The perfect dress

49 2 7
                                    

NEBULA’S POV

Ormai, Halloween era dannatamente vicino, al contrario del vestito per la festa, che era dannatamente lontano. Così, mi feci forza. Mi infilai alla svelta un giacchetto, urlai un ciao alle mie madri e mi tirai dietro la porta. Un venticello leggero mi colpì in faccia, delle foglie rosse rotolavano lungo il marciapiede. Gli alberi, quasi spogli, costeggiavano la strada distanziati simmetricamente. Nei giardini delle case, si potevano già vedere alcune decorazioni di Halloween, come delle zucche sui gradini della porta, o uno spaventapasseri un po’ pendente.

Camminai a lungo, cercando il negozio ideale, con le cuffiette e una sigaretta.

Alcuni bambini erano nei negozi, sfilando davanti alle madri che li guardavano incantati. Altri erano già fuori rincorrendosi, con i vestiti già addosso.

Poi lo vidi.

Fu come se il più grande amore della tua vita ti stesse guardando da quella vetrina, ma avesse un’unica e sola pecca.

150 dollari.

“Cento. Cinquanta. Dollari?” – portai la mano sulla bocca, accorgendomi di aver gridato. La commessa dentro il negozio mi stava guardando dalla cassa, contrariata.

“Cara” – mi sorrise gentilmente – “c’è il 50% di sconto. Viene solamente 75, adesso.

Solamente, dice lei.

 Ma il vestito mi stava fissando. Aveva le spalline imbottite, le maniche arrivavano fino al gomito. Aderiva completamente al manichino che lo stava indossando fino alla vita, da dove poi cominciava una gonna che si tagliava a metà coscia davanti, ma ricominciava ai lati, andando a scalare dietro fino a strusciare la coda. Il grande scheletro umano era stato stampato a grandezza naturale sul vestito. Sembrava dannatamente realistico, se non fosse stato che sullo strascico, al contrario delle normali gambe, vi era lo scheletro di una lunga coda di drago. Poggiato sul collo mozzato del manichino, c’era un cappellino nero con una rete elegante legata insieme. 

Ci fu uno scambio travolgente di sguardi tra me e quel vestito.

Lo guardai.

Lui mi guardò.

Lo riguardai.

Lui mi sussurrò - "Coompraaamiiii"

Mi morsi il labbro.

"Lo so che mi vuoooi"

"AAAArgh! Commessa?"

Lei arrivò puntualmente al mio fianco - "Sì?"

"Dov'è il camerino?"

E lei sorrise soddisfatta.

***

Dopo, circa, 40 minuti nel camerino, e vari tintinnii del campanellino che suonava ogni volta che entrava o usciva qualcuno, ero riuscita a metterlo. Ora, se c'era una cosa che mi imbarazzava da morire, era uscire fuori dal camerino e vedere come mi sta un vestito.

E, ovviamente, dentro quel camerino non c'era lo specchio.

Misi fuori la testa, circondando il collo con il tessuto morbido della tenda per nascondere il resto, ma non feci in tempo, che una voce chiamò il mio nome. - "Nebula!"

Questa poteva essere solamente.. la dolce voce di Lucy.

"Lucy! Cosa ci fai qui?"

"Stavo cercando qualcosa da mettere per la festa di Samantha."

Avrei voluto tanto schiaffarmi la mano sulla fronte. Me ne ero completamente dimenticata; anche Lucy veniva alla festa. Potevo chiederle un aiuto.

"E tu? Cosa fai nascosta nel camerino?"

Across the universe.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora