Era davvero lo stesso posto?
Samantha non lo credeva possibile, ma dovette presto arrendersi all'evidenza.
Le luci al led delle giostre accese le scivolavano sfavillanti di mille colori sulle lenti degli occhiali, mentre lei seguiva Sen attraverso il luna park finalmente vivo.Avrebbero aperto alle nove e mezzo. Mancava solo un quarto d'ora!
Camminava saltellando sui sassolini e oscillando le braccia.
Com'era emozionata! Un luna park, uno vero, e lei era una di quelle persone che stavano dietro le giostre, una di quelle importanti.
Non vedeva l'ora.
Non vedeva l'ora di sentire l'odore delle frittelle appiccicarsi all'aria. Di contare tutti gli innamorati che si sarebbero stretti sulla ruota panoramica. Di vedere genitori attempati comprimersi sui piccoli sedili del Bruco Mela, le mani contratte sui supporti nel terrore che qualche bullone saltasse. Di sentire la gente strillare spaventata a morte nella sua casa degli orrori e, perché no, di sgridare qualche adulto che non avrebbe rispettato la fila.Passarono accanto al chiosco dei dolcetti, in cui un cereo Alexander se ne stava rigido e a braccia conserte fra luccicanti mele caramellate e gelatine variopinte. Samantha lo salutò scuotendo la mano. Il ragazzo le fece un cenno col capo e, con evidente sforzo, alzò gli angoli della bocca in un sorriso un po' costipato.
Le luci si stagliavano rubiconde in quel cielo nero. Le giostre, di giorno sbiadite e scialbe, ora sembravano ricoperte da una lucida patina di vernice fresca. Scintillavano più delle stelle.
Rosso, arancio, blu, viola... Non ricordava che i colori potessero essere così accesi.
Samantha continuò a seguire quella macchia di taffetà giallo che era Sen, la bocca socchiusa e gli occhi trasognati.
Cielo, quanti progressi avevano fatto! Tutto il lavoro degli ultimi due giorni era servito davvero a qualcosa, dunque.
Il cuoricino di Samantha straripava d'orgoglio. Lei non si era mai considerata una stacanovista, anzi, volendo guardare, si sarebbe potuta definire proprio come una scansafatiche, ma non esagerava quando diceva di essersi impegnata moltissimo nelle ultime quarantotto ore.Dopotutto, anche quella stessa giornata lei, insieme agli altri suoi compagni, aveva lavorato sodo. Assicurandosi che tutto fosse montato bene, impilando i peluche nello stand del tiro a segno, sistemando i biglietti per le giostre e trasferendo sorbettiere, pacchi di zucchero e friggitrici al chiosco del cibo. Non era certo stata una passeggiata!
Sperò quindi che non arrivasse gente della sua età. Sapeva, infatti, per esperienza, che gli adolescenti erano degli inappagabili giudiconi che vedevano solo il marcio delle cose. E non voleva che qualcuno di loro avesse da ridire sul suo duro lavoro.
Anche se, a ben vedere, tutte le persone in effetti erano delle inappagabili giudicone che vedevano solo il marcio delle cose.
Tranne forse i bambini, ecco.
Samantha non andava pazza per i marmocchi: erano incontentabili, avevano sempre un vago odore di saliva e smoccolavano dappertutto. Tuttavia, almeno, se una cosa è bella non hanno paura di riconoscerlo."Ecco qui" disse a quel punto Sen, fermandosi davanti al tiro a segno.
Samantha la seguì curiosa dietro il bancone.In un batter d'occhio si ritrovò in una stretta casetta dalle pareti sostenute da colonne di pupazzi sgargianti.
Le sembrava di essere in una giungla di mostriciattoli dai colori stucchevoli e budella di ovatta.
Un filo di vento scosse un pinguino rosa shocking che se ne stava appeso al soffitto, come un povero impiccato.
Samantha ricevette un innocuo calcio di cotone sulla tempia: non era certo una sorpresa che quel pinguino violento fosse stato messo alla forca. Si massaggiò piano la testa, evitando accuratamente tutti quei pupazzi che penzolavano mossi dalla brezza flebile."Sai..." esordì in quel momento Sen, osservandosi le corte unghie laccate di blu, "Voi gagè tendete ad associare noi alla magia, ma fidati che in realtà è tutta scienza e imbroglio".
Samantha la guardò stupita e inclinò la testa da un lato: ma di cosa stava parlando?
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Didelfimorfi
AdventureQuattro ragazzi si svegliano in posti che, di certo, non sono quelli in cui si erano addormentati. Le cose che succedono dopo sono per lo più eventi aleatori e senza alcun fine apparente, così come, del resto, le nostre insulse vite. Tutti i diritti...