Hot chocolate & Champagne

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NEBULA’S POV

Vidi il biondino arrivare da dietro le spalle di Harry, Jake credo si chiamasse. Il moro di fronte a me sembrò essere per un momento sollevato dal suo arrivo, e ciò mi portò a capire che avrebbe comunque sviato il discorso del come facesse a sapere da dove venissi. Perciò conclusi che fosse stato meglio andarsene, prima di sentire la cultura di un ragazzo adolescente uscire dalla bocca di Jake. Quindi, misi le cuffiette nelle orecchie scuotendo lievemente la testa, girai sui tacchi e cominciai a camminare a passo svelto verso un locale qualsiasi. Entrai, sentendo il caldo avvolgente di un bar che sfornava deliziose cioccolate calde che ragazze della mia età si affrettavano a stringere tra le mani fredde e screpolate. Vidi in ognuno dei loro visi un senso di piacere, accompagnate dall’odore che emanava la bevanda calda. Così, presa dalla voglia, mi misi in fila pronta ad ordinarne una, quando sentì una voce – “Un Espresso e una brioche, per favore.”- alzai gli occhi in direzione del suono familiare e riconobbi i ricci neri della ragazza che aveva l’armadietto accanto al mio.

“Ehi!” – le strinsi il braccio facendola voltare. Lei mi rispose con un sorriso smagliante, e questo mi fece tranquillizzare; l’ultima volta che ci eravamo viste, lei era scappata via senza neanche rivolgermi la parola.

“Ciao! Come va?” – strinsi le spalle – “E’ un po’ che non vieni a scuola, che fine hai fatto?”

Lei piegò la testa di lato, leggermente imbarazzata. – “Ho avuto da fare, impegni di lavoro. Ti va di sederci insieme?” – annuii semplicemente. Volevo chiederle cosa fosse successo l’ultima volta, ma era così ovvio che non ne volesse parlare. Lei si limitò a scrutarmi, come leggesse il mio pensiero – “Davvero, non è successo nulla. E’ una lunga storia, tu non c’entri nulla.” – annuii nuovamente, dicendole che quando e se avesse voluto, poteva venire da me a parlare di tutto quello che voleva. Così, presi la cioccolata stretta tra le mie mani e ne bevvi un sorso. Un liquido dolce e bollente scivolò dalla lingua fino a giù nello stomaco. Paradisiaco.

“Comunque” – un risolino mi scappò dalle labbra – “sarebbe ora di presentarci, non so ancora il tuo nome”

Allungò la mano tendendomela – “ Lucy”

“Nebula”

HARRY’S POV

Guardai Nebula finché non svoltò l’angolo, sparendo.

“Quella sta proprio fuori, eh?” – Jake rise.

Ma come cazzo si permetteva? Gli diedi un pugno sul braccio, mirando al nervo, scocciato. Infilai una mano nella tasca del giacchetto e sfilai una Marlboro dal pacchetto bianco. – “Non ti azzardare a parlare così di lei.” – Jake si massaggiò il punto in cui lo presi e scosse la testa. – “Come vuoi. Comunque mi ha scritto Samantha, ha chiesto se vogliamo andare da lei ad aiutarla con la festa per sabato.” – annuii senza neanche accorgermene.

***

Infilai la mano nella tasca dei jeans e presi il mazzo di chiavi, premendo quella della macchina nel buco di accensione. Il viaggio fu silenzioso, anche se la voglia di fare domande di Jake era palpabile.

“Smettila.” – ordinai con voce atona.

“Di fare?” – inarcò il sopracciglio mandandomi un’occhiata.

“Di fissarmi. Lo so che mi vuoi fare delle domande, ma non ti risponderò. E lo sai.”

“Devi ammettere che sei strano” – fece schioccare la lingua.

In risposta, io feci solo spallucce facendomi sfuggire una piccola risata – “Sì, okay. Comunque” – sviai il discorso – “che dobbiamo fare da Samantha?”

“Oltre a farle compagnia?” – sul suo viso apparve un sorriso malizioso “spostare delle cose per la festa di sabato”

“Stanno diventando una palla queste feste” – ripensai a ogni festa che Samantha aveva fatto a casa sua.

Alla fine, era sempre la stessa storia. Si entrava tardi quando tutti erano già ubriachi, si ballava, ci si strusciava, si beveva, si prendeva una bella ragazza e su in camera.

“Amico, davvero, l’anno scorso impazzivi per portarti le ragazze a letto! Che cazzo ti è successo?”

Guardai Jake  per un momento, e poi tornai con l’attenzione sulla strada. Non lo sapevo neanche io che cazzo mi era successo. Era come se tutte le altre ragazze non esistessero più, come se quei capelli blu e rosa fossero gli unici che avrei voluto accarezzare, e quelle labbra essere le uniche per me da mordere, succhiare violentemente..

Inchiodai fortemente. Una macchina era ferma davanti a me aspettando che scattasse il verde, ma io ero troppo occupato a pensare a Nebula per accorgermene. Jake sembrò indeciso se ridere o prendermi a pugni. Decise di restare zitto, a quanto pare.

Fermai la macchina davanti casa di Sam; era una classica villa pitturata di un giallo scuro, attorniata da un giardino enorme che, a parer mio, non serviva a un cazzo se non per le feste. In mezzo a tutto quel verde, c’era un’enorme piscina a forma di bottiglia, fornita di idromassaggio e sedie lungo i bordi. Di fronte alla piscina, vidi una semi-nuda Samantha venire verso di noi, con le lunghe gambe abbronzate dalla lampada settimanale e una scollatura a V che finiva poco sopra l’ombelico. Mi bloccai dal ridere, facevano giusto 15 gradi, e lei sembrava fosse sbarcata ai Caraibi. Ridicola.

“Harry!” – la voce uscì sensuale dalle labbra carnose, mentre mi baciava il lato destro della bocca e con la mano stringeva un mio gluteo. Di classe.

Poi passò una mano lungo il petto di Jake, baciandogli, al contrario, il lato sinistro della bocca. Il mio amico sembrava così preso dal guardare le curve messe bene in vista di Samantha, che non si accorse del fatto che ci avesse preso per i polsi e trascinati in casa.

“Da bere?” – mi guardò intensamente, spogliandomi con gli occhi.

Non feci in tempo a rispondere, che Jake prese parola – “Sorprendimi.”

E così sparì dietro il muro, diretta in cucina a prendere qualcosa. Jake la seguì con lo sguardo, mangiandosela con gli occhi. Quasi mi venne da ridere per quanto era perso per lei, ma poi sentì una fitta pensando a quanto potesse odiarmi per essere il preferito di Sam.

Vidi gli occhi di Jake prendere fuoco, e così mi girai, trovandomi una Samantha nuda con due bicchieri da Spumante in mano.

“Va bene?” – sorrise maliziosa.

 Non penso che avremmo spostato granché per la festa, oggi.

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