Remus aveva attraversato molteplici fasi in quei mesi. Era stato scosso, confuso, triste, arrabbiato, poi ancora triste e per finire era entrato in uno stato di apatia. Aveva sperato di poter recuperare almeno un'amicizia con Sirius e invece avevano finito per evitarsi in tutti i modi, le poche volte che si incrociavano si salutavano appena senza guardarsi e uno dei due lasciava la stanza. Remus continuava a soffrire ma non aveva mai detto nulla. Aveva continuato a incontrare James e Lily e aveva raccontato alla ragazza i dettagli, mentre era sempre rimasto molto vago con il fidanzato di lei. Quel giorno di gennaio era passato a casa dei Potter per trascorrere un po' di tempo con loro. Appena era arrivato aveva saputo che Sirius era uscito e, sebbene una parte di lui fosse sollevata, c'era l'altra parte, quella che gli ripeteva che lui ancora lo amava con tutto se stesso, che aveva pregato di poterlo rivedere.
“Allora come farai con questa luna piena?” stava chiedendo Lily.
“Credo che mi recherò nella parte più profonda della foresta.” rispose alzando le spalle.
“Sono peggiorate negli ultimi mesi le trasformazioni non è vero?” James aveva parlato per la prima volta quel giorno, aveva un tono strano.
“Un po'. Ma posso gestirle.” concluse, vedendo lo sguardo angosciato che gli aveva lanciato Lily.
“Remus.” lo chiamò di nuovo James e il licantropo lo guardò preoccupato.
“James? È tutto apposto?”
“Veramente dovrei essere io a chiederlo a te.” sembrava arrabbiato, poi sospirò e sul viso comparve uno sguardo preoccupato Lily gli lanciò un'occhiata ammonitrice, ma lui parve ignorarla del tutto “Voglio che tu sia sincero con me. Sei il mio migliore amico e questo non cambierà mai, okay?” Remus annuì “Cos'è successo tra te e Sirius? E niente giri di parole, voglio tutta la verità.”
Remus sospirò, poi iniziò a raccontare, parlò in fretta gesticolando di come aveva capito di essere innamorato del ragazzo, di quando erano stati sul punto di baciarsi una mattina, del bacio che si erano scambiati la sera stessa. Così iniziò la parte più difficile e dolorosa, la fuga di Sirius, il suo sguardo stralunato, le sue parole che ancora gli lapidavano il cuore: è tutta colpa tua; dei mesi passati a chiedersi se fosse vero, se fosse stata davvero colpa sua. Quando finì rimase in silenzio, aspettando una risposta da parte dell'altro, aspettando che lo prendesse per il colletto e lo sbattesse fuori da casa sua, aspettò parole di odio che non vennero mai. James gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio, dove Remus poté versare nuove lacrime.
“Dovete parlare.” gli disse dopo un po' senza sciogliere l'abbraccio.
“Non posso. Mi odia Ramoso.”
James rise dolcemente. “Non potrebbe mai. Guarda che non sono mica scemo, lo sapevo da un po' che ne sei innamorato, sei talmente palese che ce lo avevi scritto in fronte, guardavi le stelle e parevi cercare la sua. So anche che lui ricambia, così come so che sta malissimo, o so quando sanguina. Certo, ci ho messo un po' a ricollegare i pezzi, Sirius è difficile da decifrare, ma ci sono arrivato alla fine. E per me non cambia assolutamente nulla, siete delle persone meravigliose e so che insieme potreste essere molto più felici che da saparati, ma per voi sembra una stupidissima tragedia tutto questo, fuggite dai vostri sentimenti, poi li rincorrere e un attimo dopo scappate di nuovo. Che cavolo non cambia nulla! Siete due ragazzi, e con questo? È uguale, state provando quello che ad un certo punto quasi tutti provano! Certo vi diranno cose orribili, Mondani, Shadowhunters, Nascosti, questo non potete cambiarlo, non ancora almeno. E lo so che Sirius ti ha ferito, ma non ti odia. Ha paura, Lunastorta.”
“Cosa dovrei dirgli.” chiese sciogliendo l'abbraccio e asciugandosi le guance.
“Non posso saperlo. Ma va da lui. Dovrebbe essere a Londra.”
“E io come cavolo lo trovo in un'intera città?”
“Che ne so. Fatti guidare dall'amore.”
James rise divertito dalla sua stessa battuta e Remus gli lanciò un'occhiataccia. Poi si allontanò, si vestì e uscì fuori. L'aria era gelida, il cielo bianco e glaciale. Non aveva idea di dove andare, ma decise che non importava, non aveva una direzione avrebbe guidato fino in città e si sarebbero incontrati in un modo o nell'altro.
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Sirius stava guardando il fiume scorrere sotto di sé quando una voce lo chiamò da lontano, non sapeva chi fosse, si voltò e lo vide, a pochi passi da lui quel ragazzo che gli aveva messo sotto sopra l'anima, con un cappello di lana rosso e una sciarpa bianca aperta, gli occhi nocciola, le labbra socchiuse, le guance rosse, il fiato caldo che si condensava a contatto con l’aria fredda, le ciocche chiare che gli accarezzavano la fronte. Si mosse veloce. Un passo, due, tre e lui era ancora lì fermo. Quattro e gli fu di fronte. Cinque e lo abbracciò. Remus si irrigidì in un primo momento, poi ricambiò, voleva chiedergli cosa ci facesse lì, ma in quel frangente non importava, contava solo il suo corpo magro che riusciva a cingere con le braccia. Si immaginò le cicatrici che lo decoravano, cicatrici che lui stesso aveva a causa dei suoi marchi. Erano così simili nelle loro differenze, due tele dipinte della mano dello stesso artista. Così, stretti l’uno all’altro, si sentirono come se avessero trovato il loro personale angolo di mondo che non apparteneva a nessun altro. Fu Remus ad allontanarsi per primo.
“Sirius”
Lo guardò come si guarda un tramonto, un’alba, un lago ghiacciato come uno specchio e il Nephilim si disse che avrebbe fatto qualunque cosa per potersi un giorno meritare quello sguardo. Così fece un primo passo verso quell’obbiettivo e lo baciò. Qualcuno si girò a guardarli, qualcuno gli lanciò insulti che furono inghiottiti dall'aria, qualcuno continuò semplicemente a camminare, qualcun'altro sorrise verso di loro, qualcuno addirittura applaudì. Ma Sirius non poteva sapere tutto ciò, ogni fibra del suo corpo era impiegata a baciare il ragazzo che amava. Quello non somigliava affatto al loro primo bacio, carico di irruenza e desiderio. Fu un bacio morbido, lento, il bacio di chi ha tutta una vita davanti, senza fretta. Non avevano bisogno di chiarire, non in quel momento con le mani di uno strette intorno al corpo dell’altro, la pioggia leggera che bagnava le ciocche dei capelli, i vestiti, il rumore del fiume che sotto di loro narrava mille altre storie. Storie di mille anni fa o che ancora dovevano avvenire, di altri amanti che si stavano aspettando, che si erano cercati, storie di Nephilim, Nascosti, Mondani, che avevano dovuto combattere per quei reciproci sentimenti, magari c'era chi avevano perso, ma l'amore di coloro che si appartengono fin in fondo all'anima avrebbe sempre superato anche la resistenza del ferro e del bronzo.
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I look for you amoung the stars (wolfstar)
Fanfiction(dal testo) "Non sei il primo né sarai l'ultimo, che sacrifica l'amore per il mondo in cui vive. La tua è una tragedia che queste terre hanno visto innumerevoli volte. Quando capirai che non hai modo di arginare o distruggere i tuoi sentimenti, sarà...