capitolo 3

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Jacopo povs

Siamo a casa di Gaia, è enorme e bellissima.
Un immenso prato verde ci ha accolti ,richiamava molto uno stile naturalistico brasiliano.
ci fece spazio per entrare dentro e la mia attenzione venne catturata da una sciarpa poggiata sul divano di pelle bianco.
mi avvicino minaccioso e affero la sciarpa tra le mani,la riconoscerei tra miliardi di cose, è la mia.
Gliel'avevo regalata prima delle festività natalizie,e mi ricordo anche la frase che le avevo rivolto:
"Tienila , quando ti mancherò stringila forte e sarò lì con te"

Un vortice di ricordi fanno largo alla tristezza che invade ogni parte del mio corpo,a partire dal cuore.
Sono stato uno stronzo,ma se non l'avessi fatto avrei mandato all'aria una relazione di 3 anni con Greta ed il mio amore per lei era troppo forte per poterne fare a meno.

a me si avvicina Martina

M: è passato un po' di tempo, potreste anche chiarire
J: mi odia
M:Jacopo,mettiti nei suoi panni su..sei ancora in tempo,ma almeno parlagli e che cavolo,sei nella sua casa e l'unica cosa che sei riuscito a dire è stata la domanda al suo fidanzato.
J:ma io
M:tu un corno,ti sei comportato malissimo e l'unica cosa che puoi fare e almeno non l'indifferente con lei.
J:non me la sento
M:e per quale cazzo di motivo sei qui?
J:non alzare la voce
M:qui si tratta di una mia amica caro mio e non mi sto zitta
J;sono anche io tuo amico
M:a maggior ragione ti faccio capire l'errore,se lei avesse fatto la stessa cosa che hai fatto tu ora sarei da lei con questo tono che sto usando con te..
J:ok

Dico mentre gioco con il laccio dei miei pantaloni fissando il pavimento bianco laminato a quadroni.
Stefano si avvicina a noi

Ste:regaz gaia ordina le pizze,voi come la volete?

Menomale neno ci fa cambiare discorso e ci ritroviamo nell'androne delle scale per accedere al piano di sopra.
Gaia è alla mia destra a pochi centimetri da me,le nostra braccia si sfiorano ma lei continua imperterrita a tenermi il muso.

J: comunque se vuoi posso anche andare in hotel a dormire.
G: siamo tutti qui e non ne vedo motivo.

Sputa fredda mentre fa passi più lunghi dei miei per sorpassarmi ed evitare altri tipi di discorsi.

Siamo al piano superiore dove gaia ci mostra le nostre stanze.
Io dormirò con Stefano nella stanza accanto alla sua che condividerà con Giorgia e Giulia.
Mentre talisa e Martina sono nella stanza di fronte alla nostra in contrapposizione con il bagno.

Poggio il borsone sul pavimento ed esco in fretta dalla stanza,non so nemmeno io il perché.
Tutti sono dentro le rispettive camere e Gaia è appena uscita dalla sua.
Ci ritroviamo di fronte e le accenno un timido sorriso,uno di quelli amari.

G: perché?
J:c-cosa?
G: lascia perdere.

Lo leggevo nei suoi occhi,era delusa e triste.
La fermai per un braccio e la portai verso di me, si spostò una ciocca dietro i capelli e mi fissava con quei suoi due occhi azzurri che contenevano pianeti che in pochi hanno avuto il privilegio di visitare,io ero tra di loro ma sono andato via e ora la porta di quei mondi ahimè è sbarrata con doppio lucchetto per me.

G: Jackie perché? perché non mi vuoi più bene?
J:ma cosa dici? Non è così.
G:lo vedo si percepisce, è palese Jaco
J:te lo posso assicurare che ti sbagli,mi sono comportato male e ti chiedo

Vengo interrotto da quel tipo pelato, mastrolindo.

D:a ga io me ne devo annà. Dammi un bacio piccolé.

Quel suo accento romano mi faceva tornare con la mente tra le stradine di Roma che visitai in compagnia di Gaia quando ancora il nostro bene era forte e indissolubile.
Restai imbambolato davanti a loro che si scambiavano effusioni senza tenere conto della mia presenza.
Devo essere così tanto insignificante pensai.
Solo un attimo dopo,quando Gaia si staccò dal bacio mi guardò e arrossì.

G: ehm ci vediamo.
D:ci vediamo,ciao pupetto
J:ciao mastrolí

Ops mi è uscito...
Menomale non rispose e scese le scale con tutta l'eleganza di un energumeno.

G:dove eravamo rimasti?
J:ah sì

Cercai di riprendere il discorso ma fui di nuovo interrotto, questa volta dalla napoletana.

Gi: UAGLIO ho visto l'armadio mado che casino,non so come sistemarlo. Io sono una perfezionista o saje?
J-G:eh?
Gi:mi dovete scusare,mi dimentico che voi non capite il dialetto,dicevo lo sapete che sono una perfezionista
G:ah sì sì,io lo so come sei Giulia . Prenditi tutto lo spazio che vuoi nell'armadio.
Giù: thank you

Le dice posando un bacio sulla sua guancia.
Quanto vorrei darle anche io un bacio sulla sua guancia,mi manca abbracciarla poterla rassicurare da tutti quei suoi mille dilemmi e paranoie, ma ora ci starà pensando Daniele,spero sia felice con lui, e soprattutto spero non la ferisca come il demente con cui era prima.
Lei era una sorta di spirito guida per il mio percorso mi stava domando tanto,avevamo parlato di qualsiasi cosa e sa tutto di me come io sapevo di lei.
Già "sapevo" , sembra essere passato un eternità invece sono solo 6 mesi fa,eppure quando qualcosa ti ferisce e ti "macchia" dentro accade così cerchi di dimenticare ma è inutile,il passato se si può definire tale tornerà sempre a ricordarti ciò che hai fatto e come ti sei comportato.
Ora io mi sento in difetto con me stesso per aver ferito quella ragazza che cerca di dimostrarsi forte ma dentro è più fragile di un fiocco di neve (che io avevo tra le mani),ma è piena di principi,inoltre possiede un bagaglio culturale a 22 anni da mettersi le mani nei capelli.

Spazio autrice

Ecco a voi il punto di vista di Jacopo,fatemi sapere nei commenti su chi volete che esprima il proprio punto di vista (gaia/Jacopo) nel capitolo che scriverò domani🛑❤️

тυ ηση мι вαsтι мαι (∂σ yσυ lσνє мє?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora