Surprise

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NEBULA’S POV

Infilai una mano nella doccia aprendo l’acqua e lasciandola scorrere, riscaldandosi. Aspettai fuori dalla vetrata leggermente oscurata, fermandomi davanti all’enorme specchio del bagno. Non ero mai stata una ragazza troppo fissata dal mio corpo; non mi ha mai veramente messo a disagio, non lo amavo, ma lo apprezzavo. Forse, avrei tolto qualche cosa lì e aggiunto qualche cosa là. Ma non mi importava. Passai lo sguardo dai miei capelli, che cadevano a cascata sulle mie spalle, ai miei occhi, che sembravano così freddi e di pietra, scesi giù lungo il viso, fino al mio seno. I segni rossi del reggiseno lo cerchiavano, delineando le forme. Poi giù, fino all’ombelico; con l’indice destro, accarezzai la mia pelle facendo dei piccoli cerchi leggeri intorno. Lo specchio, poi, mi lasciò all’immaginazione.

C’era un piccolo alieno sul mio corpo. Un sottile, lungo, bianco estraneo che giaceva sul mio braccio sinistro, poco sopra il gomito, nella parte più chiara e morbida. Una cicatrice di un brutto periodo.

Finalmente pronta per entrare, mi infilai velocemente nella doccia, ormai completamente appannata dal vapore acqueo. Lasciai cadere indietro la mia testa, sentendo l’acqua calda sciogliermi e tirarmi i capelli, appesantendoli. Li massaggiai piano con dello shampoo, sentendo il mio corpo rilassarsi. E poi, quando mi misi sotto il getto d’acqua, lasciai lo stress, il nervosismo, la rabbia e la stanchezza scivolarmi giù, lungo il mio corpo, insieme al sapone.

E ogni fibra del mio corpo vibrò, sfinita, lasciandosi accasciare, stanca.

***

Legai i capi dell’asciugamano sopra il mio seno umido, e un piccolo turbante sulla testa.

Scivolai furtivamente verso la mia camera, dove poi chiusi velocemente la porta a chiave. Scelsi in pochi secondi cosa mettermi; maglietta, jeans stretti e giacchetto.

“Tesoro?” – mia madre bussò alla porta piano, ma il tono della voce tradiva l’eccitazione che aveva cercando di nascondere. – “Dimmi!” – le urlai, vestendomi velocemente.

“Hai una visita!” – forse Alex o Lucy avevano scoperto dove vivevo; mia madre sarebbe morta dalla felicità, se avesse avuto le prove che avevo dei nuovi amici.

Aprii di scatto la porta, pensando di trovarmi due grandi occhioni da cerbiatto di Lucy, ma incontrai solo due immensi occhi grigi che si stavano facendo un allegro bagnetto nei miei.

“Fanny” – sussurrai a me stessa, lasciando la mia bocca prendere forma di una grande O.

***

“Devi raccontarmi tutto! Assolutamente tutto!” – Fanny stringeva le mie mani e intanto saltellava contenta sul posto.

Io risi, la felicità di Fanny era facilmente trasmettibile; i suoi ricci castani ondulavano ad ogni salto e il suo sorriso a 32 denti era assolutamente contagioso.

“D’accordo! D’accordo!” – risi di gusto – “Ma fermati! Piuttosto tu, devi dirmi tutte le tue dolci novità!” – lei si buttò sul letto, rimbalzando appena con il busto.

“Charlotte è così noiosa senza di te” – tirò un sospiro – “ma ho conosciuto un gruppetto di ragazzi piuttosto sfigato, con cui mi ci trovo alla grande!”

Io le sorrisi fiduciosa. Sapevo che quel gruppetto era il sostituto – di – Nebula, ma la cosa non mi toccava minimamente. Al contrario, ero contenta che Fanny si fosse trovata altri amici.

“Dai, ora tocca a te!” – si rialzò di scatto dal letto, mettendosi seduta.

“Ho conosciuto due ragazzi, si chiamano Lucy e Alex. Loro due non si parlano, secondo me è successo qualcosa di grave qualche tempo fa. Lucy dice che un giorno me lo dirà. Dovresti vederla, ha due occhi enormi marroni, e dei ricci peggio dei tuoi!” – sorrisi, un sorriso che scomparve alla vista degli occhi infuocati dalla rabbia di Fanny. Sospirai.

“Pensavo l’avessi superato” – mi sedetti accanto a lei, prendendole le mani tra le mie. – “Non credevo ti importasse ancora.”

Le scappò un risolino amaro dalle sue labbra rosee. “Non mi importasse ancora?” – sussurrò. I suoi occhi scintillavano, lucidi. “Mi importerà sempre, Nebula.” – si girò verso di me, i ricci che le cadevano dietro la schiena. Le sue ciglia erano bagnate dalle lacrime che scorrevano lungo le guance. I suoi occhi erano come un mare in tempesta, una nave che chiedeva aiuto.

“Io ti amo” – e le sue labbra furono sulle mie, morbide e seducenti, come sempre.

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Scusatemi se è così corto, ma è così BOOM. 

Fanny, Fanny cara.

E volevo ringraziarvi per essere arrivati oltre alle 300 view! 

(lo so che è poco, ma è la mia prima ff, per me è un traguardone.)

Alla prossima! <3

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