Glance.

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Purtroppo per me, durante la settimana scoprii piano piano, che avevo molte lezioni in comune con i due ragazzi, soprattutto con il moro che aveva cercato di prendermi in giro davanti a tutta la scuola.

Al contrario mio, dire che le ragazze erano felici di stare in classe con loro era un eufemismo.

C’erano risolini continui a qualsiasi cosa facessero, alcune rimanevano a fissarli, con la testa appoggiata sul palmo della mano e la bocca dischiusa a venerarli, come fossero dei.

Guardavo questa scena così dannatamente patetica, mentre loro si beavano delle attenzioni, certi della loro bellezza e di avere in pugno ogni ragazza di tutto l’instituto.

I due si scambiarono un ghigno d’intesa, quando il moro si alzò e fece un cenno al professore – “Prof, lei ci annoia, noi andiamo a fumare. Alla prossima.” – il professore aprì la bocca per parlare, ma la richiuse immediatamente scuotendo la testa, rassegnato.

Ero furiosa, ma non per come si fossero comportati con il professore, ma per come prendessero tutto come fosse già loro. No. Basta. – “Ma vi sembra il modo?” – il mio sguardo fisso su di loro. Ero pronta a qualsiasi parola, brutta o derisoria che fosse. Di certo, non mi sarei mai aspettata che il moro bloccasse il biondino accanto a lui e facesse segno di lasciar perdere e uscire.

Il professore mi lanciò uno sguardo riconoscente, poi si girò e continuò la lezione.

HARRY’S POV

Lo sapevo. Sapevo che avrebbe avuto da ribattere sul nostro comportamento. Quasi lo speravo.

Pensavo di non riconoscerla più. Certo che quei capelli le stavan proprio bene, era così tanto che non la vedevo.. E’ cosi cresciuta. In meglio.

“Ehi, amico” – Jake mi guardava incuriosito, porgendomi una sigaretta. – “Dì la verità, tu la conoscevi già quella, vero? Com’è che si chiama? Nub.. Nev...”

“Nebula.” – mi uscì più scontroso e acido di quanto volessi far trasparire. – “Comunque no.”

Il mio amico, a quella reazione, alzò le mani in segno di resa, per poi portare le mani alla fine della sigaretta, facendo scudo contro il vento con una, e con l’altra accendendola.

Mi passò l’accendino, cercando di scrutarmi in viso cercando qualche segno per carpire qualche informazione sulla nuova alunna della scuola. Un’occhiataccia da parte mia lo fece ritrarre fino a sdraiarsi sugli scalini della scuola che davano sul cortile immenso.

Oltre la rete, solo una lunga distesa di alberi.

Sputai il fumo fuori dalle mie labbra, godendomi il silenzio.

Niente professori, niente oche che ci fissano, niente ragazzi che urlano per il corridoio.

“Farò finta di crederti, ma lo sai che ti puoi fidare di me..” – Jake prese parola.

Più che fidarsi di lui, Jake aveva l’impellente bisogno di saperlo per dirlo a quella bionda cotonata di Samantha, l’unica che mi ero sbattuto più di una volta in quella scuola.

Era dal primo giorno di liceo che Jake sbavava dietro a quella ragazza facile. Ma da una come quella puoi pretendere solo del buon sesso, a meno che non sei pronto a sganciarle le chiavi della macchina e qualche borsa costosa, in cambio di un bel paio di corna alte e ramificate.

Avrei voluto dispiacermi per il mio amico, visto che, e tutta la scuola lo sapeva, Samantha moriva per me. Alla prima occasione, si attaccava alla mia cintura, pronta a slacciarmela appena entrati in bagno, certo. Ero famoso per le mie doti, non mi preoccupavo farlo in pubblico, ma non mi piaceva dare spettacolo. Sarebbe stato uno spreco.

NEBULA’S POV

Quell’ancora di salvezza della campanella della ricreazione non tardò ad arrivare, e per quanto mi interessasse, perché sì, mi interessava, la lezione, avevo bisogno di staccare.

Così corsi verso la porta che dava sul cortile, pronta con le cuffiette nelle orecchie e una Lucky Strike tra le labbra. Cercavo solo un posto tranquillo, dove poter stare da sola, non che fossi asociale, solo che non avevo ancora stretto granché amicizia. Almeno credevo.

Prima che potessi arrivare alla sigaretta, uno zippo alquanto vecchio mi si posò davanti  accendendomela.

“Carino” – sorrisi io alludendo allo zippo. Alex mi rispose con un sorriso smagliante.

“Era di mio nonno. Gliel’ho fregato dalla bara prima che la chiudessero. Grande fumatore.”

Feci una finta smorfia sconcertata – “Ommioddio, come hai potuto. Adesso come farà a fumare là sotto? Non penso che potrà scroccare un accendino, sai?”

Scoppiò in una risata fragorosa mostrando tutti e 32 i denti scintillanti. Aveva proprio un bel sorriso.

“Ehi, cosa è successo in classe?”

“In classe?”

“Beh, sì, Harry ti sta fissando.”

Alex diede per scontato che io sapessi chi fosse questo presunto Harry, ma non ci fu bisogno di chiedergli nulla. Uno sguardo stava bruciando sulle mie spalle coperte da una camicetta bianca, quando mi girai vidi una mascella contratta e dei capelli nero corvino che si muovevano appena spostati dal vento.

- E così ti chiami Harry, eh. – pensai tra me e me.

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