Capitolo X

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James aveva sbattuto la porta dell'appartamento uscendo. Sirius sapeva che non era contento di lasciarlo da solo con Mocciosus, ma non aveva alternative, sapeva che il vampiro avrebbe parlato solo con lui. Si guardarono attentamente mentre il sole arrivava allo zenit in quella giornata calda. Dalle finestre coperte poteva solo immaginare i tetti delle case londinesi che si stendevano a perdita d'occhio fino ai campi, le strade brulicanti di persone che si affrettavano per andare chissà dove, le macchine che attraversavano la strada esalando fumi neri tossici, il lontano rumore delle navi che solcavano il Tamigi.

"C'è qualcosa che vuoi dirmi?" chiese lo Shadowhunter.

Il vampiro fece scorrere pigramente lo sguardo lungo il corpo di Sirius, poi incrociò di nuovo il suo sguardo argentato. "In effetti sì. La parte del Circolo con cui avete combattuto la scorsa sera ha lasciato Londra questo è vero, ma non erano gli unici in città, non erano gli unici che volevano il tuo licantropo."

Negli occhi brillava una luce divertita, che fece infuriare Sirius senza un motivo ben preciso.

"Di chi stai parlando?"

"Sto parlando di Minus, lui è ancora qui, con qualche altro Shadowhunters, di cui non conosco i nomi."

"Continuo a non capire, ti dispiacerebbe spiegarti meglio." aveva i nervi a fior di pelle, si sentiva frustrato dal comportamento del Nascosto e non poteva perdere le staffe prima di aver capito cosa volesse dirgli.

"Fu il Circolo a causare l'incidente a Lupin..."

"Non fu un incidente."

"Quel che è." Piton agitò una mano in un gesto di noncuranza "Comunque sono qui per te ora e il licantropo lo sa, ho sentito che si incontrerà con uno di loro questo pomeriggio."

"Remus..." Sirius si sentì mancare la terra sotto i piedi, fece un passo indietro ma non aveva nulla a cui appoggiarsi. Era sopraffatto dalla preoccupazione e non aveva idea di dove si trovasse l'altro, il ragazzo con cui aveva litigato poco prima di uscire di casa, non potevano essere così i loro ultimi momenti insieme. Non poteva rivivere tutto questo una seconda volta, non poteva di nuovo essere sul punto di perderlo dopo una lite, una stupida ed insignificante discussione, che non contava nulla. Non era pronto a perderlo, come non lo era stato il giorno in cui era stato trasformato o quella precedente notte di luna piena e forse non lo sarebbe stato mai.

"Dove? Dov'è l'incontro?" chiese, quasi annaspando.

Il vampiro si alzò e gli scarabocchiò una mappa su un tovagliolo, gli ci volle un attimo per capire dove andare, più tardi avrebbe attivato una Runa di Localizzazione per trovare il licantropo. Si voltò e fece per andarsene, ma, arrivato al portone, sentì lo sguardo pungente del vampiro su di sé, così rimase fermo.

"Provo quasi pietà."

Piton aveva parlato in tono annoiato e piatto, come se stesse ripetendo una vecchia lezione di storia, Sirius non aveva tempo per i suoi giochetti, doveva trovare Remus, ma qualcosa nel tono lo fece voltare e la luce negli occhi del vampiro gli fece salire un brivido freddo lungo la schiena.

"L'amore è un sentimento strano non trovi?" il Nascosto fissava un punto indefinito davanti a sé, osservando i fantasmi di un passato che solo lui poteva vedere.

"No. Non credo nell'amore, non quello romantico, ho il mio parabatai, questo mi basta. E poi non credo di essere in grado di innamorarmi." disse Sirius con tono piatto, aveva ripetuto a se stesso quelle frasi che nel dirle ad alta voce gli sembrava di recitare una vecchia poesia senza rime.

"Mio caro Nephilim, tutti possiamo innamorarci. Tu neghi a te stesso quello che provi, perché non lo capisci. Quelli della tua razza disprezzano e temono ciò che non comprendono, del mondo e di loro stessi. Tu alla fine non sei così diverso. Ma ho visto come hai reagito quando ti ho detto che Remus era in pericolo, ho prestato attenzione al modo in cui parli di lui, vi ho visti l'altra sera combattere contro il Circolo. Hai uno sguardo vivo come il fuoco e dolce come il miele." c'era qualcosa di sbagliato nel sentire quelle parole pronunciate da Piton, qualcosa che le faceva suonare stonate e disgustose.

"Non sai di cosa parli." per la prima volta Sirius sentì che tutte le barriere scavate e costruite intorno al suo cuore erano state abbattute.

"Temo invece di si." poi il vampiro si voltò "Non sei il primo, ne sarai l'ultimo, che sacrifica l'amore per il mondo in cui vive. La tua è una tragedia che queste terre hanno visto innumerevoli volte. Quando capirai che non hai modo di arginare o distruggere i tuoi sentimenti, sarà troppo tardi."

Severus si allontanò e Sirius si affrettò a fare lo stesso, uscendo dalla casa del vampiro e chiudendosi la porta alle spalle. Si accasciò subito dopo, era seduto scomposto sul pavimento sporco, il petto che si alzava e abbassava troppo velocemente e troppo irregolare, il mondo era sfocato e confuso, aveva la sensazione di non riuscire a respirare, soffocava e tremava. Chiuse gli occhi, era già capitato, doveva solo abbassare le palpebre e respirare, ma tutto sembrava troppo difficile, come se non ricordasse più come inspirare o espirare, poi sentì una voce nelle sue orecchie, rideva gli diceva qualcosa che lui non poteva capire, era Remus, il ragazzo che solo il giorno prima aveva avuto tutti i marchi addosso, che sulla sua carnagione pallida sembravano quasi vivi, lui era stato così prima, pieno di vita come se avesse avuto tutta l'eternità davanti a se. Poi quella sera non era rientrato nella sua stanza, dove diavolo era finito, perché rimaneva fuori col buio? Poteva essere pericoloso. Così Sirius aveva attivato una runa per rintracciarlo, ma era stato troppo tardi, era arrivato troppo tardi, la sua pelle non avrebbe più visto le rune, le spade angeliche non si sarebbero illuminate più sotto il suo tocco, Sirius ricordava di aver pensato che, se non potevano accendersi per lui, allora non aveva alcun senso che si accendessero per chiunque altro. Il suo universo era sempre iniziato e finito con Remus, con la sua risata, con il suo viso cosparso di cicatrici e sempre comunque bellissimo. Sembrava tutto così semplice finché poi tutto il mondo ricomparve davanti ai suoi occhi e il peso della realtà tornò prepotente sulle spalle del ragazzo.

Lo Shadowhunter respirò lentamente per alcuni minuti, cercò di ricomporsi prima di uscire e di raggiungere il suo parabatai che lo aspettava in piedi sul ciglio della strada.

I look for you amoung the stars (wolfstar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora