"Dobbiamo portarlo all'Istituto," disse James una volta che fu certo che fossero effettivamente rimasti soli "Sirius ce la fai a prenderlo tu? Ho ancora la spalla dolorante."
Sirius con un cenno del capo estrasse lo stilo dalla giacca e lo porse al compagno che gli tracciò una runa della forza sulla spalla, non solo James era sempre stato più bravo nel tracciare le rune rispetto a lui, ma si sapeva che le rune disegnate da un parabatai erano molto più potenti. Sirius, una volta riposto lo stilo, si chinò e, senza dire una parola e senza il minimo sforzo, sollevò il giovane lupo e lo tenne stretto fra le sue braccia, lasciandogli breve carezze sulle zampe. Non era sicuro che l'altro sentisse i suoi tentativi di calmarlo, ma gli parve di vederlo più rilassato quando cominciò ad incamminarsi per il bosco, preceduto da James, per andare verso l'Istituto.
I due ragazzi a metà strada decisero di dirigersi verso Casa Potter, poco desiderosi di trovarsi faccia a faccia con la spaventosa Imogen Herondale, direttrice dell'Istituto Londinese. Anche perché era decisamente troppo lunga la strada.
"T'immagini la faccia della signora Herondale se ci fossimo presentati a quest'ora della notte, trasportando un lupo mannaro dentro casa sua?" disse James lungo il tragitto.
Sirius lo guardò sorridente, finalmente era tornato il ragazzo solare, per un attimo nella foresta aveva visto il lato che più temeva di lui, quello devastato dalla guerra che incombeva alle spalle di tutti i Nephilim e di cui i genitori parlavano sottovoce nel loro ampio salotto davanti al fuoco acceso, quando i due parabatai sarebbero dovuti essere a letto.
"Già, suppongo che non le avrebbe fatto molto piacere, anche perché ci odia." rispose l'amico con un sorriso sornione.
"Nah, diciamo che quella odia un po' il mondo" ribatté con tono leggero e un po' beffardo James.
"Con quello che è successo a suo figlio..." disse Sirius, l'attimo dopo desiderò rimangiarsi tutto.
Sapeva che accennare ad uno dei loro ex compagni Nephilim dell'Accademia non era una buona idea con il ragazzo e infatti, sebbene il suo sguardo rimase morbido, Sirius notò subito un cambiamento in lui, conosceva troppo bene il suo parabatai per non far caso alla rigidità delle sue spalle.
"Non parlare di Stephen come se fosse morto. Ha fatto una scelta. A proposito oggi non l'ho visto con gli altri nella foresta, cosa credi stesse facendo?"
"Nulla di buono." affermò con una punta di preoccupazione nello sguardo e nella voce, poi guardò con dolcezza il corpo peloso che stava reggendo "Remus si è addormentato." affermò con una strana tenerezza nella voce che lo scosse profondamente: quando mai Sirius Black era stato tenero verso una creatura vivente e non?
Se però James avesse notato quel tono non lo diede a vedere e proseguirono lungo la strada in silenzio, anche se un paio di volte fu convinto di sentire il suo sguardo che gli bruciava la pelle. Poche decine di metri dopo avevano varcato i cancelli della villa dei Potter ed entravano nell'accogliente ingresso dalla porta a due battenti.
"Lo porto nella sua stanza." sussurrò Sirius al suo parabatai, che annuì debolmente.
In realtà era stata un'informazione superflua, sia perché certo non poteva rimanere lì impalato con Remus in braccio o portarselo in giro per casa, sia perché ormai i due ragazzi più di una volta si erano ritrovati a prevedere l'uno le azioni dell'altro. Sirius si avviò verso le scale che portavano al piano superiore, dove vi erano quattro camere da letto, oltre ai bagni: una era per i genitori di James, anche se i signori Potter passavano gran parte del loro tempo ad Idris, svolgendo misteriosi compiti, un'altra era la stanza di James e poi vi erano due camere degli ospiti, in una viveva Sirius che per svariati motivi era stato diseredato dalla sua stessa madre. Nell'altra momentaneamente alloggiava Remus Lupin, il giovane lupo mannaro, nato Nephilim, anche lui privo di una casa, dal momento che i suoi genitori erano morti e gli unici parenti che gli erano rimasti, dei lontani zii paterni, avevano messo subito in chiaro che non volevano avere niente a che fare con un essere come lui e il povero Remus era rimasto solo. I Potter lo avevano ospitato e lui aveva lasciato la sua casa in America per trasferirsi a Londra, ma, per motivi che andavano oltre la comprensione di Sirius, non aveva mai voluto vivere in modo stabile nella casa. Si era così comprato un piccolo appartamento in città con i soldi dell'eredità, ma non poteva certo trasformarsi lì, era troppo pericoloso, quindi una volta al mese andava da loro e lo chiudevano nelle stalle, per evitare che un pazzo omicida decidesse che era troppo pericoloso per continuare a vivere. Povero Remus, pensò Sirius entrando nella stanza e depositando con delicatezza il corpo inerme del lupo sul grande letto a baldacchino, lui era sempre stato quello dolce del gruppo, timido, impacciato e buono, l'unico con un po' di sale in zucca nella loro stravagante banda di amici, i Malandrini. Sirius sentì una stretta al petto al ricordo dei giorni passati insieme all'Accademia, quando Remus era ancora uno Shadowhunter e loro erano ancora in quattro. Sirius si voltò e incontrò lo sguardo pensieroso di James che lo scrutava in silenzio, le luci erano accese e illuminavano la grande casa, che si ergeva in quel luogo da quasi un secolo, con le pareti, i pavimenti, i mobili e le camere arredati e decorati secondo lo stile vittoriano.
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I look for you amoung the stars (wolfstar)
Fanfiction(dal testo) "Non sei il primo né sarai l'ultimo, che sacrifica l'amore per il mondo in cui vive. La tua è una tragedia che queste terre hanno visto innumerevoli volte. Quando capirai che non hai modo di arginare o distruggere i tuoi sentimenti, sarà...