I look for you amoung the stars (wolfstar)

Capitolo IV

Remus rimase a guardare Sirius che lasciava la cucina, poi si girò per tornare a lavare il suo piatto nel momento in cui James chiedeva:

“Cos’è successo, Lunastorta?”

“La solita storia.” sospirò il lupo mannaro appoggiandosi al piano della cucina.

James annuì ma non disse nulla, doveva avvertire il turbamento del parabatai e Remus pensò che una parte del ragazzo lo condividesse, ma James era diverso, sapeva quando una battaglia era vinta, Sirius preferiva morire combattendo che levare bandiera bianca e questo lato del suo carattere lo spaventava a morte.

“Oggi cosa fai?” chiese per cambiare argomento il lupo mannaro.

“Penso che vedrò Lily.” rispose, l’espressione si fece subito trasognata, come se davanti ai suoi occhi fosse apparso un angelo invisibile al resto del mondo.

“Allora è vero che uscite insieme?” chiese curioso l’amico guardandolo sorridente.

Era felice che dopo tanti anni di struggimenti e rifiuti, finalmente il suo amore eterno per la giovane fosse stato ricambiato. Lily era sempre stata un chiodo fisso dal primo momento che l’aveva vista, a soli undici anni, per caso mentre si allenava nella foresta con quello che sarebbe diventato a distanza di pochi anni il suo parabatai. Lei era di straordinaria bellezza, da sciocchi non ammetterlo, perciò Sirius, che più volte aveva raccontato questa vicenda al licantropo, pensò in un primo momento che ne era rimasto ammaliato ma che in breve tempo gli sarebbe passato. Non fu così, quando i tre ragazzi si conobbero, a tredici anni all’Accademia Shadowhunters, James era ancora innamorato perso della giovane dai capelli rossi e dai magnetici occhi verdi che aveva visto ogni volta che si era addentrato in quel bosco. Tutte le estati aveva tentato di avvicinarsi, ma era sempre stato respinto. Remus conosceva il perché, alla morte dei suoi genitori, quando si era trasferito lì, aveva avuto modo di parlare con la ragazza dopo una luna piena più faticosa delle altre, che lo aveva lasciato stordito e ferito nel bosco. Lì Lily lo aveva curato e si erano ritrovati a parlare, Remus le aveva detto di essere stato uno Shadowhunter e lei in risposta gli aveva rivelato che lei stessa da parte di madre aveva sangue Nephilim, ma che dopo la sua nascita la madre l’aveva lasciata con suo padre un membro della Corte Seelie. Questi erano particolarmente odiati dai Cacciatori, più degli altri Nascosti, e lo stesso valeva anche per i Seelie la ragazza si era ritrovata incastrata tra due schieramenti rivali, incapace di essere l’una o l’altra cosa. Cresciuta nell’odio e nella solitudine aveva tenuto lontano chiunque. Da quel giorno Remus aveva stretto un’amicizia con la mezza fata, lei non gli aveva mai ammesso di provare qualcosa per James, che, nonostante tutte le fughe della ragazza, si era sempre avventurato nella foresta alla sua ricerca, eppure il licantropo aveva intuito qualcosa.

“Non si tratta proprio di un appuntamento però...” confessò emozionato il Nephilim “Anche se tu dovresti già saperlo, insomma lei parla spesso con te.” Non c’era accusa nella voce, ma il lupo mannaro avvertì una punta di gelosia in quelle parole.

“Lo sai che tra di noi non c’è nulla.” gli disse “A lei piaci, e molto, quindi vedi di non rovinare tutto.”

James annuì in risposta e poi senza che Remus se lo aspettasse disse:

“Lo sai che anche a me piacerebbe che tu rimanessi qui. Io non insisto, non voglio farlo, ma devi capire che Sirius tiene molto a te. Non hai idea di come sta nel saperti lontano, sapendo di non poterti proteggere, lo distrugge.” James aveva assunto un tono strano, sconosciuto alle orecchie di Remus e che lo preoccupava un po’.

Non voleva che l’altro fosse preoccupato per lui, ne poteva immaginare quanto questo lo facesse star male. Tutto ciò però invece di farlo desistere dall’andare via, lo convinceva sempre di più che maggiore fosse stata la lontananza tra i due, più l’amico sarebbe stato meglio. Per quanto questi pensieri avessero un senso nella sua testa non riusciva a spiegare a voce i meccanismi dei suoi neuroni, quindi si limitò a restare in silenzio.