Il sole scottava come un fallimento in Borsa e quella che doveva essere la piazza principale del paese non aveva una temperatura molto diversa dalla fucina di un fabbro.
Avevano speso gli ultimi soldi per comprare il pranzo, riuscendosi a procurare solo due confezioni di prosciutto crudo miracolosamente in offerta e una bottiglia d'acqua, senza trascurare di ingozzarsi, prima, degli assaggi elargiti dal supermercato.
Felix, con una stretta al cuore, finì di calarsi in bocca le ultime strisce di grasso che Alexander aveva lasciato indietro.
Erano seduti sui gradini polverosi di un anonimo edificio, schiacciati nell'ombra gettata da un balconcino proteso sopra di loro. Il ragazzo si alzò in piedi ed iniziò a sgranchirsi le gambe.
La piazza era piuttosto grande e ricoperta da piccoli ciottoli quadrati, che si infittivano in prossimità della fontana in pietra che sorgeva al centro. Sui lati erano stipati alcuni bar, i cui tavolini esterni erano difesi da ampi ombrelloni color crema, che si estendevano con fare materno sopra i rari clienti.In fondo alla piazza, invece, esattamente di fronte al gruppetto di ragazzi, sorgeva un'imponente chiesa. Probabilmente il duomo.
Era boriosamente adagiato su sette gradini( come Samantha aveva tenuto a specificare) ed era una struttura decisamente eccessiva per quell'insulso paese. La facciata in marmo era di probabile ispirazione barocca e sugli arzigogolati cornicioni c'era un affollamento di statue, tutte di individui che nessuno dei quattro ragazzi avrebbe saputo identificare. L'entrata si apriva, timida, un varco fra due altissime colonne che non si capiva bene cosa avessero la presunzione di reggere."Che pacchianata" commentò secco Felix, accompagnato da borbottii di assenso. Per qualche secondo, fissarono la chiesa con la stessa espressione di muta critica stampata in volto.
"Entriamo?" domandò Samantha, alzandosi e sistemando le pieghe del proprio vestito.
Esme annuì e fece per avviarsi verso l'edificio, quando Alexander intervenne esitante: "Non so se voi due possiate entrare", indicando Esme e Samantha.Effettivamente, a Felix sovvenne alla mente la vaga immagine di divieti che proibivano categoricamente l'accesso a spalle e cosce scoperte. Certo, quello poteva essere l'ultimo dei loro problemi, tuttavia era meglio non rischiare di essere cacciati fuori a pedate prima ancora di aver trovato la cassetta delle offerte.
"Ha ragione" disse allora e, guardando prima Samantha e poi Esme, aggiunse:"Tu hai spalle e gambe scoperte, mentre tu...be', cazzo, sei in pigiama. Non conosco bene Nostro Signore, ma mi sembra uno con un dress code piuttosto rigido".
"Andremo solo io e lui" continuò, indicando Alexander, "Voi aspettateci qui". Esme si strinse nelle spalle e annuì, mentre Samantha sospirò: "Che peccato, mi sarebbe piaciuto entrare". E, detto questo, si rimise a sedere sui gradini, appoggiando il mento sulle ginocchia.Felix ad Alexander attraversarono la piazza bollente e, quando spinsero il pesante portone di legno lucido per entrare, dovettero faticare parecchio per abituare gli occhi al drastico cambio di luminosità, cosicché, per un po', l'impronta rossiccia del sole aleggiò davanti alle loro retine.
Una lieve nota di incenso (che nessuno dei due avrebbe saputo descrivere in altro modo se non con "odore di chiesa") si aggirava nell'aria umida e palustre.Se Felix avesse prestato attenzione ad almeno una delle lezioni di storia dell'arte, avrebbe certamente saputo identificare quella struttura come una cattedrale a croce greca di gusto classicheggiante, con un'unica navata e un ampio presbiterio. Avrebbe, poi, apprezzato la finezza dei capitelli corinzi delle colonne in marmo bianco, sorprendendosi alla vista dei numerosi affreschi rinascimentali. Tuttavia, Felix si recava di rado a scuola e, quando ci andava, era troppo occupato a sforzarsi di stare fermo su quella ridicola seggiolina scricchiolante, per potersi preoccupare anche delle meraviglie dell'architettura quattrocentesca o giù di lì.
Del resto, anche se avesse seguito, probabilmente non gli sarebbe comunque importato granché di tutti quegli inutili dettagli su cui un libro d'arte avrebbe speso pagine di ampollose descrizioni.
Ne consegue che tutto ciò che il ragazzo ebbe da considerare sulla chiesa fu che era grande, silenziosa e piuttosto brutta.
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Didelfimorfi
AdventureQuattro ragazzi si svegliano in posti che, di certo, non sono quelli in cui si erano addormentati. Le cose che succedono dopo sono per lo più eventi aleatori e senza alcun fine apparente, così come, del resto, le nostre insulse vite. Tutti i diritti...