Casey non si stupì più del dovuto quando vide che ad avergli aperto la porta fosse stato Gray, anziché Crystal. Fino ad allora non si erano conosciuti di persona, ma Leroin aveva sentito parlar bene di quel ragazzo e guardandolo in faccia, negli occhi, subito comprese di aver davanti a sé una brava persona. Si sbrigò a presentarsi, scorgendo sul viso del giovane una palese e comprensibile confusione: «Spero di non averti svegliato. Io... uhm... io sono Casey Leroin. Non so se Crystal ti abbia parlato di me o meno, comunque... ho saputo degli ultimi sviluppi in merito alla faccenda di Olegov e so che Crystal non ha preso bene la faccenda. Vorrei parlargli, se possibile».
Grayson ricordava eccome Casey. Crystal aveva parlato di lui per almeno un'ora buona e lo aveva definito, con ben poco garbo, un nanerottolo saccente e spaccone. In tutta franchezza, guardandolo, a lui faceva solo venire un mente una volpe, specie per via dei capelli fulvi e dei vispi occhi ambrati incastonati in un viso dall'ossatura delicata impreziosito da lineamenti graziosi, quasi da folletto dei boschi. Era un Indigo proprio come Crystal e la cosa risultava piuttosto palese. Si era guardato in giro da quando era arrivato a Mythfield e aveva già imparato a distinguere bene gli Alfa dagli Omega, gli Omega dai Beta e tutti e tre dai rari, e a quanto pareva preziosi, Indigo. Questi ultimi sembravano degli angeli per via del loro aspetto impossibile da classificare come maschile o femminile. Erano entrambe le cose e nessuna delle due. Da quel che gli aveva detto Vargos, un punto in comune lo avevano, ossia un gran bel caratterino col quale era meglio non scherzare troppo. La carenza di muscoli veniva compensata da un'indole spesso suscettibile e a tratti persino pericolosa. Bastava guardare Crystal per capire che era la verità. Quel ragazzo era capace di abbattere creature mostruose dieci volte più grandi di lui e non tutto poteva essere spiegato con l'abilità magica.
In quanto a Gray, lui non aveva dormito tutta la notte e solo verso le quattro del mattino Crystal si era deciso ad aprirgli la porta e farlo entrare in camera. Alle sei il povero Hawthorn era crollato, provato dalla notte insonne trascorsa a piangere e a maledire i propri natali e la propria natura. Grayson avrebbe potuto benissimo forzare la serratura con la magia, ma non aveva voluto farlo perché non era tipo da invadere la privacy altrui.
Trattenne un sospiro e si fece da parte per far entrare Casey. «Sta ancora dormendo» disse rauco. «Le ultime ore sono state un inferno, se devo esser onesto.»
Casey annuì con aria sinceramente afflitta e preoccupata. «Posso solo immaginare e non biasimo Crystal. Non ci siamo conosciuti nel migliore dei modi e... beh, sarei un ipocrita a dire di provare simpatia nei suoi confronti, ma quando mi hanno raccontato della sua reazione... non potevo far finta di niente, non quando la mia e la sua situazione sono legate, in un modo o nell'altro. Voglio aiutarlo e dargli la possibilità di sfogarsi. Ne ha bisogno.»
Gray si umettò le labbra e fece un debole cenno con la testa. «Non ha neppure voluto mangiare. Non lo conosco da molto, però fino a ieri sera non l'avevo mai visto in un stato come quello. I-Io... io ho davvero paura che possa fare qualcosa di avventato e stupido. Finché non si è addormentato ha continuato a parlare, a dire... a dire, ogni tanto, cose strane e preoccupanti. Non so bene la sua storia, non ha mai voluto parlarne apertamente, ma penso che abbia raggiunto il famoso punto di rottura. C'è un limite alle sofferenze che una persona può tollerare nel corso della vita e lui.. lui, credo abbia semplicemente sofferto troppo, considerata la sua età.»
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RÓDON - The Alphaga Series| 2# [Omegaverse]
Fantasía{Prima di leggere questa storia, è obbligatorio aver letto anche "LEÍRON", il primo libro} Crystal Hawthorn ha ventidue anni e un passato turbolento alle spalle. A dieci anni è rimasto orfano, a sedici è scappato dalla casa dei genitori adottivi che...