Capitolo VIII

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Quella casa aveva sempre messo i brividi a James. Forse era per chi la abitava, forse per il freddo che gli si insinuava sotto i vestiti ogni volta che vi si avvicinava, forse per il buio, o per le finestre coperte da spesse tende scure come il sangue. Non sapeva bene il motivo, ma, non appena metteva piede in quell'appartamento, i sensi, sviluppati in anni e anni di allenamento, si attivavano tutti di colpo, quasi come se si trovasse di fronte ad un demone. Sirius se ne stava in piedi dietro di lui, non aveva bisogno di guardarlo per avvertire la tensione che gli scorreva nel corpo. Erano fermi nell'ingresso dell'abitazione, l'entrata del palazzo era già aperta e, una volta bussato al portone, questo si era dischiuso rivelando il cupo ambiente all'interno. La scarsa illuminazione era conferita da alcuni candelabri. I vampiri, come quello che viveva lì, non avevano problemi con la luce artificiale, ma, da quanto si poteva facilmente intuire, Severus Piton la odiava tanto quanto quella diretta del sole. La figura del figlio della notte apparve come un'ombra davanti a loro, i capelli neri e unti gli pendevano ai lati della testa, gli scuri occhi cerchiati di nero, sembravano due carboni spenti di spicco sul viso pallido e smunto. Li guardava con un cipiglio annoiato e una punta di disgusto, malamente celata. James indugiò solo un istante sulla lunga toga che indossava il Nascosto e puntò i suoi occhi in quelli dell'altro. Lo Shadowhunter capiva bene la reazione del suo parabatai quando gli aveva detto che avevano bisogno di lui per avere informazioni, anche James provava dell'astio nei confronti del vampiro, ma sapeva che, se c'era qualcuno che sapeva dei comportamenti illegali di alcuni nascosti, quello era senz'altro Piton.

"Che spiacevole sorpresa." disse Severus, voltando le spalle ai due Nephilim e dirigendosi verso il salotto.

Anche questa stanza come tutte le altre era molto buia, le grandi finestre in vetro erano ben coperte per accertarsi che non filtrasse nemmeno uno spiraglio di luce. Il vampiro si sedette su una poltrona e i due Shadowhunters, che lo avevano seguito, si sistemarono in piedi di fronte a lui. Sirius era al fianco di James, giusto un passo indietro, chiaro segno che non aveva alcun interesse nell'intraprendere una conversazione col Nascosto.

"Piton" iniziò James "siamo qui per porti giusto due domande, speriamo di andarcene il prima possibile."

"Potter" rispose lui versandosi in un calice un liquido scuro, James non era sicuro se si trattasse di vino o sangue "non vedo come potrei aiutarti."

"Niente giochetti, Mocciosus." intervenne Sirius "Hai un grosso debito verso James, o ti sei scordato chi ha impedito di ritrovarti con la testa staccata dal resto del corpo?"

"Metti la museruola al tuo cagnolino." Piton non rivolse nemmeno uno sguardo a Sirius, si limitò a fissare il bicchiere mentre beveva tranquillo a piccoli sorsi.

"Prima di tutto vogliamo sapere se sai dove si trova il Circolo in questo momento." James non aveva reagito alla provocazione, non gli piaceva chi insultava il suo parabatai sulla maledizione che portava, ma non avrebbe ceduto al gioco del vampiro.

"Non in Inghilterra, se è questo che vuoi sapere." rispose sprezzante "Tutto sommato non gli importava abbastanza sopprimere il vostro lupo." Sirius si irrigidì e strinse i pugni, James pregò che non esplodesse, gli servivano altre informazioni.

"Non mi sembrano tipi che mollano dopo il primo tentativo fallito." rispose James lanciando un'occhiata penetrante all'altro Nephilim.

"Beh, il loro scopo non era il vostro amichetto" sul suo volto si aprì la cosa più simile ad un ghigno che avesse mai visto sul volto pallido del Nascosto "hanno ucciso il loro vero obiettivo questa notte, poi hanno lasciato il Paese."

"Perché allora rischiare attaccando un lupo mannaro sotto la protezione di un gruppo di Shadowhunters?"

"Primo perché ritengo che non reputassero due bambini armati molto pericolosi, secondo perché volevano provocare qualcuno. Non so poi molto sulla faccenda, quindi andiamo avanti."

James si spostò leggermente cosicché le sue spalle e quelle del suo parabatai si toccassero. Avvertiva la collera e il dolore dell'altro come fossero i suoi, sperava che quel contatto potesse calmarlo e ci riuscì solo in parte.

"C'è qualcun'altro che lo vuole morto?" la voce di Sirius tremava appena.

"Questo non lo so." Piton pareva onesto "Qualcuno della tua famiglia o della sua immagino." c'era una strana accusa nella voce del vampiro e James si chiese come sapesse del legame che avevano i suoi due migliori amici, a volte si domandava se loro stessi se ne fossero mai resi conto.

"Ho un'altra domanda" riprese James "Conosci molte cose del mondo Invisibile, qui a Londra. Noi vogliamo sapere chi può aver evocato un demone Drevak e qual'era il suo scopo."

"Si, ho sentito di quel demone che scorrazza per la città. Una vera rogna." il tono era sempre tranquillo, annoiato "Ma non so chi lo abbia evocato. Posso solo dirvi che ci sono voci. Il mondo Invisibile non vede di buon occhio gli Shadowhunters, di questi tempi la situazione è anche peggiore con il Circolo in giro. Ma attirarsi gli sguardi del Conclave evocando demoni, ora che quei mocciosetti cercano scuse per farci fuori tutti, è una follia. Qualche stregone poco saggio oserei dire."

"E cosa se ne fa di demoni Drevak?" James sapeva che spesso venivano utilizzati come spie o messaggeri, ma quello che avevano combattuto era rimasto, secondo l'istituto londinese, appostato in quella strada per almeno due giorni, cosa aveva aspettato?

"E io come posso saperlo?" nonostante l'apparente tranquillità, appariva molto divertito dalla situazione "Ma immagino che uno di voi abbia già delle ipotesi." i suoi occhi si fissarono sulla sagoma di Sirius.

"Spie o messaggeri guidati dall'olfatto. Teneva sotto controllo qualcosa o qualcuno." disse il Nephilim.

"Magari non ha niente a che vedere con le sue abilità, in fondo è sempre un demone e voi Nephilim gli sareste corsi dietro in ogni caso." ora sembrava decisamente divertito e continuava a tenere lo sguardo addosso al parabatai di James in una muta richiesta, di venir lasciato solo con lui.

L'altro però non si mosse, si fidava molto poco di Piton e aveva bisogno di altre informazioni.

"James, manda un messaggio di fuoco all'Istituto: dì del demone e chiedi delle indagini su cosa ci facesse proprio in quel punto della città, poi aspettami di sotto."

James avrebbe voluto protestare, ma il parabatai non lo guardò, fissava di rimando il vampiro così decise che era meglio lasciarli parlare, qualunque risposta avesse desiderato di ottenere dubitava che gli sarebbe stata fornita quel giorno.

I look for you amoung the stars (wolfstar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora