𝐕. 𝐒𝐨𝐫𝐫𝐢𝐬𝐢 𝐞 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐬𝐩𝐞𝐳𝐳𝐚𝐭𝐢

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Irene Tarren era una ragazza dall'aspetto grazioso e con lunghi capelli biondi, folte ciglia e occhi azzurro chiaro; la sua pelle d'avorio, alla luce del sole pomeridiano che brillava oltre la vetrina del locale accanto al tavolo dov'era seduta, s...

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Irene Tarren era una ragazza dall'aspetto grazioso e con lunghi capelli biondi, folte ciglia e occhi azzurro chiaro; la sua pelle d'avorio, alla luce del sole pomeridiano che brillava oltre la vetrina del locale accanto al tavolo dov'era seduta, sembrava ancora più pallida, simile a quella di una bambola di porcellana. Le sue labbra piene e birichine erano piegate in un tenero sorriso mentre osservava il trio di neonati che sonnecchiavano nel passeggino a tre posti lì vicino.

Di fronte a lei, invece, sedeva un ragazzo dall'incarnato altrettanto chiaro e corti capelli color mogano; aveva due grandi occhi dorati e un viso dall'ossatura delicata che suggeriva una sessualità in realtà ambigua, come c'era da aspettarsi nel caso di un Indigo. Casey, questo il suo nome, aveva dato alla luce da appena pochi giorni le tre piccole meraviglie che dormivano nel passeggino. Aveva vent'anni precisi e una storia burrascosa alle spalle, ma sembrava aver trovato a Mythfield il suo piccolo angolo di paradiso e di riscatto al fianco dell'uomo che aveva conosciuto grazie a una rocambolesca serie di eventi che alla fine, però, lo avevano condotto ad approdare in quella città, lontano dalle grinfie del tanto temuto Stefan Olegov che, purtroppo, era anche suo padre.

Da quel che aveva detto a tutti loro Vargos, l'ultima volta che lo avevano contattato, l'ormai famoso Crystal Hawthorn pareva esser stato rintracciato e, soprattutto, essere il nuovo obbiettivo di quel manigoldo di Stefan. Proprio come Casey, Crystal era un Indigo, seppur meticcio: c'era l'assoluta certezza che fosse in parte di tale specie e per l'altra figlio di una strega o uno strego, dato che aveva poteri magici. Irene e Casey non erano stupiti del fatto che Olegov avesse messo gli occhi addosso a quel poveretto.

Certo, considerando gli spiacevoli trascorsi avuti con l'attuale compagno di Casey, Noah, Olegov appariva decisamente ipocrita nel nutrire tutto quell'interesse verso un Alphaga tutt'altro che di sangue puro. Sangue, come lo avevano sentito affermare con le loro orecchie, lordato dal gene umano.

Tipico di quel mostro fare la parte del pagliaccio, aveva commentato a un certo punto Casey, arricciando il bel naso all'insù.

La giovane Tarren si rilassò contro lo schienale del sedile imbottito. «Comunque, tornando a Vargos e Ragos, sembra che siano riusciti a convincere quel tipo a venire qui, a Mythfield. Dicono che abbia un gran bel caratterino e inizio a pensare che sia davvero una prerogativa di voi Indigo essere piacevoli quanto uno sciame di vespe su di giri.»

Casey si riscosse e tornò a guardare l'amica. «Suppongo di sì» commentò con un sorriso sghembo, poi però tornò serio. «L'importante è che Olegov non riesca ad acciuffarlo. Chissà quali piani avrà in mente per lui...»

Irene fece un cenno, cupa. «Non voglio neanche pensarci» ammise. «Tu l'hai scampata per un pelo e solo grazie all'intervento di Noah, mio e di Idris.» Con il capo accennò al fidanzato di Casey che aveva trovato lavoro proprio presso quel locale di ritrovo in cui sì e no tutta Mythfield tendeva a bazzicare. Se la stava cavando molto bene e lui e Casey avevano iniziato a conoscere meglio Ariel, l'altro dipendente. Era un ragazzo spigliato e tutt'altro che timido; sapeva farsi rispettare, anche se persino a Mythfield c'era di tanto in tanto quel tale rozzo e maleducato che cercava di approfittarsi di lui e del fatto che fosse un Omega. Vi erano alcuni che non avevano ancora capito che in fin dei conti erano tutti uguali e che gli Omega non fossero affatto dei giocattolini sessuali.

RÓDON - The Alphaga Series| 2# [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora