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La casa di Jimin era piccola, angusta e quasi completamente bianca.
Nonostante ciò, Jimin la teneva pulita. Non c'era un filo di polvere e neanche un piatto sporco nel lavandino della cucina, era tutto immacolato.

Tae era sorpreso da tanto ordine, neanche casa sua, pur vivendo coi suoi, era così pulita.
《Complimenti per la pulizia, è bellissima.》
Jimin rise a quelle parole.
《Questa casa cade a pezzi, vivo solo da anni ormai.》
Tae era confuso, "solo"?
《Come mai solo?》
Jimin si rabbuiò leggermente e abbassò lo sguardo.
《Mio padre è morto anni fa e mia madre mi ha abbandonato.》
Tae lo abbracciò d'istinto. Il più grande arrossì, ma ricambiò l'abbraccio.
《Grazie.》
Sorrisero e si staccarono.
《Oh che stupido che sono! Siediti pure.》
Jimin imprecò interiormente e indicò al più piccolo il divano. Tae si sedette e lui fece lo stesso.

《Come mai mi hai scritto?》esordì Jimin, dopo qualche minuto di silenzio che sembrava un'eternità.
Tae arrossì e cominciò a giocare con le proprie dita nervosamente.
《Ehm... tu... ecco... sembravi... carino... cioè simpatico! Sembravi simpatico!》
Jimin scoppiò a ridere facendo arrossire ancor di più il più piccolo.
《Beh, anche tu mi sembri "carino cioè simpatico".》 
Tae si coprì il viso ormai scarlato.
Jimin smise di ridere e gli cacciò delicatamente le mani dal viso, lasciandogli un bacino sulla fronte.
A quel gesto, il più piccolo si sentì andare a fuoco, ma gli sorrise.
《Non coprirti, voglio vedere il tuo bellissimo viso.》
Ormai Tae era viola.
Jimin lo abbracciò e gli fece poggiare la testa sulla propria spalla accarezzandogli i capelli.

~Falling for You~ [vmin] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora