era il momento di usarlo.
Si alzò con il tacchetto la sfera di cuoio, e dopo due giri su se stessa attorniata dalle fiamme, tirò verso la causa dei suoi problemi.
Victor, che quel giorno si stava particolarmente divertendo, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere; non ebbe nemmeno il tempo di girarsi, che la forza dirompente di quel colpo, lo fece volare via di qualche metro.
Alzò la testa leggermente intorpidito, e sbarrò gli occhi quando vide davanti a se, la copia al femminile di Sherwind.
'Non ci posso credere, quando hai imparato questo colpo? Chiese per l'appunto quest'ultimo correndole incontro.
'Non importa, tu stai bene?' Rispose con tono calmo, non curandosi degli sguardi che erano puntati su di loro.
Dopo essersi accertata delle condizioni di tutti i giocatori, si girò verso il ragazzaccio, aveva uno sguardo serio e penetrante: venne ricambiata con la stessa moneta.
Salutò con un inchino l'allenatore Evans, e se ne andò dando le spalle.
Da quel giorno, entrambi si tennero d'occhio l'uno con l'altro: uno curioso di scoprire qualcosa in più, l'altra, preoccupata che l'azione fatta, potesse ritorcersi contro i calciatori.Era un piovoso pomeriggio quando la giovane, munita di ombrello, si stava recando in ospedale per andare a trovare il suo migliore amico; lo aveva conosciuto facendo volontariato grazie a Camelia, una cara amica di sua zia Silvia.
Salutò i dipendenti con un leggero sorriso, e si diresse in ascensore per salire al terzo piano.
Fu in quel corridoio che vide un volto conosciuto, il porcospino che stava appena uscendo da una stanza. Alzò la testa e camminò verso quella direzione, dato che la camera di Sol, si trovava esattamente poco lontana da lì.
'Mi stai seguendo per caso?' Disse Blade bloccandola per una spalla.
'Perché dovrei seguirti?' Rispose la (C/C) alzando un sopracciglio.
'Che ci fai qua?' Nessuno dei due era intenzionato a rispondere all'altro.
'Potrei farti la stessa domanda, e ora se non ti spiace, sono di fretta' gli prese la mano e la scostò dal suo corpo, per poi, fare un cenno di "saluto" e andare via.Erano passati pochi giorni, e i due, non si erano più visti, troppo impegnati ad evitarsi l'un con l'altro.
Si trovava allo stadio, il mister le aveva dato il permesso di sedersi di fianco alle manager, e quel giorno, dovevano sfidare la Royal Academy.
Di Victor non c'era nemmeno l'ombra, e lei sperava sul serio di vederlo sbucare all'improvviso dal sottopassaggio: era l'unico che poteva eseguire 'l'assalto tuonante' senza fallire.
Non sapeva perché, ma era sicura sarebbe arrivato... in qualche modo -a lei ancora sconosciuto- aveva notato quanto amore in realtà, quel ragazzino provasse per il calcio.
La fine dei primi quaranta minuti arrivò velocemente, ed eravamo sotto di due goal, tuttavia, proprio quando tutto sembrava perduto: un attaccante dal volto conosciuto arrivò urlando.
'Ci provo io!' e dopo alcune lamentele iniziali, egli convinse i compagni ad entrare in campo. Poté mostrare a tutti la sua vera forza soprattutto, quando si parlava di gioco pulito.Gli "amici" avevano acconsentito alla frase: 'non ve lo chiede un imperiale, ma un semplice giocatore'.
La vittoria era stata portata a casa, e ne erano tutti entusiasti; lei si era accomodata in uno dei primi posti del pullman, lasciando andare quei "pazzi scalmanati" nei posti in fondo.
Chiuse gli occhi, ma la quiete durò ben poco quando sentì una mano scuoterle il corpo.
'Volevo chiederti scusa' disse il blu sedendosi nel posto libero.
'E per cosa dovresti scusarti?' Rispose alzando un sopracciglio interdetta da quella improvvisa dichiarazione.
'Per il mio comportamento nei tuoi confronti, tu non mi hai mai fatto nulla, non fai neanche parte della squadra. Anche se, devo ammettere che ne hai di forza per essere così magra, ho accusato un leggero dolore' ammise riportando in luce quel vecchio episodio.
'Te la sei cercata quella pallonata, vedi quante ne hai date tu agli altri' lo guardò negli occhi arrossendo leggermente.
Non aveva mai parlato per così tanto tempo con un ragazzo che non fosse Arion, si sentì leggermente a disagio.
'Ti metto in imbarazzo?' Spalancò gli occhi al suono di quelle parole.
Lui se ne era accorto, e la trovava davvero dolce; (T/N) invece, non rispose ma girò il viso dall'altra parte nascondendosi da quello sguardo magnetico.
'Dov'è finita la ragazza tosta che mi ha colpito con il tornado di fuoco?' La provocò per farla girare e quest'ultima lo fece.
'Se non la smetti di darmi fastidio, la tiro di nuovo fuori e questa volta, non mi risparmio' lo minacciò a sua volta facendolo ridere.
'Smettila di prendermi in giro!' Si alzò iniziando a tirargli dei pugni sul braccio, solo che a causa di una brusca frenata, si ritrovò letteralmente spiaccicata tra le sue braccia.
'Se volevi un abbraccio bastava dirlo' le disse in un'orecchio facendola arrossire ancora una volta.
Provò a staccarsi con la forza, ma fu inutile dato che la teneva stretta a se; appoggiò la sua testa sul petto della ragazzina e prima di chiudere gli occhi dalla stanchezza le sussurrò semplicemente: "grazie"."Si addormentarono in quella posizione e... lascio a voi immaginare la reazione dei compagni di squadra quando li videro"
Spazio Autrice
Ecco a voi la One Shot su Victor, ci ho messo tutto il mio impegno anche se il risultato, mi lascia un po' a desiderare.
(Fa un po' pena)
Quali altri personaggi desiderate?
Mi rimane solo Paolo da fare, quindi prenotatene altri nei commenti (anche di già fatti).
A presto!
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One Shots - Inazuma Eleven
Short StoryIl titolo dice tutto! Divertitevi a leggere, se avete delle richieste, basta un messaggio! -Iniziata il 23/04/20-