Capitolo VI

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Sirius si svegliò lentamente quella mattina. Una sottile striscia di luce che filtrava dalle tende del letto a baldacchino chiuse. Era sicuro che quando si era addormentato fossero ancora aperte, probabilmente Remus si era svegliato prima di lui per sistemarle. Remus. Gli occhi di Sirius scattarono davanti a se, convinti di incontrare le palpebre abbassate del licantropo, tornato a dormire, ma tutto ciò che vide invece fu una macchia castana che spariva sotto il suo mento. Solo in quel momento si rese conto che quella sensazione di calore che sentiva anche dentro proveniva da un corpo premuto contro il suo: la schiena del lupo mannaro combaciava con il petto del Nephilim, le braccia di quest’ultimo erano strette attorno al corpo magro e sfregiato dell’amico. Con quella nuova consapevolezza le guance si tinsero di rosso, ma decise in ogni caso di non muoversi. Sentiva una strana sensazione nella pancia, come se il suo intestino si stesse accartocciando su se stesso. Non aveva idea di come si fossero ritrovati così, stretti l’uno all’altro, le ferite di entrambi, fasciate da bende, che si sfioravano. Non sapeva quando si erano mossi, andandosi a incatenare in quell’abbraccio senza fine, che sembrava volesse fonderli in qualcosa di nuovo. Si sentiva come se quello fosse il posto e il tempo giusto, come se fosse vissuto solo per arrivare a quel momento, in cui poteva accarezzare delicatamente le braccia dell’amico, sentirne le cicatrici sotto i polpastrelli, avvertire il suo respiro caldo sulla pelle, inspirare l’odore dolce dei suoi capelli, avvertire i loro battiti che si mescolavano. Era come sentire di esistere davvero per la prima volta, come se tutto adesso avesse acquisito un nuovo senso, ma non riusciva a capire perché, non era in grado di dare un nome a tutte quelle sensazioni che si agitavano dentro di lui. Forse non c’era neanche bisogno di dargliene uno, forse bastava solo sentirle per il momento, senza complicare tutto con delle vuote parole. Remus si agitò leggermente tra le sue braccia, se in un primo momento aveva deciso di liberarlo, alla fine scelse invece di stringerlo un po’ di più. Presto il licantropo smise di muoversi e Sirius poteva immaginare nella sua mente il colore del viso che si scaldava per l’imbarazzo.

“Buongiorno” disse con voce impastata.

“Buongiorno” rispose Remus, decisamente in difficoltà.

“Dormito bene?” chiese con noncuranza della loro posizione il Nephilim.

“Mh” emise un borbottio sconnesso “Come ci siamo ritrovati… ?”

Non c’era alcun bisogno di finire la frase, sapeva dove voleva andare a parare ancora prima che il ragazzo formulasse la domanda.

“Non ne ho idea.” rispose con un sorriso divertito e il tono leggero “Devi esserti agitato parecchio ‘sta notte, se mi hai costretto a bloccati.”

“Oh, sta’ zitto, fammi il piacere!” esclamò il lupo mannaro con voce imbarazzata, tanto che Sirius temette che sarebbe andato a fuoco.

“Come stai?” domandò il licantropo tornando serio.

“Alla grande.” Sirius era onesto, anche se Remus parve poco convinto dalla risposta “Te?”

“Io?” il licantropo era parecchio confuso e lo Shadowhunter dovette trattenersi dal tirare capocciate contro il muro.

“Sì, tu. Come vanno le ferite?” ripeté scandendo le parole.

“Meglio, non fanno quasi più male.” questa volta fu Sirius che non gli credette.

“Dovremo alzarci.” sussurrò Remus.

“Cinque minuti.” Sirius si chinò un po’ di più e nascose il viso tra le ciocche castane del più giovane, inspirandone il profumo.

Si alzarono solo dopo quasi un’ora, entrambi immersi in un dormiveglia. Sì vestirono e scesero per mangiare. Non trovarono nessuno a casa. Quel giorno le temperature erano più alte del solito e quando uscirono il sole autunnale li scaldò un po’. Trovarono gli altri due ragazzi che chiacchieravano vicini al cancello della proprietà, sembravano rilassati e sorrisero nel vederli arrivare.

I look for you amoung the stars (wolfstar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora