19 (parte 3)

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Arrivato il giorno dell'incontro è ancora depresso, e l'atmosfera nella suite presidenziale è tesa mentre aspettiamo che finisca di prepararsi.

Liam, Zayn e Lupe si aggirano fuori dalla camera padronale, mentre io sono consumato dalla preoccupazione, perché non so affatto se dovrebbe combattere in questo stato.

«Digli di dire il nome di quel figlio di puttana!», sibila l'allenatore a Liam. Penso che voglia risvegliare l'energia turbolenta di Harry, ma Liam scuote la testa.

«Non useremo la rabbia. È pieno di odio per se stesso quando è depresso», sussurra Liam.

Ma quello che personalmente ho sentito di più è la sua lotta interiore. È rimasto dentro di sé, a combattere. Non dice niente che denoti odio per se stesso, ma percepisco che sta pensando le parole, le sente nell'anima. L'elettroshock lo ha aiutato, ma è ancora depresso. Mi spezza il cuore che abbia bisogno di combattere in questo stato.

«Cerca di scaldargli i muscoli, Louis», suggerisce Liam.

Avvicinandomi a dove Haz si sta allacciando gli stivali in silenzio, gli massaggio la schiena e sciolgo tutti i muscoli che posso, risvegliandoli con tocchi lenti e decisi.

«D'accordo, Haz, vediamo di svegliarci. Lo so che ti piace questa», dice Liam mentre collega l'iPod di Haz alle mie casse.

Uprising dei Muse si diffonde nella stanza ad alto volume. Il ritmo ribelle della musica sembra arrivare alle orecchie di Harry, e i suoi muscoli cominciano a rilassarsi sotto le mie dita, come se non potesse fare a meno di reagire alla canzone.

Il cuore comincia a tremarmi. Sta tornando in sé?

È così impegnato a lottare dentro di sé che mi chiedo se abbia ancora abbastanza forze per lottare contro Scorpion.

Si mette l'altro stivale mentre gli massaggio i muscoli duri e cerco di trasmettergli quanta più energia positiva e curativa possibile. Scaldo ogni muscolo, uno dopo l'altro, risalendo lungo la schiena, facendo particolare attenzione alla cuffia dei rotatori. Quando non mi trattengo dal chinarmi verso la sua testa riccioluta per chiedergli come si sente, si gira e mi prende per la nuca, tenendomi fermo mentre mi bacia e mi saccheggia la bocca.

Quando si stacca, le labbra mi bruciano per il calore bagnato della sua lingua, e i suoi occhi ribollono di una disperazione oscura e feroce. Mi guarda come se fossi l'unico suo appiglio al mondo, con occhi selvaggi e feroci, e accende la speranza dentro di me che forse combatterà. Forse lo vuole così tanto da riuscirci. So quanto voglia questa vittoria, e so quanto detesti che il suo lato oscuro gli incasini la mente.

«Harry, amico mio, questo è ciò che stavi aspettando». Liam lo prende per le spalle e lo costringe a concentrarsi su di lui con una stretta rassicurante. «Tutto ciò che tu abbia mai desiderato è a portata di mano. Tutto. Hai progetti dopo il campionato, lo so. Vincere ti aiuterà a realizzarli. Louis, il bambino...».

A queste parole, lo vedo chiudere gli occhi, poi fa un respiro lungo e lento. Liam si avvicina per sussurrargli qualcosa all'orecchio, e Harry annuisce e gli dice con voce roca: «Grazie». Quando riapre gli occhi si alza, e le sinapsi del mio cervello sembrano infiammarsi per l'eccitazione.

Già vestito con la tenuta da combattimento, ogni centimetro del suo corpo abbronzato e scolpito dà l'impressione della perfetta macchina da guerra che è diventato. Quando dice: «Vieni qui, Louis», sono così follemente agitato per questo incontro che per poco non inciampo. Mi prende fra le braccia e mi stringe forte, dandomi un bacio caldo dietro l'orecchio. «Ho bisogno di vederti con la coda dell'occhio, come minimo. Sempre. Sempre».

All'improvviso, mi sento rimescolare il sangue, perché so che combatterà e, succeda quel che succeda, io lo guarderò. «Non mi muoverò dal mio posto!», gli prometto.

Mio | Versione LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora