Capitolo II

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James, chiuse la porta dietro lo stregone ormai sparito oltre i cancelli e si gettò sulla poltrona nel salotto, era quella preferita di sua madre, ci si sedeva sempre se era stressato e Sirius era ormai in grado di capire ogni sua emozione, come se si sommassero alle sue dentro il petto. Lo Shadowhunters si mise dietro l'altro e gli posò una mano sulla spalla in un gesto di sostegno. Sentì i muscoli tesi dell'amico, la paura del ragazzo come fosse sua. Il loro legame era sempre stato molto forte anche prima che si incidessero quelle due rune sulla pelle, loro avevano solo amplificato sensazioni che avevano sempre provato. Per un breve istante immaginò cosa sarebbe successo se lui fosse morto, si diceva che un parabatai sentiva la morte del compagno. L'idea gli trasmise brividi di inquietudine lungo la schiena e cercò di scacciare quel pensiero dalla sua mente. Non si era accorto di aver stretto più forte la spalla di James. Non avevano bisogno di parlare, non ne avevano mai avuto, sapevano cosa provassero a vicenda senza sprecare inutili parole.

“Non ci succederà nulla.” disse James, aveva capito i suoi pensieri come sempre “Io non permetterò che facciano del male a nessuno di noi tre.”

Sirius però non si sentì granché consolato, ora aveva una nuova preoccupazione: evitare che il suo parabatai facesse qualche sciocchezza. Scosse piano la testa.

“Sai ci sono cose che non sta a noi decidere o impedire.” rispose serio.

“Questa non è una di quelle, l'ho detto non lo permetterò.”

Sirius volle crederci ma non c'era neanche la più piccola cellula di lui che lo faceva, però capiva ciò che provava il ragazzo seduto sotto di lui, lo capiva appieno, come al solito.

“Io non permetterò a nessuno di toccare la mia famiglia.” disse semplicemente “Vado a vedere come sta Remus, per essere sicuro che quella specie di strega non gli abbia sostituito la testa con un melone!”

Sì girò e uscì dalla stanza, ricevendo come risposta solo una risata divertita dell'altro. La porta della camera degli ospiti dove dormiva il ragazzo era chiusa. Sirius poggiò la mano sul pomello, ma una forza sconosciuta lo stava trattenendo. Il ragazzo con rabbia si oppose alla voce che, dentro di lui, gli intimava di non entrare e varcò la soglia. Per poco la porta non sbatté violentemente sulla parete e Sirius si affrettò ad afferrarla e a richiuderla lentamente. Guardò il corpo del lupo sdraiato di fianco sul letto, coperto di cicatrici e nuove ferite che spiccavano dal pelo rossiccio. Era coperto da una montagna di coperte, con la lingua che penzolava sul materasso per il caldo e si lasciò sfuggire una risata divertita mentre gli toglieva una coperta troppo pesante e lo sistemava sul letto. Il licantropo non reagì e lui si sedette sulla poltrona accanto al letto. Lo osservò e si chiese chi era diventato, non era da Remus buttarsi in una situazione pericolosa, non pensare alle conseguenze, di solito era sempre stato il ragazzo che tirava fuori dai guai Sirius e James, mai il contrario, o almeno mai fino al giorno in cui era cambiato tutto. Da quando c'erano stati la trasformazione ed il tradimento, Remus era cambiato, ma Sirius non aveva capito quanto fino a quella notte quando lo aveva visto urlargli contro per la prima volta e uscire nella notte, sparire con il volto contratto dalla rabbia. Sarebbe potuto essere l'ultimo ricordo di lui, non lo avrebbe potuto sopportare. Per questo dopo un momento di sconforto aveva convinto James a seguirlo alla ricerca del loro migliore amico. Poi aveva sentito i suoi guaiti e il suo autocontrollo era completamente andato. Sì era ritrovato a correre, per la prima volta senza curarsi se James lo stesse seguendo e poi aveva riavuto il ragazzo tra le braccia. La stanza si oscurò in fretta per il tramonto della luna e sotto i suoi occhi vide il corpo abbandonato sotto le coperte agitarsi nel sonno. Il pelo sparì molto in fretta il lungo muso si appiattì, le orecchie tornarono alla loro forma originale, i capelli si accorciarono e si schiarirono diventando di un biondo cenere. Ora sdraiato nel letto vi era un ragazzo con la pelle chiara, quasi pallida, coperta dalle cicatrici argentee, il busto spoglio e le coperte che pendevano dai suoi fianchi. Privo di una protezione dagli spifferi di quella casa la schiena e il petto del giovane fu attraversato dai brividi e Sirius si precipitò vicino a lui per coprirlo meglio. Si sedette vicino a lui e solo allora notò due occhi lo osservavano stanchi.

“Scusa non volevo svegliarti.” disse Sirius in un sussurro, trattenne a stento l'impulso di allungare la mano per accarezzargli il viso.

Remus scosse la testa “Non è colpa tua, è stato il freddo e… beh la trasformazione.”

Abbassò gli occhi ancora sdraiato e le gote si colorarono di rosso.

“Non devi vergognarti di questo con me, lo sai.” disse Sirius quasi in un rimprovero, ma la voce era uscita più dolce di quanto si fosse aspettato, non se ne preoccupò in quel momento, i suoi pensieri erano concentrati su altro e questo altro possedeva occhi nocciola, innumerevoli cicatrici sul volto e sul corpo e aveva un piccolo problema peloso.

“Non mi vergogno di quello che sono.” disse Remus con un fil di voce, ma Sirius capì all’istante che non era del tutto vero.

“È per essere scappato?” chiese lo Shadowhunter cercando invano i suoi occhi.

“Per quello che ti ho detto.” la voce tremava, Sirius conosceva molto bene questo lato debole dell'amico “Io non lo penso. Non potrei mai.”

“Remus, io lo so.” disse più per consolarlo che perché fosse vero.

In realtà aveva creduto a quelle parole, aveva creduto davvero di aver sbagliato tutto con lui, si era sentito un fallimento come amico e sentire queste parole adesso, pronunciate da quel ragazzo, sentirsi dire proprio da lui che non era vero, che non faceva così schifo come persona, era un sollievo. Ma non aveva alcun senso spiegare tutto ciò al licantropo, già turbato.

“Grazie.” disse il biondo “Credevo che sarei morto. Grazie per avermi salvato.”

“Lo faremo sempre.” rispose sicuro lo Shadowhunters sorridendo.

Il lupo mannaro alzò lo sguardo e incrociò quello del Nephilim e sorrise di rimando.

“Ora riposa.” gli intimò Sirius.

Remus annuì e in un istante fu di nuovo immerso nel sonno. Lo Shadowhunters rimase a vegliare su di lui fino all'alba, solo allora James entrò nella stanza per dargli il cambio. Il parabatai aveva gli occhi cerchiati di nero e pareva molto stanco. Inizialmente Sirius si rifiutò di uscire prima di essere sicuro che il ragazzo sarebbe stato effettivamente meglio, poi, dopo mezz'ora di litigata con James e numerose lamentele, lasciò la stanza con un sonoro sbuffo e si recò in camera sua convinto che non sarebbe riuscito a chiudere occhio. Non appena toccò il materasso la stanchezza ebbe la meglio sulla preoccupazione e collassò in un sonno senza sogni.

I look for you amoung the stars (wolfstar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora