"Casa è dove lasciamo il cuore"
Non c'è una canzone per questa situazione. O forse sì, ma non abbiamo voglia di ascoltare musica.
Tutto ciò che è udibile fra noi proviene dal debole ronzio dei motori dell'aereo. Haz ha impedito a Liam e a Zayn di venire con noi, e loro erano preoccupati che avrebbe potuto agitarsi se non ci fossero stati. Ma stamani niente poteva smuoverlo. Voleva che ci fossi solo io con lui. Mi ha portato fino all'auto. Poi all'aereo. Dio, voglio che mi porti in giro come un accessorio ovunque voglia, basta che non sia a casa. Solo che mi sta portando a casa. A Seattle. Dove io dovrò rimanere. E lui ripartirà.
Tutt'e tre i medici hanno detto che non posso viaggiare. Che abortirò sicuramente se non mi riposo.
A letto.
Con una crema apposta per la mia situazione.
È quello che ci hanno detto che mi serve.
Non sanno che ciò di cui ho bisogno è il mio diavolo con gli occhi verdi, e il pensiero di essere separati per due mesi, finché non ho superato il primo trimestre e non sarò fuori pericolo, mi fa venire voglia di piangere.
Adesso Haz è seduto al suo solito posto, con la testa all'indietro mentre fissa il soffitto dell'aereo, accarezzandomi la testa con fare assente.
Sembra infelice quanto me. Riesco ancora a sentirlo mentre dice ai due medici che ha fatto venire nella nostra camera d'albergo, dopo che mi avevano prescritto "niente viaggi" e "riposo a letto", «È impossibile. Ho bisogno che stia con me. Lui va dove vado io».
E quando il terzo medico ha detto che gli dispiaceva e se n'è andato, mi ricordo di averlo implorato in modo patetico: «Non puoi davvero pensare di riportarmi indietro. Vero? Harry, riposerò. Non mi muoverò, cazzo. È tuo figlio. Terrà duro! È così. Non capisco come mandarmi lontano da te mi farà stressare di meno. Non voglio andare a casa. Starò a letto tutto il giorno, ma non mi portare a casa!».
Sembrava così frustrato, pronto a strappare qualcosa in due a mani nude quando ha detto a Liam: «Fa' preparare l'aereo». E poi si è girato verso di me, e mi ha guardato con occhi verdi privi di qualsiasi luccichio. Non ha nemmeno avuto il tempo di spiegare perché ho cominciato a piangere.
E quindi eccoci qui.
Che palle.
A dodicimila metri da terra, in volo verso Seattle.
Sono sdraiato sulle poltrone con la testa sulle sue gambe e rivolto in alto, mentre mi accarezza i capelli seguendo il verso del mio ciuffo, fino alla nuca. Sta fissando il soffitto da un'ora, respirando lentamente, come se ogni respiro dovesse calmarlo ma non ci riuscisse.
Mi piange il cuore a pensare quanto sarà difficile per lui non lasciare che questa storia gli incasini la testa. Voglio sussurrargli delle rassicurazioni, ma sembra che non riesca nemmeno a parlare, da quanto sono incazzato con la vita per avermi rifilato un'altra fregatura.
All'improvviso, comincia a baciarmi dolcemente, prima sopra l'orecchio, poi sul lobo e infine dentro, e il suo respiro caldo manda brividi di piacere nel mio corpo mentre sussurra e ringhia parole che sembrano essere state strappate dalla sua anima. Mi bruciano gli occhi, e sono sicuro di avere un coltello conficcato nel petto mentre mi dice: «Mi mancherai... Avrò bisogno che tu sia bravo... Prenditi cura di te... Ho bisogno di te...».
Mi sento la gola così gonfia che riesco appena ad annuire mentre lo guardo mettersi una mano in tasca e tirare fuori una carta di credito platino.
«Usala», sussurra.
Immagino che Niall morirebbe se un uomo gli desse una carta di credito, ma non voglio andare a fare spese o cose del genere. Non voglio... altro che la mia vita. Voglio che il nostro bambino stia bene.
STAI LEGGENDO
Mio | Versione Larry
FanfictionLouis non avrebbe mai immaginato di passare i suoi giorni con l'uomo che ogni persona desidera. Non tutti i sogni però hanno lieto fine, e quando più ne ha bisogno, lui si allontana. ... #14 Larry Luglio 2020 SEQUEL DI REAL. SECONDO libro. Louis||...