Si sveglia a letto poco dopo che i ragazzi se ne vanno. I suoi occhi sono stanchi, ma mi vedono e si concentrano su di me. Non sono ancora verdi, ma vedo un po' di vita in quelle pupille nere, e sento un leggero formicolio dentro di me che diventa subito un'enorme nodo di emozione.«Ma guardati». Parla con voce impastata dai farmaci. Sento l'ovvia lode nelle sue parole, come se avessi un aspetto fantastico, e quando vedo comparire una fossetta, la forza delle mie emozioni per poco non mi paralizza. Non sa che era distrutto senza di me, ma adesso io lo so. Non sa che gli hanno portato delle persone per dargli piacere e che lui non le ha volute. Non sa che è magnifico, perfetto, bello, nobile, buono e tutto, tutto ciò che io abbia mai voluto.
E in questo momento soffro come un cane al pensiero che nemmeno i suoi fratelli, di cui si prende cura e a cui vuole bene, sapevano cosa fare e hanno finito per mentirgli.
«Ma guardati tu», ribatto dolcemente, inginocchiandomi subito per terra accanto al letto e poggiando la guancia sulle sue nocche. Bacio di nuovo ogni livido sulla sua mano.
«Ehi, è tutto sotto controllo. Non voglio che ti preoccupi», dice accarezzandomi i capelli con la mano libera.
«Lo so». Chinandomi, strofino il viso contro il lenzuolo, così magari non vedrà le lacrime che stanno iniziando a scendermi. Gli bacio di nuovo le nocche. «Lo so che hai tutto sotto controllo».
Anche sotto anestesia, la sua voce ha lo stesso effetto di sempre su di me. «Vieni quassù. Che cosa ci fai per terra?», mormora bruscamente tirandomi su. Lo so che gli hanno dato dei rilassanti muscolari, ma nonostante questo ancor prima di accorgermene mi solleva sopra di lui e mi fa sdraiare come dormiamo la notte quando è nel mio letto. Il pancione è d'intralcio, ma non è enorme, per cui mi sdraio su un fianco e inalo il profumo del suo collo e affondo il viso nel suo petto mentre mi sistemo.
«Le infermiere mi manderanno fuori a calci se mi vedono qui», dico.
Mi prende per il sedere e mi sistema meglio. «Non glielo permetterò. Sei la mia medicina».
Chiudo gli occhi e sento il suo profumo. Le sue braccia sono le sue. È tutto normale, tranne che io sono vestito e lui indossa un camice, e non siamo in una camera d'albergo. È ancora lui, ha ancora il mio cuore in mano. Tutto ciò che voglio, proprio qui, fra le mie braccia.
Gli accarezzo la guancia e gli bacio ogni parte del viso possibile mentre lo stringo disperatamente. «Haz, sei il mio re». Lo abbraccio forte. «Non c'è partita a scacchi per me senza di te».
Si sposta e preme il pulsante sotto il letto per alzarlo leggermente. Mi sistema sulle sue gambe, e mi sussurra all'orecchio: «Tu sei il mio consorte che mi proteggerà», dice divertito, e quando annuisco perché non riesco a parlare, mi accarezza i capelli guardandomi negli occhi, e so – anche se non lo dice – che i miei sono gonfi e che si è accorto che ho pianto. Sento le sue labbra contro le palpebre, prima una, poi l'altra, mentre mi infila una mano fra i capelli e mi supplica con voce roca: «Sii forte, mia piccola dinamite. Sii forte insieme a me».
Annuisco. «Ci proverò, perché tu sei la mia ispirazione».
«Ti abbiamo portato quello che volevi, Haz», dice Zayn dalla porta. Sto così comodo fra le sue braccia che non mi giro nemmeno per salutarlo. E poi sento qualcosa di liscio contro la guancia. Apro gli occhi e vedo Haz che mi tende una rosa. Lui. All'ospedale. Che mi dà una rosa con quei suoi occhi scuri ma luccicanti e con i puntini verdi.
«Haz», dico con una risata confusa.
«Ti darei tutto un giardino, se potessi». Mi alza il mento e mi guarda negli occhi. «Per essere qui, adesso, con me».
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Mio | Versione Larry
FanfictionLouis non avrebbe mai immaginato di passare i suoi giorni con l'uomo che ogni persona desidera. Non tutti i sogni però hanno lieto fine, e quando più ne ha bisogno, lui si allontana. ... #14 Larry Luglio 2020 SEQUEL DI REAL. SECONDO libro. Louis||...