Era stata davvero una giornata pesante.
Alexander si portò alla bocca l'ultimo boccone di quella strana torta che Vadoma aveva servito subito dopo cena. Gibanica, gli pareva l'avesse chiamata. Era fatta di pasta gialla e aveva un sapore pastoso di uova e formaggio.
Perfino sollevare il braccio per mangiare era un'impresa che richiedeva impegno e denti stretti. Gli pareva che i suoi arti pesassero quattrocento chili l'uno. Se gli avessero detto che la forza di gravità terrestre era aumentata del doppio, non avrebbe avuto difficoltà a crederci.
Aveva infatti trascorso tutto il pomeriggio a lucidare le cabine della ruota panoramica. Aveva strofinato quelle superfici ammaccate, con alcol etilico e uno straccetto verde, fino a perdere la sensibilità del braccio destro.
Forse gli sarebbe venuto uno di quei bicipiti ipertrofici come ai tennisti. Sperò di no.
Aveva respirato così tanto alcol etilico che gli era parso di sentirne il sapore. Aveva usato quasi due flaconi di quel prodotto chimico del colore delle azalee. Inalato per ore zaffate di quel liquido dall'infiammabile bellezza.
Forse si era intossicato. Sperò di no."...quindi spero proprio che molta gente si spaventi nella casa degli orrori" stava cinguettando Samantha, accompagnando le parole con gesti enfatici.
"Mi dispiacerebbe sentire qualche sbruffone dire che non fa affatto paura". Scosse la testa con energica disapprovazione. "Mi ci sono impegnata così tanto". Strinse entrambe le mani a pugno. "Non vedo l'ora che la possiate vedere anche voi". Portò i palmi all'altezza del cuore.La realtà esterna bussava fiacca ai sensi ottenebrati di Alexander. Il ragazzo avvertiva tutto attraverso la coltre dolciastra della stanchezza fisica.
Anche in queste condizioni, tuttavia, non gli era stato difficile sentire Samantha raccontare dei ragni di gomma che aveva appeso al soffitto, degli scheletri in celluloide fosforescente che si era divertita ad assemblare e delle facce caricaturali di mostri stereotipati che aveva ripassato con la vernice.
Sentì la pressione di un rutto al sapore di trippa di manzo risalirgli pepata per l'esofago. Lo represse, come, d'altra parte, tendeva a fare con tutto il resto."Caspita, non vedo l'ora di spaventarmi a morte in un tunnel di insettoni di gommapiuma e befane sdentate. Bisogna essere dei veri duri per sopravvivere" commentò sardonico Felix, che se ne stava accasciato sulla propria sedia. Stranamente quieto.
Alexander fece un sorriso divertito, mentre Esme, ridacchiando, diede due pacche consolatorie sulla schiena di un'imbronciata Samantha.
Avevano tutti e quattro i capelli informi e arruffati, tipici di chi si è fatto la doccia da poco e non se li è asciugati col phon. Una ciocca di capelli biondo cenere sfiorava l'occhio di Felix, ma il ragazzo sembrava troppo stanco per farci caso.Si erano lavati prima di cenare.
E grazie al cielo, pensò Alexander, che, nelle condizioni in cui era prima, non avrebbe mai avuto il coraggio sufficiente per sedersi vicino a qualcuno.
Il flacone del sapone gli era guizzato per ben tre volte dalle mani esauste, quasi fosse stato un pesce palpitante di vita furiosa. Il ragazzo, nel tentativo di riacciuffarlo, era quasi scivolato sul piatto malfido della doccia e l'unico motivo per cui non era successo era perché non c'era abbastanza spazio per cadere. Nessuno degli altri tre, fortunatamente, sembrava essersi accorto della sua silenziosa e funesta battaglia sotto il getto impietoso dell'acqua.Al momento, erano seduti su delle seggioline pieghevoli, in uno spiazzetto vicino alla tavolata. Era tarda sera e il cielo era già scuro. Alexander sentì una brezza pigra solleticargli la pelle del viso.
A pochi metri di distanza, Sen e un altro tale vestito tutto di arancio stavano finendo di sparecchiare. Sbatterono le tovaglie, generando un tiepido spostamento d'aria che accarezzò serafico i polpacci del ragazzo. Una cascata di briciole si rovesciò sui sassolini.
Leandro, appoggiato ad un furgone bianco lì vicino, li osservava attentamente, passandosi uno stuzzicadenti sotto le unghie.
STAI LEGGENDO
Didelfimorfi
AdventureQuattro ragazzi si svegliano in posti che, di certo, non sono quelli in cui si erano addormentati. Le cose che succedono dopo sono per lo più eventi aleatori e senza alcun fine apparente, così come, del resto, le nostre insulse vite. Tutti i diritti...