Taking you home

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NEBULA’S POV

Al suono della campanella, presi velocemente tutto ciò che avevo sul banco e lo buttai, come fosse un cestino, nello zaino, che presi con la stessa velocità e me lo misi sulla spalla. Lucy mi salutò con un enorme sorriso, e, poco prima della porta di uscita, Alex mi strinse la spalla con un “A domani”.

Harry era appoggiato, in una posizione alquanto intrigante, alla sua macchina nera brillante. Le mani erano intrecciate fra loro dietro la schiena, la camicia azzurra gli cadeva perfettamente sui fianchi stretti aderendogli su tutto l’addome. I suoi capelli erano ancora, nonostante tutta la giornata, ordinatamente tirati indietro, cosa che gli dava un tocco elegante.

Mi avvicinai per salutarlo e avviarmi verso casa, ma lui mi bloccò stringendo fermamente nella sua mano il mio braccio.

“Oh” – uscii dalla mio bocca, presa alla sprovvista.

“Vuoi un passaggio?”

“Ma le nostre case sono nelle direzioni opposte..”

“Oh, non ti preoccupare, devo andare a casa di Samantha. Sai, la festa.” – e gesticolò con le mani, lasciando passare.

“Pensavo l’avessi ‘mandata a fanculo’”

Poi vidi qualcosa che ormai non vedevo da tempo, un presuntuoso, orgoglioso ghigno sul suo viso sicuro, di chi ha appena avuto una rivincita.

“Nebula” – e si avvicinò a me mettendo due dita sotto il mio mento – “sembri quasi gelosa..” – ed accentuò pesantemente quel quasi.

Gli sbuffai contro – “Gelosa? Tz.” – misi una mano sul suo petto, allontanandolo – “non essere ridicolo, Harold”

“Harold?” – il suo ghigno spavaldo si trasformò in una espressione totalmente disgustata, ma poi rise mostrando i denti bianchi. – “Dai, andiamo o farò tardi da Sam”

“Sam!” – mi misi in una posa decisamente ridicola, accentuando le labbra e tirando fuori il petto -  “Ciao, sono Sam, e le mie passioni sono prendere in giro quell’escremento di arcobaleno di Nebula e mangiare tutti i cazzi della scuola” – dissi con una voce stridula.

Lui scoppiò in un’altra risata, ma questa volta sembrò non fermarsi più. Era, decisamente, uno spettacolo mozzafiato. Spingeva la mano sulla pancia, come se cercasse di non far rotolare giù le budella. I capelli, una volta ordinati, si erano leggermente scompigliati piegandosi in avanti, le punte si muovevano flebili spostate dal vento. Le foglie colorate dei colori d’autunno, si muovevano dietro di lui, rendendo la scena davvero da film. Gli occhiali da sole erano piegati sul primo bottone della camicia, le vene del collo erano poco più risaltate del solito, per lo sforzo della risata. La luce del sole riscaldava l’immagine che mi stavo imprimendo nella mente, e risaltava la pelle chiara del ragazzo di fronte a me.

Quando si ricompose, le sue guance erano arrossate, ma ciò lo rendeva solo molto più carino.

Ci fu qualche momento di silenzio, quando poi la situazione si fece dannatamente imbarazzante.

“Cosa?” – disse a bassa voce lui, guardandomi negli occhi. Il suo aspetto era così disordinato, così diverso dal normale.

“Sai, i tuoi capelli sono molto più belli, quando si ribellano.” – a quella frase, le sue mani guizzarono verso i capelli cercando di ordinarli, ma io lo bloccai sul momento.

“No. Lascia.” – e infilai una mano nella sua criniera che era pronta a ruggire, e iniziai a muoverli freneticamente, per poi sfilarla e lasciare un Harry prendere un nuovo aspetto. – “Così va meglio.”

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