Capitolo 13

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Venerdì 18 Dicembre

Nata mille anni prima, Hogsmeade fu fondata quasi in contemporanea a Hogwarts, ma a differenza di quest'ultima che durante il periodo natalizio si svuotava sempre, Hogsmeade proprio nel mese di dicembre era nel fiore del suo splendore.
Gli abitanti scorrazzavano allegri per le strade, giocando con la neve e i negozi erano affollati di ragazzi pronti a spendere tutti i loro galeoni per i regali dell'ultimo minuto.

E proprio lì che quel pomeriggio di un venerdì di dicembre qualunque, Draco ed Harry se ne stavano a passeggiare. Avvolti da un'atmosfera incantata da canti di Natale e candele e luci appese in ogni angolo, sembrava una cartolina di quelle che si mandano da un posto lontano e bellissimo.

Avevano deciso di passare la giornata a Hogsmeade, così avevano camminato in lungo e in largo, su e giù per il paesello, scambiandosi baci furtivi contro i muri delle viuzze e tenendosi per mano mentre entravano e uscivano da mille negozi.
Ed ora la loro lunga passeggiata li aveva condotti nell'unico posto privo di via vai, senza nemmeno accorgersene erano capitati nei pressi della Stramberga Strillante, conosciuta anche come la casa più infestata di spiriti della Gran Bretagna, situata un po' più in alto rispetto al villaggio, precisamente su una collinetta.

Draco si fermò su i suoi passi all'istante, quando si rese conto della Stramberga in lontananza.
"Per Merlino, non dirmi di aver paura" gli disse Harry, fermandosi anche lui.
"Paura? Per chi mi hai preso? Il tuo amico Weasleyiuccio? Pff"
"Oh sì, te la stai facendo sotto dalla paura!" Lo prese in giro, scoppiando a ridere e ricevendo come risposta una grossa e gelida palla di neve in faccia da Draco.
"Che succede Potter? Non ridi più?"
Harry non fece neanche in tempo a ripulirsi il viso che glie ne arrivò un'altra, e un'altra ancora.

"Malfoy, questa me la paghi" lo avvertì Harry, prima di fare una munizione di palle di neve e dare via a una vera e propria battaglia.
"Mi sto vendicando per il tuo stupido scherzo al terzo anno!" Disse Draco, nascondendosi dietro un grande albero per ripararsi.
"Pensavo ti fosse piaciuto. Ah giusto, sei corso via a gambe levate" lo provocò Harry, spuntando da dietro l'albero e colpendolo con una delle sue munizioni.
"Tregua. Ti propongo una tregua Potter, ci stai?" Draco allungò una mano, ripulendosi i vestiti. Harry fece finta di pensarci su qualche istante prima di stringerla.

"Aspetta.. ne hai ancora qui" disse Draco, infilando una mano tra i capelli di Harry, mentre erano intenti a ricomporsi dopo quella battaglia di neve.
Harry gli sorrise, rabbrividendo per il freddo.
"Vorrei tanto che avessimo portato una coperta o qualcosa del genere" disse.
"Sai, ci hanno donato una cosa chiamata magia, non so se la conosci" Pronunciò Draco in tono sarcastico prima di togliersi la sciarpa dal collo e trasformarla in una grande coperta.
Poi privò anche Harry della sua e la trasformò ugualmente.
"Una per sederci, una per coprirci,no?".

Si sistemarono sotto al grande albero, stendendosi uno accanto all'altro su di un fianco in modo da potersi vedere negli occhi.
"Va meglio?" gli domandò Draco.
Harry annuì, sistemando meglio la coperta sopra di loro.
"Tu stai bene? Anche se c'è la Stramberga Strillante a pochi metri da te?" Gli chiese poi, nascondendo una risata.
"Sono con un Grifondoro, tirerai sicuramente fuori il tuo coraggio per difendermi"
"Cosa ti fa pensare che io voglia difenderti?"
"I tuoi nobili ideali"
"Soltanto questo?"
"Non lasceresti che mi qualcuno mi facesse del male. Non ho bisogno che tu me lo dica, lo vedo da come ti preoccupi per me, da come mi prendi la mano quando ti parlo di mio padre, e dal fatto che scegli con cura le parole da non dire per non ferirmi.." Draco fece una breve pausa per spostare i capelli dalla fronte di Harry e delineare delicatamente la cicatrice con un dito.

"Credo che sia bello.. avere qualcuno che nonostante conosca le tue fragilità, scelga di non usarle contro di te. Forse non me lo merito neanche, io non mi sono mai risparmiato le battute..sui tuoi genitori. Non dovresti essere gentile con quelli come me, Harry."
Fece scorrere le dita lungo il suo viso, accarezzandogli una guancia.
Non c'era alcuna traccia di banalità nelle sue parole, ad una ad una stava scoprendo le sue carte in una partita che non voleva più vincere se il premio era perdere l'unica cosa bella che dopo tanto tempo gli era capitata.
"No, non dovrei. Ma con te è diverso. Quando stiamo insieme non sento il peso di dover essere ciò che la gente si aspetta da me, posso anche sbagliare perché so che di errori, io e te, ne sappiamo qualcosa. È una vita che sbagliamo, eppure di questo io non mi pento.."

Almost (by Sbrinzi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora