"Abbie, che bello vederti" la madre di Ted è sempre gentile con me. Il mio migliore amico gli ha raccontato una parte della mia storia, solo quella dei miei genitori, e lei si è subito dimostrata gentilissima con me.
"Anche per me è un piacere Judie" le sorrido entrando. I due bambini dietro di me corrono ad abbracciarla.
"Oh Zeke, ma quanto sei cresciuto. Ethel, ma ti è caduto il primo dente!" Esclama lei. È come una zia per loro. Li lascio parlare, mentre io e Ted andiamo nella sua stanza, dobbiamo già studiare. Io devo ammettere di cavarmela bene in tutte le materie. Lui ha qualche difficoltà in chimica, ma per il resto è molto bravo.
"Ma ti rendi conto che per domani già abbiamo tutta questa roba?" Borbotta tra sé e sé, aprendo i libri. Ci immergiamo nello studio per qualche ora, poi decidiamo di andare a correre. Non sono particolarmente atletica, ma correre mi rilassa i muscoli. Lego i capelli in una coda alta, poi metto un paio di pantaloncini di Ted, che nonostante a lui stiano corti, a me arrivano sotto il ginocchio e una maglia, poi usciamo. Judie ci ha assicurato di poter tenere i bambini per ancora un'altra ora, quindi abbiamo un po' di tempo. Corriamo lungo la costa dell'oceano, sotto le palme.
Dopo una quarantina di minuti decidiamo di tornare. Appena arriviamo a casa sua corro in bagno a lavarmi, poi rimetto i miei vestiti. Appena finisco va Ted. Intanto scendo da Zeke e Ethel al piano di sotto per controllarli, dato che Judie è andata via poco fa.
"Suoni?" Mi chiede Ethel, fissandomi con i suoi occhioni verdi e indicando il pianoforte ad un lato della stanza. Sorrido, farei di tutto per farli felici.
Mi avvicino al pianoforte, quando suona il campanello."Vedo chi è, poi torno a suonare" mi avvicino alla porta. Non appena la apro, noto una figura imponente, di diversi centimetri più alta di me con due grandi occhi blu che mi fissa.
"Ehm, Ted sta facendo la doccia. Se vuoi puoi entrare ad aspettarlo" sorrido al ragazzo, cercando di ricordare il suo nome in tutti i modi. Cosa aveva detto oggi Ted? Vincent? Valentine? Non mi ricordo proprio.
"Io sono Vance, Vance Price. Scusami se oggi non mi sono presentato" si gratta la nuca, mentre mi porge una mano. Gliela stringo.
"Abbie" dico solamente. Il mio cognome riporta a galla brutti ricordi, che sto cercando di sopprimere.
"Ti dispiace se aspetto qui?" Mi chiede, non avendo notato i due bambini. Annuisco, e lui entra in salotto.
"Ciao, chi sei?" Subito Ethel va da lui. In un primo momento non capisco la sua espressione, poi sorride e si accovaccia, per raggiungere l'altezza della bimba.
"Io sono Vance, e tu?" Gli chiede dolcemente, posandole una mano sui capelli. Lei sorride, è sempre felice di conoscere nuove persone.
"Io sono Ethel Blain" dice, fiera. Vorrei essere anche io fiera del mio nome. "Lui invece è Zeke" indica il bimbo dietro di lei. Zeke alza una mano in cenno di saluto, poi sposta di nuovo lo sguardo a me.
"Avevi detto che dopo aver aperto avresti suonato!" Esclama. Non vorrei disturbare Vance, perciò lo guardo, come per chiedergli il permesso. Lui fa un sorriso divertito, credo voglia sentirmi infondo.
"E va bene. La solita?" Chiedo guardandoli. Loro annuiscono, felici. 'La solita' corrisponde all'unica canzone che mi ha insegnato mia madre, e che custodisco gelosamente per loro. Solo quattro persone mi hanno sentita suonarla dopo ciò che è successo, tre delle quali sono in questa casa. Bene, stanno per diventare cinque.
Suono e canto la canzone di mia mamma, ogni volta che lo faccio quei pochi ricordi che ho di lei mi sfrecciano davanti agli occhi. Mi scende una lacrima, sulle ultime note, che asciugo velocemente, prima di girarmi verso di loro. Sorrido e li guardo.
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Nightmare
RomanceAbigail è una ragazza piena di talenti, con un passato tormentato. Passato che torna a visitarla ogni singola notte, tenendola sveglia da ormai dieci anni. Fino al giorno in cui incontra Vance Price, la sua vita è stata una noiosa ripetizione di gio...